Santanchè e la villa in Versilia, si indaga per riciclaggio: opposizioni contro la ministra, gelo dentro FdI - La Stampa

La “pitonessa” sempre più avvolta dalle spire dei magistrati. Si affastellano i fascicoli d’inchiesta su Daniela Santanchè e il compagno Dimitri Kunz: la presunta truffa ai danni dell’Inps per Visibilia che si arricchisce di nuovi filoni da una parte, dall’altra la sospetta compravendita della villa che fu di Francesco Alberoni in Versilia, comprata e ceduta nel giro di un niente con la ricca plusvalenza da un milione di euro.

Così, dopo l’avviso di sfratto recapitato informalmente da Palazzo Chigi in caso di rinvio a giudizio, cresce il gelo attorno alla ministra del Turismo. L’opposizione torna a tuonare, ma anche nel suo stesso partito, Fratelli d’Italia, il grado di acidità va alle stelle: «Ci saranno valutazioni che saranno fatte anche vedendo i contenuti delle carte, aspettiamo», dice il collega di governo, Francesco Lollobrigida. I nuovi guai giudiziari all’orizzonte girano ancora attorno a Visibilia, la società editrice fondata dalla ministra di FdI e amministrata in passato dalla stessa prima di cedere il passo al sedicente principe d’Asburgo-Lorena. Se per i pm del pool Crisi d’impresa di Milano non ci sono dubbi che Santanchè fosse consapevole insieme a Kunz e il collaboratore esterno Paolo Giuseppe Concordia di aver usufruito in modo indebito degli aiuti (si parla di oltre 126 mila euro) previsti dal decreto Cura Italia per la cassa integrazione a zero ore e ordinaria di 13 dipendenti di Visibilia Editore e Concessionaria, altre verifiche – in un nuovo filone – devono essere fatte sul presunto omesso versamento di oltre 100 mila euro di contributi previdenziali all’Inps. Qualora all’istituto di previdenza, che sta svolgendo altri approfondimenti per accertare la cifra esatta, non fosse effettuato il pagamento di quanto dovuto, potrebbero configurarsi illeciti di natura penale.

E c’è Visibilia anche in un secondo filone d’inchiesta che vede coinvolta non Santanchè (alle prese invece con il crac di Ki Group), ma il compagno Kunz. E questa volta con Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa. Sono nel mirino dei pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, coordinati dalla procuratrice aggiunta Laura Pedio, per l’operazione immobiliare dell’acquisto e l’immediata cessione della villa a Forte dei Marmi, di proprietà fino al 12 gennaio 2023 del sociologo Francesco Alberoni, scomparso il successivo 14 agosto. Al nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle sono stati delegati gli accertamenti sui flussi di denaro dietro la plusvalenza da quasi un milione di euro realizzata anticipando appena 350 mila euro. E soprattutto la verifica se, parte della somma, sia servita per coprire i debiti di Visibilia. Agli inquirenti, che ora ipotizzano un eventuale riciclaggio, la compravendita della villa di 350 metri quadrati su tre livelli con giardino e piscina era stata sottoposta con una segnalazione di operazione sospetta redatta dall’Uif della Banca d’Italia.

Dalla consultazione degli atti notarili era emerso che per saldare i circa 2,10 milioni ad Alberoni i partner Kunz e De Cicco non avevano utilizzato soldi loro, ma quelli incassati dall’imprenditore Antonio Rapisarda, l’acquirente finale della villa per 3,45 milioni di euro. Già a ottobre 2022 dal conto di Rapisarda era partito un bonifico con un acconto di un milione di euro dopo la firma del preliminare di vendita. Gli ulteriori 2,45 milioni a Kunz e De Cicco sono arrivati il 10 gennaio 2023, due giorni prima del doppio rogito. Il primo alle 9,20 quando la procuratrice speciale di Alberoni ha ricevuto gli assegni circolari che certificavano il passaggio della villa a Kunz e De Cicco. Soldi provenienti dalla provvista ricevuta quarantotto ore prima da Rapisarda. Dopo meno di un’ora, alle 10,18, Rapisarda avrebbe apposto la firma sul secondo atto notarile, con cui è diventato il proprietario della villa.

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