Cucina catalana in Sardegna

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Cucina catalana in Sardegna


Testo di Giovanni FancelloEsperto e docente di storia della gastronomia sarda. Autore di numerosissime pubblicazioni, fra le quali citiamo: Sabores de Mejlogu, Sardegna a tavola, Il pesce povero, Le erbe selvatiche, Le spezie. Collabora alle pagine gastronomiche delle più importanti testate giornalistiche sarde. Vincitore del concorso internazionale  “Premio Marietta” di Pellegrino Artusi.

 

Alghero è la città catalana di Sardegna. Il suo territorio è circondato dalla millenaria testimonianza della presenza dell’uomo in epoca preistorica. La Grotta Verde, i nuraghi, le domus de janas e citazioni d’epoca romana, sono le numerose vestigia che confermano il passaggio dell’uomo più antico, anche se l’origine dell’attuale città è da ritenersi medievale. Intorno alla metà del XIII secolo diverse fonti storiche citano una fortezza controllata dalla famiglia genovese dei Doria, dove oggi sorge la città di Alghero. Alla fine del XIII secolo il papa Bonifacio VIII concede il Regno di Sardegna e Corsica, mai esistito prima, in feudo e in cambio di un sostanzioso affitto, a Giacomo II di Aragona. Nel 1323 una spedizione catalano-aragonese, inizia l’operazione di conquista del territorio sardo: nel 1353 raggiunge Alghero e nel 1420, tutta la Sardegna è sotto il controllo della corona d’Aragona. E’ da quel momento che i sardi di Alghero cominciano a mangiare alla maniera catalana? Molti sono i dubbi. La cucina contemporanea sarda ha ingredienti e titoli di ricette che provengono dalla lingua catalana, ma spesso l’origine di quei nomi è araba e le preparazioni erano esistenti ancor prima della loro conquista. Le ricette della cucina contemporanea di Alghero sono principalmente in lingua catalana, ma non si può dire tuttavia, che quelle preparazioni provengano dalla Catalogna. Più che di cucina catalana si può parlare di cucina algherese, fatta di numerose contaminazioni: romane, catalane, spagnole, arabe, genovesi e sarde. I Catalani di Catalogna al tempo della conquista dell’isola vivevano sotto l’influenza gastronomica islamica che persisteva in terra iberica fin dall’anno 711 d.C.. Si liberano definitivamente degli arabi solo un anno dopo la scoperta dell’America, e cioè nel 1493. Prima della conquista araba in Spagna la cucina catalana traeva le sue origini da quella latina e su quella aveva sovrapposto usanze mediorientali. Nel 1469 poi, col matrimonio tra Ferdinando il Cattolico di Catalogna e Isabella di Castiglia, la Catalogna diventa una regione della Spagna. 

Con il loro matrimonio dei regnanti di Castiglia e Catalogna si diede inizio al processo di unificazione dei due imperi e così anche per la Sardegna, che continua a vivere sotto il dominio spagnolo fino al 1700. La penisola iberica, ancora nel XVI secolo, è immersa nel profondo Medioevo, mentre l’Italia vive già quel rivoluzionario movimento culturale chiamato Rinascimento. La cucina rinascimentale italiana, come molte altre scienze, è in grande auge e per i suoi raffinati contenuti ha il sopravvento culturale su quella spagnola. Sono infatti i cuochi rinascimentali italiani, Bartolomeo Scappi e Cristoforo Messisbugo, a godere della massima considerazione del re spagnolo Carlo V, che li consulta per i pranzi importanti, come quello per festeggiare a Bologna, in Italia, la sua incoronazione di re di Spagna. 

La cucina algherese è quindi figlia della sua storia che ancor oggi viene principalmente denominata in un catalano antico, ma le preparazioni sono il prodotto di quella inesorabile evoluzione, come in ogni altra cultura, dove si possono ancora intravedere tracce di un passato lontano come in tutta la cucina di Sardegna.

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