Principessa Sissi, la vera storia dell'imperatrice Elisabetta d'Austria

La vera storia dell’imperatrice Elisabetta che non è mai stata la principessa Sissi

La principessa Sissi non è mai esistita. Eh si, lo so è un colpo al cuore per chi ama Romy Schneider, però si tratta della cruda realtà. E gli storici amano più la realtà delle favole.

principessa Sissi

Partiamo da una considerazione fondamentale: non è semplice trovare la sposa giusta per un sovrano regnante. La prescelta deve essere per così dire “pronta all’uso”, ovvero già formata, perché non avrà modo di prepararsi accanto a un erede in attesa sui gradini del trono, anzi finirà subito sul davanti della scena senza poter fare il minimo apprendistato per un ruolo difficile, in un ambiente spesso del tutto estraneo. Inoltre ci sono tutta una serie di condizioni necessarie: appartenenza a una casa regnante, età giusta, religione.
All’epoca in cui il giovane imperatore Francesco Giuseppe cerca moglie mancano, stranamente, principesse cattoliche in età da marito, mentre i problemi politici rendono le poche disponibili assolutamente non adatte. L’arciduchessa Sofia, l’onnipresente madre del giovane sovrano, però è decisa a scovare la perla rara, la donna che dovrà essere moglie, madre e imperatrice accanto a questo suo figlio amatissimo del quale ha favorito, guidato e sostenuto l’ascesa.
Nata principessa di Baviera e sposa molto delusa di un Asburgo non particolarmente brillante (*) Sofia, che è stata giovane, bella e molto romantica, ha un carattere deciso e un grande senso del dovere grazie ai quali, dopo aver messo da parte i sogni, riesce ad affrontare coraggiosamente il proprio destino.

Sofia cerca una candidata

Nel 1848, quando l’ennesima rivoluzione spinge l’imperatore Ferdinando II ad abdicare, Sofia convince il marito che è il caso di lasciare il trono al loro figlio diciottenne. L’arciduchessa rinuncia alla corona di imperatrice pur di mettere il potere nelle mani di un ragazzo da lei stessa educato e formato per essere il paladino della sovranità per grazia di Dio e dell’autocrazia e il nemico di ogni volontà popolare e del parlamentarismo.
Arrivato il momento di mettere su famiglia e garantire un erede, quindi il futuro della dinastia, il giovane imperatore naturalmente si affida alla madre a cui è molto devoto e della quale ha un’enorme stima. Certo ha l’ultima parola sulle varie candidate e infatti scarta subito la poco avvenente la principessa Sidonia di Sassonia. Nel 1852 Francesco Giuseppe conosce Anna la nipote ventenne del re di Prussia, protestante ma disponibile alla conversione; la fanciulla però è già fidanzata e gli Hohenzollern, che non hanno alcuna intenzione di legarsi agli Asburgo, si scusano tanto ma respingono la proposta.
A corto di nomi e visto che il tempo passa, Sofia si rivolge alla Baviera natale dove c’è sua sorella Ludovica, infelicemente sposata con un Wittelsbach del ramo ducale non regnante (poter questo i suoi membri sono “in” Baviera e non “di” Baviera) e carica di figlie in età da marito. Nella casa del duca Max in Baviera c’è la candidata perfetta: Elena, detta Nenè, è carina, istruita, seria, elegante, tranquilla e assennata. Sarebbe un’altra unione fra parenti strettissimi così cara agli Asburgo, ma l’arciduchessa, del tutto ignara delle leggi della genetica, organizza con entusiasmo un incontro “esplorativo”.
Alla metà di agosto del 1853 Ludovica si presenta dunque a Ischl, un’amena località del Saltzkammergut dove l’imperatore possiede una bella villa. Per non destare sospetti ed evitare le chiacchiere prende parte al viaggio anche la sorella minore di Elena, una ragazzina ribelle a cui, secondo Ludovica, sarà molto difficile trovare un buon marito. Elisabetta è una quindicenne dalla bellezza ancora acerba e un po’ selvaggia, ma dal carattere deciso e molto somigliante allo scapestrato e stravagante padre. La secondogenita, che in famiglia chiamano Sisi, è la prediletta del duca perché come lui ama la natura, adora cavalcare, nuotare, passeggiare in montagna e andare a pesca. Inoltre come l’amato genitore, anche la piccola duchessa Sisi (non la principessa Sissi quindi) scrive poesie nelle quali trasferisce pensieri, passioni, angosce.
Il 16 agosto 1853 Francesco Giuseppe vede per la prima volta le cugine bavaresi e rimane folgorato sull’istante: l’imperatore sceglie con il cuore, non con la ragione. Nella casa d’Austria mai prima di allora un sovrano si era innamorato come un borghesuccio qualsiasi.
La giovane Elisabetta purtroppo però non è la sposa ideale per un imperatore. La ragazzina, è bellissima ma ancora immatura, educata in modo sommario, poco incline al rispetto delle regole e per niente riflessiva, inoltre ha vissuto sempre libera e priva di costrizioni, mentre alla corte degli Asburgo vige ancora la rigorosa e opprimente etichetta di stampo spagnolo.

Elisabetta diventa la principessa Sissi

Franzi però è irremovibile, vuole Sisi e l’avrà. La sera stessa durante la festa balla con lei il cotillon e le dona un bouquet di fiori, chiaro segno di preferenza. Sofia si dispera, tenta di riportare il figlio alla ragione, ma non c’è verso; Ludovica invece è felicissima di avere sistemato, e anche molto bene, almeno una delle sue due ragazze.
Per una volta nella vita il rigoroso e austero imperatore non riflette e si fa trasportare dalla cieca passione per una fanciulla dai lunghissimi capelli castani, gli occhi da cerbiatta e il corpo snello. Francesco Giuseppe non si domanda se la ragazzina sarà in grado di fare la moglie e l’imperatrice, impone la sua volontà e basta.
Si tratta di un enorme errore di valutazione che il Kaiser pagherà caro. Scrive il suo biografo Franz Herre: «furono le due ipoteche della sua vita: il trono ottenuto troppo presto e mantenuto troppo a lungo e la sconsiderata unione con una donna troppo giovane, troppo impreparata e, come si sarebbe visto in seguito, refrattaria a maturare come donna e come imperatrice. L’unico vantaggio che l’Imperatore ne ricavò fu la gioia manifestata all’inizio dai suoi sudditi e poi la loro costante compassione».
È davvero una scelta totalmente sbagliata quella del giovane imperatore? Assolutamente si. Elisabetta, nonostante il grande e innegabile fascino, non sarà una buona moglie, né una madre premurosa, né una brava imperatrice.
A Ischl Sisi viene interpellata solo pro forma, d’altronde cosa avrebbe dovuto dire? Poteva forse rifiutare il meraviglioso destino che le si stava parando innanzi? Lei, figlia di un oscuro – e relativamente squattrinato – principe bavarese diventerà imperatrice d’Austria e moglie di un uomo giovane, bello e innamorato. La piccola duchessa deve per forza essere felice. Nella realtà dei fatti è solo confusa e frastornata e a casa scrive versi disperati nei quali si paragona a una rondine che aspira alla libertà.

La principessa Sissi, imperatrice controvoglia

Vienna accoglie con grande entusiasmo la giovanissima sposa, ma Elisabetta si sente subito prigioniera in una gabbia dorata e anche la fastosa cerimonia nuziale, il 24 aprile 1854, è una tortura: timida e poco abituata ad essere al centro dell’attenzione la neo imperatrice si mostra impacciata, fredda e distante. Le difficili relazioni intime con il marito non migliorano la situazione; le nozze vengono consumate probabilmente solo la terza sera e Francesco Giuseppe, abituato alle signore navigate (le famose “contesse igieniche”) che lo hanno introdotto alle gioie del sesso, non sa come trattare questa ragazzina innocente e smarrita. Fra di loro i rapporti fisici saranno sempre complicati e per Elisabetta solo uno sgradevole dovere a cui cercherà di sottrarsi appena possibile,  cioè dopo aver messo al mondo l’atteso erede.
Fin dai primi giorni l’imperatrice si mostra insofferente alle costrizioni dell’etichetta di corte e ai doveri del cerimoniale e prende in antipatia le dame di compagnia scelte dalla suocera con la quale entra subito in rotta di collisione e che diventa il suo maggior incubo. Ritenendo la nuora-nipote immatura e sciocca, l’arciduchessa madre è infatti ben decisa a prendere in mano la situazione e lo fa a partire dalla mattina dopo la prima notte di nozze, quando piomba nel salottino dove i due neosposi stanno facendo colazione. Molto presto la convivenza di Sisi con quella che molti definiscono “l’imperatrice segreta” si rivela impossibile. La madre del kaiser pretende di avere il controllo assoluto sulla vita della giovane inesperta, alla quale implicitamente affida due soli compiti: rappresentare la sposa ideale e partorire dei figli che saranno poi educati dalla nonna. L’arciduchessa è abituata a farsi obbedire, il consorte dipende in tutto e per tutto da lei, i quattro figli – Francesco Giuseppe, Ferdinando Massimiliano, Carlo Ludovico e Ludovico Vittorio – la considerano la massima autorità esistente al mondo e non osano muovere obiezioni, a corte il suo potere è immenso e la sua autorità indiscutibile. Per Sofia che ha dedicato la vita al figlio e alla dinastia l’atteggiamento insofferente della giovane imperatrice è inconcepibile e intollerabile. Sisi deve adattarsi, come ha fatto lei a suo tempo in una situazione molto peggiore e con un marito di tutt’altro calibro.
Inevitabilmente gli scontri con la nuora diventano delle vere tragedie e il clima alla Hofburg, la residenza viennese dell’imperatore, si fa ogni giorno più pesante, anche perché Francesco Giuseppe fatica a scegliere tra una madre che venera e una moglie che ama.
Il devastante braccio di ferro fra le due donne piano piano distrugge il rapporto di una coppia che, fra l’altro, non ha nulla in comune. Sisi tenta di ribellarsi e convince il marito ad affidarle il pieno controllo dell’educazione dei figli. Non che i bambini le interessino più del dovuto (si occuperà in effetti solo dell’adorata ultimogenita Maria Valeria), però questo significa allontanare Sofia. L’imperatore cede, ma non osa affrontare la madre e le comunica per lettera che i bambini saranno trasferiti in un’altra ala della Hofburg. La vittoria però è di breve durata, nel 1857, nonostante il parere contrario della suocera, Elisabetta porta a Budapest le bimbe che hanno appena due e un anno. La maggiore si ammala e muore e Sofia prende di nuovo il sopravvento; a questo punto l’imperatrice si rassegna, comincia a isolarsi dal marito, dalla corte e dalla vita in Austria.

Un uomo che non vuole scegliere

Esasperato dai dissidi continui fra la moglie e la madre, Francesco Giuseppe cerca consolazioni altrove e naturalmente, nessuno ha qualcosa da ridire. L’atteggiamento dell’autoritaria Sofia è sgradevole, ma l’arciduchessa madre ha gioco facile nell’inserirsi in una situazione già all’origine abbastanza difficile e in un rapporto fin da subito ricco di crepe e malintesi. Infatti, leggende romantiche a parte, Francesco Giuseppe e Sisi sono una delle coppie reali peggio assortite della storia. Lui è un funzionario sobrio e austero, totalmente privo di fantasia. Lei è una donna emotiva, pronta a perdersi nelle proprie fantasticherie. Insomma due persone con gusti diametralmente opposti.
Tanto per avere un’idea della situazione mentre Elisabetta adora e impara a memoria il “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakesperare suo marito, che ha assistito a una messa in scena al Burgtheater di Vienna, scrive alla madre di aver trovato lo spettacolo «noioso e stupido».
Sisi passa per essere poco poco istruita ma in realtà lei, che fin da piccola legge molto e poi studierà con profitto l’ungherese e il greco, ha semplicemente passioni e interessi antitetici a quelli di Francesco Giuseppe.
Il problema più grande della cosiddetta principessa Sissi però è un altro: lei non ha voglia di fare l’imperatrice, non vuole sottostare agli obblighi del suo rango e non ama la “rappresentazione” che fa parte del ruolo. Neanche quando si tratta di fare un favore al consorte. Nel 1859 Francesco Giuseppe, che è in Italia a combattere una guerra difficile, prega la moglie di farsi vedere in giro, di visitare qualche istituzione e gliene spiega anche la ragione: «non immagini quanto mi potresti aiutare così facendo. Servirebbe a rinfrancare i viennesi e a tenere alto il morale cosa di cui ho tanto bisogno».
Ovviamente Sisi fa orecchie da mercante perché ce l’ha a morte con lui che parla di politica solo con la madre (è l’unica persona di cui si fida e che ascolta) mentre tiene lei all’oscuro di tutto e nel caso specifico ha anche rifiutato di portarla in Italia.
Non che Elisabetta sia appassionata di spedizioni militari, ma questo viaggio le avrebbe permesso di allontanarsi un po’ da Vienna, invece è costretta a rimanere a casa con la suocera. La sua vendetta è l’indifferenza, persino di fronte alla terribile notizia della sconfitta di Solferino, e come se non bastasse accusa Francesco Giuseppe di non aiutato la sorella regina di Napoli cacciata dai garibaldini.
Per sfuggire a Sofia, che tenta di educarla, e a Francesco Giuseppe che la opprime con consigli e ammonimenti, Sisi si crea una vita parallela, opposta a quella del marito e della suocera. Anzi spesso li sfida, sviluppa idee contrarie alle loro, perde spesso il controllo di se stessa e della situazione, provoca la famiglia e la società, ma tutto questo le si ritorce contro. Quando poi prende davvero coscienza di sé inizia ad avere reazioni morbose verso tutto quello che rischia di turbare il suo egocentrismo. Cominciano le fughe, le prime mascherate da viaggi per motivi di salute, e le manie: si pettina per ore, fa ginnastica a lungo, cammina per ore, non mangia, si sottrae ai doveri ufficiali, ma viene presa da una grande passione per l’Ungheria. Dei figli si disinteressa però almeno interviene per umanizzare e rendere meno dura l’educazione del sensibile principe ereditario Rodolfo.

La bellezza della principessa Sissi

Anche la straordinaria bellezza, sbocciata pienamente dopo la nascita dei tre figli, diventa un’arma a doppio taglio e rappresenta, in un certo senso una svolta una svolta. Quando ne diventa consapevole Elisabetta acquista sicurezza e facendo leva sul fascino può contrastare più efficacemente la suocera.
A partire dagli anni ’60 dell’Ottocento Sisi diventa un idolo; ogni sua apparizione in pubblico è salutata con grande entusiasmo e lei comincia ad avere la sensazione di essere una specie di “eletta”. Sono del periodo anche i tre celebri ritratti di Wintheralter le cui numerose copie contribuiscono al diffondersi della leggenda. Gli ambasciatori stranieri parlano della favolosa imperatrice d’Austria la cui fiabesca bellezza eclissa tutte le altre donne; nel 1864, a Dresda, quando si presenta al ballo per le nozze del fratello con le celebri stelle di diamanti fra i capelli lascia tutti senza parole e la sposa (invero assai brutta) passa decisamente in secondo piano. Nel 1881 i sovrani d’Italia sono in visita ufficiale a Vienna e la regina Margherita, il cui fascino in patria è molto esaltato, accanto alla straordinaria Elisabetta sembra una donnetta del popolo. La bellezza però con il tempo diventa una vera a propria mania; l’imperatrice è ossessionata dal proprio aspetto fisico: sottopone il suo corpo già esile a diete, digiuni, bagni gelidi e immersioni nell’olio bollente, sul viso applica regolarmente impacchi di carne cruda e dedica ogni giorno più di tre ore alla cura dei lunghissimi capelli facendo tragedie se ne perde qualcuno.
Nonostante lo splendore, la sua amica e dama di corte contessa Festetics però nota che all’imperatrice non solo «manca la gioia di di vivere» ma è anche sempre più arrogante e sprezzante.
Il 27 maggio 1872 Sofia muore, ma i danni sono ormai irreparabili anche se l’arciduchessa è da tempo l’ombra di se stessa. La morte del figlio Massimiliano, effimero imperatore del Messico fucilato dai rivoluzionari a Querétaro, ha tolto alla combattiva madre dell’imperatore la forza di vivere e lottare. Per Francesco Giuseppe la scomparsa della madre è un brutto colpo, solo lei gli offriva ancora un simulacro di vita familiare, era la sua più fedele consigliera, la maestra, la guida. A Vienna anche chi non simpatizza con le sue idee politiche ne riconosce il valore e il senso del dovere, quest’ultimo del tutto assente in Elisabetta. I liberali sperano che con la scomparsa di Sofia, baluardo di un passato conservatore e reazionario, l’imperatrice si riappropri finalmente del posto che le spetta, sostituendo la suocera anche come consigliera politica. Ma Sisi, ormai persa nei suoi sogni, nei suoi studi e nei suoi viaggi ormai evita la corte e se possibile anche l’Austria. La crisi dell’impero non le interessa, come ormai non le interessano più né il marito, né i figli.

La principessa Sissi e le tragedie familiari

La tragica morte di Rodolfo nel 1889 è il colpo finale: Elisabetta magrissima, sempre vestita di nero con il volto ormai avvizzito perennemente nascosto da veli scuri, viaggia instancabilmente e quando non viaggia cammina per ore e ore con qualsiasi tempo. Cerca una pace interiore che non troverà mai. Ulteriori tragedie familiari oscurano i suoi ultimi anni: nel 1890 muore la sorella maggiore Elena, nel 1897 la sorella minore Sophie Charlotte, sposata con il duca di Alençon, è una delle vittime dell’incendio del Bazar de la Charité a Parigi. Il 10 settembre 1898 a Ginevra l’anarchico italiano Luigi Luccheni le pianta una lima nel petto pensando di compiere chissà quale atto eroico, mentre in realtà uccide un fantasma. Per è un colpo al cuore perché in fondo non ha mai smesso di amare la moglie. Letto il telegramma che gli annuncia un’ennesima tragica morte, dopo quella del fratello e del figlio, riesce soltanto a mormorare: «non mi viene dunque risparmiato nulla su questa terra».

L’imperatrice, osserva Brigitte Hamann, una delle sua più famose biografe, «vuole affermare la propria personalità e non recita alcuna delle parti che la tradizione e l’ambiente volevano attribuirle: non la parte della sposa amorevole, non la parte della madre di famiglia, non la parte della figura più rappresentativa di un gigantesco impero». Con qualche decennio di anticipo Elisabetta rivendica con i suoi diritti di donna; purtroppo tutto questo non riesce a renderla la rende più felice e scatena una serie di tragedie familiari.

(*) Sofia di Wittelsbach sposa l’arciduca Francesco Carlo un uomo decisamene poco brillante, il fratello di un imperatore d’Austria a detta dei contemporanei “spiritualmente e fisicamente deficiente”.

La principessa Sissi, un percorso a Venezia

Con Sissi a Venezia

A Vienna una parte della Hofburg, l’antica residenza degli Asburgo è dedicata a Sisi, questo il vero soprannome della principessa Sissi.

https://www.hofburg-wien.at/en/about-the-location/sisi-museum/

Non solo la principessa Sissi, ovvero gli altri post sugli Asburgo:

L’assassinio di Francesco Ferdinando 

Carlo e Zita, le nozze

Zita, l’ultima imperatrice

L’Asburgo illuminato

La principessa Sissi, biografie, saggi e ricerche per approfondire la storia di tutti i personaggi:

 

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