Enrico IV e il pollo in pentola

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Enrico IV e il pollo in pentola


Detto “il Grande”, ebbe anche il soprannome di “Vert Galant” ossia “Verde Galante”, per il colore degli abiti preferiti e la grande passione verso le donne.
Enrico IV di Francia, già Enrico III di Navarra, aveva doti quali bonomia e semplicità che celavano un innato senso dell'autorità.
Esagerava certi suoi modi trasandati, certe sue rozzezze di linguaggio, perché sapeva che piacevano al popolo.
A conferma della speciale personalità del re, il suo ministro duca di Sully riferisce un episodio divertente.
- Correva l’anno 1606 quando Enrico IV venne invitato a colazione all’Arsenale.
Il sovrano, invece di prendere posto a tavola nel salone, preferì recarsi a fare un giro d’ispezione nelle cucine.
Lì si mise a sollevare i coperchi delle pentole, sotto lo sguardo stupito e sgomento dei cucinieri, per poi farsi servire ostriche e un bicchiere di vino bianco. -
Gli storici della gastronomia ricollegano Enrico IV all’affermarsi di nuove abitudini nel modo di mangiare a tavola.
L’uso della forchetta diffuso a varie classi, fino ad allora esclusivo privilegio di corte, e l’integrazione dei tovaglioli singoli alla tovaglia, utilizzata al tempo anche per pulire mani e bocca.
Questo re di Francia, che si racconta fosse ghiottissimo di canditi, diede anche il suo nome alla preparazione del pollo lesso.
Pare infatti che durante un discorso ufficiale al Duca di Savoia, egli avrebbe detto: “Vorrei che nel mio regno, ogni lavoratore potesse mettere un pollo in pentola”.
Nacque così la storia del “Poule-Au-Pot”, ossia “pollo in pentola”, dedicato a Enrico IV, sulla cui autenticità ci sarebbe una citazione di Voltaire.
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