Edoardo VIII: l'ultimo sovrano ad abdicare in Gran Bretagna - Focus.it
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Edoardo VIII: l'ultimo sovrano ad abdicare in Gran Bretagna

Carlo III è malato e si parla già di abdicazione. L'ultimo sovrano ad abdicare in Gran Bretagna fu Edoardo VIII nel 1936, ma il motivo era di tutt'altra natura.

Dopo l'annuncio da parte di Buckingham Palace della malattia di Carlo III tutti si interrogano sul futuro di un re incoronato alla veneranda età di 75 anni (6 maggio 2023), dopo settant'anni di regno della madre Elisabetta II. Cosa succederebbe se le sue condizioni di salute si aggravassero? C'è chi parla già di abdicazione, ma è una scelta molto rara nella storia della monarchia britannica. L'ultima abdicazione risale al 1936, quando l'allora re Edoardo VIII rinunciò alla corona per sposare Wallis Simpson. Vediamo cosa successe allora attraverso l'articolo "Il concubino reale" di Roberto Festorazzi, tratto dagli archivi di Focus Storia.

Figura controversa. Edoardo VIII fu sovrano del Regno Unito per meno di un anno, eppure è ancora oggi una figura controversa. Il brevissimo regno di Edoardo fu il contrario di quello di Elisabetta II, sua nipote, che regnò per settant'anni, battendo il record della regina Vittoria (63 anni e 7 mesi di regno).

Relazioni pericolose. Edoardo VIII, che salì al trono il 20 gennaio 1936, fece molto discutere all'epoca per la sua relazione amorosa con Wallis Simpson, un'americana borghese pluridivorziata. E per poterla sposare rinunciò allo scettro l'11 dicembre dello stesso anno, in favore del fratello minore Albert, incoronato come Giorgio VI.

Libertino. Nato il 23 giugno 1894, primogenito dei Windsor, il futuro Edoardo VIII per parenti e amici all'epoca era soltanto "David". In quella famiglia algida, nelle cui vene scorreva sangue tedesco, era considerato uno scapestrato. Invece con suo padre, Giorgio V, la casa reale aveva conservato quella sacralità tipica dell'età vittoriana. Il padre di David non tollerava alcuna concessione alla modernità: detestava i cocktail, le unghie smaltate, le donne che fumavano in pubblico, il jazz, l'usanza dei weekend fuori porta. Tutto quello che invece suo figlio, frequentatore di night club, invece amava.

Sovrano moderno. Tuttavia, alla morte del padre, il 20 gennaio 1936, fu proprio il principe-dandy a diventare re. Si ripromise di portare un po' di aria fresca nell'atmosfera ingessata e polverosa di Buckingham Palace. Scelse per sé il nome di Edoardo VIII e volle dare da subito segni di discontinuità con il passato. Voleva introdurre, in uno dei luoghi più tradizionalisti del mondo, un nuovo stile, a metà tra quello di un re scandinavo e quello di un presidente americano. Edoardo continuò a vivere nella sua residenza londinese, snobbando Buckingham Palace. E anche se preferiva andare a piedi come un normale cittadino, dovette accettare la Daimler d'ordinanza.

Un uomo qualunque. Fece scandalo la pubblicazione di una foto che lo ritraeva mentre attraversava la strada, con un ombrello in un giorno di pioggia. Un'istantanea che raccontava molto del suo volersi comportare come un uomo qualunque. Per di più quell'uomo "qualunque" era scapolo, un fatto increscioso per un Windsor. Il principe di Galles si era sempre rifiutato di metter su famiglia come chiedevano i genitori, preoccupati per il futuro della dinastia. A questo comportamento disdicevole si aggiungeva la sua simpatia per i regimi autoritari, specialmente per Hitler.

Pacifista? Circostanza che preoccupava non poco il governo inglese. Edoardo VIII infatti pretendeva di occuparsi in prima persona della politica estera, di solito riservata al governo, e si adoperò molto per allentare la tensione internazionale sorta dopo l'avventura in Etiopia di Mussolini. Il sospetto era che con David sul trono la Gran Bretagna non avrebbe mai combattuto Hitler. Anche per motivi personali – aveva partecipato alla Prima guerra mondiale – era convinto che fosse suo dovere compiere qualunque sforzo per evitare che inglesi e tedeschi potessero fronteggiarsi un'altra volta sui campi di battaglia. Dall'altra parte il Primo ministro conservatore, Stanley Baldwin, insieme a gran parte dell'establishment britannico, riteneva inevitabile uno scontro con Hitler e non voleva che il re fosse un ostacolo.

Capro espiatorio. Il principe fin da giovane si era preoccupato per le condizioni degli inglesi più poveri e faceva pressioni sul governo affinché realizzasse un vasto piano di edilizia residenziale per le famiglie di lavoratori. Il futuro re, per i conservatori, si stava avvicinando un po' troppo al popolo, mettendo in risalto i fallimenti del governo nell'ambito sociale. L'erede al trono si mostrava di continuo mentre parlava con gli operai, visitando i distretti minerari e industriali. Cosa che gli fece guadagnare una notevole popolarità (a scapito di quella degli uomini di governo). Per tutti questi motivi, ora che era diventato re, era necessario metterlo nelle condizioni di rinunciare al trono. In altre parole, trovare un pretesto costituzionale per costringerlo all'abdicazione.

Amore poco reale. Alla testa di quello che a tutti gli effetti fu un complotto contro Edoardo, un fatto senza precedenti in Gran Bretagna, c'era il capo del governo Baldwin. Il pretesto si trovò in fretta. Edoardo VIII, era deciso a sposare Wallis Warfield Simpson, una borghese americana, due volte divorziata. In molti pensavano che il re, succubo di quella donna, fosse incoraggiato da lei a trescare con Hitler.

Dal capo di governo inglese furono sollevate obiezioni giuridiche e religiose. Edoardo non poteva unirsi a una donna che, seppur divorziata, per la Chiesa anglicana era ancora sposata. Del primo matrimonio, celebrato con rito religioso, infatti non c'era stato l'annullamento, quindi restava valido. E poiché il primo marito di Wallis era ancora vivo, Edoardo era da considerarsi un "concubino".

Tutti contro. Condizione inammissibile per un sovrano che è anche il capo della Comunione anglicana. In molti si schierarono contro Edoardo, ma uno dei più tenaci artefici della sua abdicazione fu Neville Chamberlain, futuro Primo ministro e all'epoca ministro delle Finanze. Questa posizione emerge dalle lettere che il politico conservatore inviò alle sorelle, lettere nelle quali descrive Wallis Simpson come una donna "totalmente egoista e un'avventuriera senza cuore". Le lettere rivelano il tipo di pressione che Chamberlain esercitò sul re per costringerlo a rinunciare al trono. Se si fosse sposato con Wallis gli avrebbe tagliato l'appannaggio reale, cioè i "rubinetti" delle finanze.

L'appoggio di Churchill. A schierarsi, a sorpresa, a favore di Edoardo fu invece un altro esponente conservatore: Winston Churchill. Tuttavia l'appoggio di Churchill non bastò e quando il sovrano fu messo di fronte a una scelta (o il matrimonio o il regno) scelse il primo, abdicando l'11 dicembre 1936 in favore del fratello Albert ("Bertie") che prese il nome di Giorgio VI. In un drammatico discorso radiofonico, Edoardo rese nota ai sudditi la decisione, dichiarandosi incapace di adempiere ai suoi doveri senza avere al fianco la donna che amava.

Ripudiati. David e Wallis si sposarono in Francia, nel castello di Condé, vicino a Tours, il 3 giugno 1937. Da quel momento si aggiunsero per loro altre amarezze: furono di fatto ripudiati dalla famiglia reale. Benché avessero ricevuto il titolo di duchi di Windsor, fu loro impedito di risiedere nell'omonimo castello e dovettero rassegnarsi a una vita di "quasi esilio".

Amicizie pericolose. Nell'ottobre del 1937 la coppia visitò la Germania, dove fu accolta festosamente da Hitler e dai gerarchi nazisti. David fu accompagnato a visitare fabbriche modello, come le Officine Krupp di Essen e i campi di addestramento delle Ss. E fu ospite di Hermann Göring nella sua tenuta di Karinhall. Il 22 ottobre i duchi furono ricevuti dal Führer a Berchtesgaden, il suo rifugio sulle Alpi bavaresi. Dopo quella visita, Hitler commentò, a proposito di Wallis: "Sarebbe stata una buona regina".

Simpatie naziste. Il viaggio consacrò l'amicizia e un patto segreto tra l'ex re e il Terzo Reich. Non era infatti un mistero che Hitler, in caso di sconfitta della Gran Bretagna nella Seconda guerra mondiale, avrebbe voluto rovesciare Giorgio VI e riportare sul trono Edoardo VIII. La documentazione politica sul sovrano che fece il "gran rifiuto" è ancora conservata nel castello di Windsor. E il sospetto di tradimento grava ancora sull'ex monarca, che potrebbe aver passato al nemico informazioni sui punti deboli della Linea Maginot, sui piani di difesa del Belgio e su altri aspetti di vulnerabilità degli Alleati.

Esilio dorato. Proprio per questa pericolosa vicinanza a Hitler, i duchi di Windsor vennero confinati dal governo lontanissimi dall'Europa, nelle Bahamas (dominio inglese, in America Centrale), dove l'ex re divenne governatore. La coppia rientrò in Europa nel Dopoguerra, stabilendosi a vivere a Parigi. Soltanto in rare occasioni, e per brevi periodi, fu loro concesso di tornare sul suolo britannico. Edoardo morì nella capitale francese il 28 maggio 1972. Sua moglie, che gli rimase sempre al fianco, si spense il 24 aprile 1986. Della loro storia restano la tomba comune nella cappella reale del castello di Windsor e i gioielli di Wallis. Una ventina di questi sono stati battuti all'asta nel 2010, da Sotheby's, per la notevole cifra di 12,5 milioni di dollari.

7 febbraio 2024 Focus.it
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