Le sei mogli di Enrico VIII dominano il palcoscenico del Rossetti con la rock band di Six - Il Piccolo

Le sei mogli di Enrico VIII dominano il palcoscenico del Rossetti con la rock band di Six

In esclusiva nazionale a Trieste dal 24 al 28 aprile, uniche date italiane, il musical nato da studenti all’Università di Cambridge e diventato un fenomeno mondiale

Sara Del Sal
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TRIESTE. È l’evento internazionale di questa stagione, in esclusiva nazionale al Rossetti. Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, dal 24 al 28 aprile si trasformerà nientemeno che nella corte inglese di re Enrico VIII con il musical “Six” nella sua unica tappa italiana. Nulla è scontato in questo progetto che è nato nel 2017 all’Università di Cambridge, dalla genialità di due studenti, Toby Marlow e Lucy Moss, che volevano “solo” mettere in piedi un progetto per i loro compagni di corso da portare all’Edimburgh Fringe Festival e che si è trasformato in un successo mondiale in scena permanentemente a Londra e a Broadway e in tour contemporaneamente in America e in Europa.

Lo spettacolo è stato accolto immediatamente con grande affetto dal pubblico del festival, dove è arrivato, tra gli altri, il produttore Kenny Wax che ne ha subito colto le potenzialità. «Sei anni e mezzo fa mi è stato segnalato questo spettacolo che andai a vedere in una replica che iniziava quasi a mezzanotte. Ricordo di aver chiamato mia moglie per avvisarla e mia figlia, allora quindicenne, mi chiese di venire con me. Abbiamo assistito alla performance insieme e mi chiedevo se ci sarebbe stata una grande differenza tra le nostre opinioni, e invece, sorprendentemente, eravamo allineati. Ricordo anche il momento dell’incontro con gli autori per una produzione professionale dello spettacolo, a Londra. I due giovani iniziarono a ragionare per capire chi dei loro amici avrebbe potuto garantire la permanenza nel cast, mentre io cercavo di spiegare loro che stavo parlando di un allestimento completo, con performer, scene, costumi e tutto il resto».

Cosa accadde dopo?

«Abbiamo iniziato a sviluppare lo spettacolo che è andato in scena prima a Londra, all’Arts Theatre, per poi spostarci in un teatro sulla Shaftesbury Avenue, approdando infine in quella che ormai è la casa definitiva di “Six”, il Vaudeville Theatre sullo Strand, dove è in scena, sempre tutto esaurito, per otto repliche a settimana».

Come mai, a suo parere, la storia della corte inglese ha un appeal così forte anche nel resto del mondo?

«Questa è una delle cose che trovo straordinarie: questa storia di 500 anni fa risulta ancora interessante per questo paese, ma lo è anche in Europa e in America o in Corea. Talvolta non mi spiego come facciano persone di paesi tanto lontani ad appassionarsi alle vicende di un uomo terribile, chiamato Enrico VIII, che ha fatto davvero delle cose scioccanti, trattando le sue consorti in malo modo, giustiziando anche le sue famiglie allargate. Non solo le mogli, quindi, di cui la storia ha tramandato le sorti, ma anche le loro famiglie venivano accusate in modo da non potere, in nessun modo, causare qualche danno politico. Era una società terribile».

Come sono le regine di Six?

«Lo spettacolo si sviluppa su due mondi paralleli: quello con le donne di oggi e il richiamo alle donne di 500 anni fa. I costumi trascendono le epoche storiche e uniscono questi due momenti».

Vi aspettavate un successo planetario?

«Per rispondere voglio tornare a quando gli autori erano agli ultimi anni dell’università a Cambridge. Ho chiesto loro, che allora avevano 22 o 23 anni, cosa volessero fare dopo la laurea. Lucy ha risposto che le sarebbe piaciuto diventare una regista teatrale, perché aveva diretto un po’ di cose durante gli anni dell’università e Toby che gli sarebbe forse piaciuto insegnare e magari scrivere canzoni. Pochi mesi dopo avevano uno show in un teatro londinese e hanno dovuto ripensare le loro vite perché sono immediatamente diventati famosi, icone nel mondo teatrale. Un successo inaspettato per la loro età. Spesso, quando si parla di autori di musical con 6 nomination agli Olivier Awards e 6 ai Tony Awards, di cui 2 vinti, ci si riferisce a persone più mature. Loro sono ancora giovanissimi e stanno lavorando per il debutto di un nuovo show intitolato “Why am I so single” che sarà il primo che firmano insieme dopo Six».

Qual è il segreto del successo di Six?

«La musica, ma anche le parole che dicono. Le canzoni di Six sono particolari. Ci sono tanti giochi di parole con termini contemporanei, le regine nominano app e social media e tanto altro che nemmeno io ho finito di scoprire. Tutto lo spettacolo sta in piedi su nove canzoni. È chiaro che ognuna delle regine ha la sua, ma il pubblico viene sorpreso fino all’ultimo istante. Abbiamo fatto una registrazione in studio prima di arrivare a teatro e abbiamo raggiunto 1 miliardo di streaming. Si vende tra i giovani tra i Queendome, i fan, che si passano la parola. Alcuni dei castelli londinesi, hanno ospitato dei flash mob con le nostre regine, i musei ci chiamano».

Uscendo dal teatro londinese, sulla destra, non troppo distante, c’è Buckingham Palace, sulla sinistra la Tower of London, due simboli della Corona inglese, di oggi e di allora. Nel foyer il merchandising è pieno di corone e proposte sbrilluccicanti, perfetto per aspiranti regine di ogni età, etnia e genere, l’inclusività regna in tutto, anche sul palco, e forse anche questo, in definitiva, è uno dei segreti di un successo planetario. Cosa accadrà a Trieste?

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