ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl rapporto sul mercato unico

Letta: vergogna che l’Europa importi l’80% delle armi. Sulle tlc un disastro industriale Ue

L’ex presidente del Consiglio prende di mira due settori strategici nei quali individua gravi debolezze nell’assetto europeo: la difesa e le telecomunicazioni

epa11284016 Enrico Letta, former President of the Italian Council and President of the Jacques Delors Institute and author of the High-Level Report on the future of the Single Market, gives a press conference before the Special European council in Brussels, Belgium, 17 April 2024. Over a two-day summit, EU leaders will discuss economy and competitiveness issues, Ukraine and the Middle East. EPA/OLIVIER HOSLET

3' di lettura

Enrico Letta, sulla falsariga di Mario Draghi, sferza l’Europa. Di fronte alle sifde enormi che ha davanti, l’Unione deve compiere un salto di qualità senza il quale è destinata a soccombere a potenze come Stati Uniti e Cina. Questo il suo messaggio alla vigilia della presentazione dell’atteso rapporto sul futuro del mercato unico. L’ex presidente del Consiglio prende di mira due settori strategici nei quali individua gravi debolezze nell’assetto europeo: la difesa e le telecomunicazioni.

«Una vergogna la dipendenza dall’estero nella difesa»

«Abbiamo bisogno - afferma Letta incontrando la stampa insieme al presidente del Consiglio europeo Charles Michel - che la difesa si ingrandisca sul lato industriale, c’è un grande argomento di scala industriale e dobbiamo finanziare i bisogni» Ue. «Se non siamo in grado di crescere, continueremo con questa vergogna dell’80% o più precisamente del 78% delle forniture militari non europee che abbiamo acquistato come europei».

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«Sulle tlc un disastro industriale europeo»

Sulle tlc una nuova bordata. Nell’Unione Europea ci sono «27 sistemi diversi» nelle tlc, con cento operatori attivi, mentre negli Usa sono tre. Tra questi due estremi, «penso che possiamo trovare un compromesso che dia una buona soddisfazione ai consumatori europei, ma che nello stesso tempo senza questo disastro industriale che è il sistema delle telecomunicazioni in Europa». «Negli anni Ottanta e Novanta - prosegue - la rivoluzione tecnologica nelle tlc era sotto leadership europea. E lo era anche per via della dimensione e dell’innovazione. Oggi siamo in uno scenario in cui siamo indietro e siamo messi ai margini», conclude.

Ultima finestra

Letta passa poi al tema più vasto delle competizione globale con le altre grandi potenze economiche e militari. Rispetto agli Stati Uniti ma anche alla Cina, «il distacco è tale che siamo di fronte all’ultima opportunità per agire, l’ultima finestra si apre e occorre sfruttarla».

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel concorda: «Dobbiamo essere lucidi e chiari sia sull’analisi della situazione sia sulle scelte da compiere mentre i nostri concorrenti dispiegano politiche di sostegno delle loro imprese: c’è da preparare l’agenda strategica europea, guida per l’azione nella prossima legislatura dopo il voto Ue, il momento per decidere quale direzione prendere è adesso».

Le proposte del rapporto

Tra le idee più innovative del rapporto Letta si segnalano i passi avanti rapidi per integrare effettivamente i mercati finanziari quale leva principale per il finanziamento delle transizioni multiple europee (verde, digitale, difesa/sicurezza) e quale condizione politica per prefigurare nuovi impegni di prestito comune. Condizione di fondo puntare alla supervisione “federalizzata” come è accaduto per quella bancaria. Michel riconosce che «la discussione tra i leader sarà complicata e difficile». Per Michel e Letta l’unione del mercato dei capitali può essere «la nostra Ira», in riferimento all’Inflation Reduction Act americano che gli Usa utilizzano per sostenere l’industria americana.

Gentiloni: bene Draghi, serve cambiamento radicale

Sul rapporto Draghi è intervenuto anche il commissario europeo Paolo Gentiloni. «Draghi - sottolinea - ha centrato il punto nello stressare il fatto che alcune delle nostre politiche sono state disegnate 20, 30 anni fa e in questi anni il mondo è cambiato. La competitività è stato un fatto soprattutto interno all’Ue ma non abbiamo affrontato l’argomento dal punto di vista della competitività nel contesto globale. Necessitiamo di una politica industriale assertiva, ed è per questo che il cambiamento radicale a cui fa riferimento Mario Draghi si sta gradualmente verificando ma è assolutamente necessario».

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