La regina Elisabetta II e le minacce di morte durante i suoi viaggi in America

A rivelarlo, alcuni documenti dell'FBI, di recente pubblicazione. I fatti risalgono al periodo compreso tra l'inizio degli anni Ottanta e i Novanta, quando l'IRA, che aveva già ucciso Lord Louis Mountbatten, prese di mira la sovrana
La regina Elisabetta II e le minacce di morte durante i suoi viaggi in America
Anwar Hussein/Getty Images

Di quella volta che un uomo si introdusse a Buckingham Palace riuscendo a raggiungere le stanze della regina Elisabetta si è parlato tanto, meno note, invece, sono le minacce di morte ricevute dalla sovrana nel corso del suo lungo regno, durato settant'anni.

Il caso più eclatante, almeno finora, è stato reso noto dall'FBI, che sul sito The Vault, una vera e propria biblioteca online contenente tantissimi file, ha pubblicato un documento di 103 pagine riguardanti i preparativi per il viaggio che la sovrana fece con il marito Filippo negli Stati Uniti nel 1983.

Elisabetta II e Ronald Reagan nel 1983 a San Francisco ©Getty Images.

Anwar Hussein/Getty Images

Un mese prima della visita un uomo minacciò la sovrana, una vendetta per la morte della figlia a quanto pare, uccisa in Irlanda del Nord. L'uomo in questione, di cui non viene fatto il nome, sarebbe stato intenzionato a ferire la regina durante il passaggio del suo yacht, il Britannia, sotto il Golden Gate Bridge di San Francisco, o durante la visita al Parco Nazionale di Yosemite.

Il Britannia nel porto di San Diego, durante il royal tour del 1983 ©Getty Images.

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Il documento rivela le precauzioni prese, su tutte la chiusura del ponte durante il passaggio del Britannia, mentre non dice nulla su eventuali provvedimenti messi in atto a Yosemite. Erano tempi difficili, in cui le minacce alla Casa reale da parte del irlandese non rimanevano certo sulla carta, basti pensare all'omicidio di Louis Mountbatten, cugino della regina e mentore dell'allora giovane principe Carlo, assassinato nel 1979 dall'IRA, l'esercito repubblicano irlandese.

La regina e il principe Filippo in visita a Yosemite, il 26 febbraio 1983 ©Getty Images.

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Da questo e altri documenti pubblicati su The Vault si evince che la sicurezza intorno a Elisabetta II è sempre stata al massimo durante i suoi viaggi negli Stati Uniti, che si trattasse di visite di Stato o più private, come quella che fece in Kentucky nel 1989. Nel 1991, invece, le proteste si fecero pubbliche, coinvolgendo alcuni eventi a cui la sovrana avrebbe dovuto partecipare e che alla fine fu costretta a evitare proprio per questioni di sicurezza.

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Elisabetta II, tuttavia, non sembrerebbe mai essere stata davvero in pericolo, probabilmente perché nemmeno un'organizzazione capillare ed efficace come l'IRA sarebbe potuta arrivare a tanto, pur avendone mezzi e possibilità. La regina, del resto, era la persona più protetta del pianeta, basti pensare alle misure messe in atto durante la pandemia da Covid-19, quando per lei e per il marito venne creata una sorta di «bolla», invalicabile persino per i figli. Accanto alla coppia, pochissime e fidate persone, nel loro buen retiro di Windsor, tra i luoghi più amati, fino alla fine.

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