Matilde di Canossa, la storia della contessa

Matilde di Canossa, la storia della contessa

Matilde di Canossa, anche nota come Matilde di Toscana o la Gran contessa nasce a Mantova nel 1046, figlia di Bonifacio di Canossa e Beatrice di Lotaringia, apparteneva alla dinastia dei Canossa che sotto il suo controllo raggiunse il proprio auge e la sua massima espansione, nonostante la maggior parte del suo dominio si estendesse principalmente nell’Italia settentrionale e nell’Italia centrale. Fu contessa di Mantova dal 1052 al 1115, duchessa di Spoleto dal 1072 al 1115 e viceregina d’Italia dal 1111 al 1115. È, senza alcun dubbio, uno dei personaggi più interessanti del Medioevo italiano. 

La contessa visse, come figura di rilievo in primo piano, in un periodo caratterizzato da battaglie, lotte, tra cui la lotta delle investiture durante la quale fu una convinta sostenitrice del papato e scomuniche che seppe, malgrado tutto, mostrare una predisposizione naturale al comando. Essendo la figlia del marchese di Toscana e della contessa Lotaringia, Matilde di Canossa fu, al contempo duchessa e marchesa. Nella lotta delle investiture rinunciò a tutti i suoi beni e ad ogni titolo pur di continuare a difendere il papato. Di fatto, in seguito all’umiliazione subita da Enrico IV di fronte al papa Gregorio VII dell’anno 1077, nella proprietà della contessa, il castello di Canossa, Enrico IV sottrasse a Matilde ogni suo diritto tutti i suoi beni e ogni titolo.

L’episodio culminante della lotta delle investiture mostra tutta la forza di una donna, disposta a sfidare la propria famiglia pur di sostenere, ideologicamente e materialmente, la causa in cui credeva. È importante, di fatto, ricordare che Enrico IV era il cugino di secondo grado di Matilde di Canossa, recatosi presso il castello della cugina per chiedere pubblicamente scusa al Papa. Ciò nonostante, ella, con audacia, non demorde te e continuò ad inviare ogni sorta di aiuto possibile al Papa che a Roma era sotto assedio. Persino, in seguito alla morte del Papa, continuò a lottare per ciò in cui credeva riuscendo a sortire miglioramenti nelle condizioni del suo partito prima di morire.

Anche nella vita privata e matrimoniale dimostra il suo coraggio e la sua intraprendenza, infatti, costretta a sposare Goffredo il Gobbo per motivi politici e a lasciare la sua terra natale ma dopo pochi anni riuscirà a tornare in territorio italiano. In seguito alla revoca di titoli e beni da parte del cugino, ancora una volta la donna mostrerà la sua forza maggiore nel sapersi sacrificare ad un secondo matrimonio per difendere il proprio feudo dall’attacco delle truppe imperiali. Riesce a far si che le venga riconosciuto, con l’accordo di Bianello, nel 1111, il controllo dei suoi domini, ma negli ultimi anni della sua vita preferirà dedicare la propria esistenza alla preghiera, trascurata nel corso della sua vita a causa degli impegni politici. Muore nel monastero di San Benedetto in Polirone e, attualmente, il suo feretro si trova nella basilica di San Pietro.

Fonte immagine:  Wikipedia

A proposito di Mangiacapre Giulia

Sono Mangiacapre Giulia, ho 23 anni e sono laureata in Lingue, letterature e culture moderne europee presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II". Attualmente sono laureanda presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale".

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