Demba Seck e la denuncia della ex fidanzata: l'inchiesta a Far West - la Repubblica

Torino

Demba Seck e la denuncia della ex fidanzata: l'inchiesta a Far West

Demba Seck, attaccante del Torino

Demba Seck, attaccante del Torino

 (fotogramma)

Il caso del revenge porn e i video intimi girati dal calciatore del Torino che sarebbero stati inoltrati a degli amici. Dopo le rivelazioni di Repubblica la vicenda trattata dal programma di Rai 3

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La denuncia per revenge porn di una ragazza di Torino ai carabinieri. La testimonianza simile, di una seconda donna di Ferrara, pubblicata su Tik Tok. Un’inchiesta archiviata. E ancora un’altra indagine, complessa e delicata, che coinvolge un magistrato, che risulta tuttora aperta. Emerso in autunno, il caso che ha coinvolto il calciatore del Toro Demba Seck ha mosso squadre di investigatori di due città, Torino e Milano. E dato vita a un dibattito, esploso anche sui social – sulla scia del #metoo – destinato a intensificarsi dopo la messa in onda della prima puntata di “Far West”. Nel nuovo programma di Salvo Sottile in onda su Rai 3 un approfondimento è dedicato al caso dell’attaccante del Toro, indagato per revenge porn fino a ottobre (il caso è stato poi archiviato) dalla procura di Torino. Una storia di cui Repubblica si è occupata più volte, svelando aspetti e retroscena.

Come inizia il caso Seck: la storia e il video degli incontri sessuali

Il caso Seck esplode in autunno. Ma l’indagine di Torino nasce nel gennaio 2023. Quando Veronica Garbolino, 22 anni, si presenta ai carabinieri di Cirié e denuncia: “Sono stata insieme a Demba Seck per un periodo, poi l’ho lasciato. Mi ha ripresa di nascosto mentre facevamo sesso. Mi ha mandato i video intimi su WhatsApp, con dei messaggi di minaccia. Ho paura che adesso possa diffonderli”. I carabinieri attivano il Codice rosso e in pochi giorni la procura apre un’inchiesta per revenge porn. La denuncia di Garbolino arriva sulla scrivania del pm Enzo Bucarelli.

“Ho conosciuto Seck nel gennaio del 2022, quando facevo la ragazza immagine alla discoteca Pick up”, spiegava la ragazza. “Fino a settembre ci sentivamo in maniera sporadica su Istagram. Fino a quando non mi ha invitata a una sua partita, Torino-Sassuolo, il 17 settembre 2022. Da quel giorno ci siamo incontrati altre volte, fino alla prima settimana di ottobre. Mangiavamo fuori, dormivo spesso da lui. Lo accompagnavo agli allenamenti e facevamo sesso. Tutti i rapporti sono avvenuti a casa sua. Il 20 ottobre 2022 ho deciso di terminare questa frequentazione, perché avevo capito di essere stata presa in giro. Lui da me voleva soltanto sesso e io volevo una relazione diversa, perché iniziavo ad affezionarmi”.

Dalla rottura, il calciatore avrebbe tentato di contattare Garbolino più volte. “Il 22 gennaio – aveva denunciato la 22enne – ho rivisto Seckin discoteca. Io stavo consolando una collega che era stata con lui e che aveva sofferto. Seck ha visto che parlavamo e mi ha mimato il gesto del taglio della gola, dicendomi di non parlare di lui in giro. Il 24 gennaio mi ha scritto: ‘Continua a parlare, mi raccomando’. E mi ha mandato i video intimi girati di nascosto. Mi sono sentita pietrificata”.

Le indagini e il nodo della perquisizione: il pm diventa indagato

Il pm Bucarelli, con la sua pg, lavora all’indagine. Organizza una perquisizione al Toro. Sente la ragazza, che è parte offesa. Visiona i video intimi sul cellulare di Seck, e poi li cancella, dopo avere verbalizzato di averli visti. E qui la questione si complica, perché il comportamento del pm diventa oggetto di una segnalazione riservatissima che un agente della sua stessa polizia giudiziaria manda, nella massima riservatezza come si fa in questi casi, ai superiori di Bucarelli. La segnalazione dà vita a una seconda inchiesta, svolta dalla procura di Milano, in cui lo stesso Bucarelli è indagato per frode processuale. L’indagine lombarda è aperta e ovviamente coperta dal segreto istruttorio.

Nella segnalazione dell’agente di pg di Torino vengono denunciate tre presunte irregolarità, al vaglio degli inquirenti milanesi. La prima. Il pm avrebbe avvisato i vertici del Toro dell’imminente perquisizione a carico dell’indagato. Grazie a questa “soffiata”, quando, il 21 febbraio scorso, il magistrato – con la pg – sarebbe arrivato presso la sede del Torino calcio, Seck sarebbe stato già lì, in compagnia del suo avvocato. La perquisizione non sarebbe stata dunque un atto a sorpresa.

La seconda presunta anomalia che viene segnalata è che il pm non avrebbe sequestrato il cellulare a Demba Seck, per poi estrapolare la cosiddetta “copia forense” del contenuto del telefonino. Un’azione necessaria per scoprire ogni elemento di prova relativo al revenge porn: a chi Seck avrebbe mandato i video, quando, quali chat avrebbe cancellato dopo avere spedito i video intimi. Il magistrato avrebbe invece chiesto al calciatore, durante la perquisizione, e dopo avere visionato il cellulare di Seck, di cancellare i video. A difesa del magistrato, va specificato che è lo stesso Bucarelli a mettere a verbale questa azione, senza nasconderla. Il pm fa scrivere che, dopo avere visionato i video, li fa cancellare perché ormai, come prove, non servirebbero più. Lo avrebbe fatto anche per arginare il rischio che quelle immagini venissero ulteriormente divulgate.

La testimonianza della ragazza e l’accordo economico

C’è poi un terzo punto, forse il più spinoso, oggetto della segnalazione, che riguarda il momento in cui la parte offesa, Veronica Garbolino, viene sentita dal pm. La versione della ragazza, messa per iscritto, è questa: “Dopo la denuncia sono stata contattata dal pm, che mi ha detto che non c’era stata alcuna divulgazione dei video. In quella occasione, anche in ragione della mancata diffusione, il pm mi consigliava di procedere oltre. E di definire con una transazione la vicenda, individuando quale cifra dell’eventuale risarcimento, funzionale a una remissione di querela, una somma che poteva attestarsi tra i 500 e i 3.000 euro”. Questa è la versione della 22enne. Non conosciamo quella del pm, che riguardo a questo punto, e ad altri, non ha rilasciato dichiarazioni, anche perché, sul suo operato, stanno indagando i pm di Milano.

La relazione sul pm mandata alla Cassazione

C’è, infine, ancora un pezzo che completa il puzzle molto complesso di questo caso. E riguarda l’ex procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo. Prima di andare in pensione, lo scorso autunno, Saluzzo avvia una sorta di indagine sulla questione. Stila una relazione, che riguarda il comportamento del pm Bucarelli, e la manda alla procura generale della Corte di Cassazione, affinché valuti il comportamento del magistrato torinese e prenda eventualmente provvedimenti.

L’archiviazione dell’indagine su Seck e il dubbio sul revenge porn

L’ultima tappa nota della vicenda riguarda l’inchiesta di Torino. Il gip, a ottobre, accoglie l’istanza del pm Bucarelli, che a fine luglio aveva chiesto di archiviare l’indagine per revenge porn a carico di Seck. Il calciatore granata dunque non è più indagato e non andrà mai a processo per questa storia. Il motivo della richiesta di archiviazione del pm è la transazione economica riservata firmata da Seck e Garbolino. “Ma quando la ragazza firma l’accordo – ribadisce l’avvocata Alessandra Lentini, che assiste la 22enne – non sa che sono state trovate le prove del revenge porn. Sa soltanto che Seck ha i video sul suo cellulare, non che è stata scoperta la divulgazione, azione necessaria affinché il reato si consumi”. In ogni caso, è tardi. Il gip archivia.

Così come è tardi per il caso di un’altra ex ragazza di Seck, Ilaria, giovane di Ferrara. Su TikTok, mettendoci la faccia, la ventenne aveva dichiarato – lo scorso settembre – di essere stata “vittima del calciatore”, dopo che, nel 2021, aveva avuto una relazione con lui. “Mi ha scritto messaggi aggressivi e che ha dei video intimi su di me”, aveva detto. Ma essendo passati due anni dai fatti, in ogni caso la ragazza di Ferrara sarebbe in ritardo, adesso, per procedere con una formale denuncia contro l’attaccante granata. L’avvocato difensore di Seck, Marco Feno, contattato da Repubblica a riguardo aveva detto: “Per quanto riguarda Demba Seck non dico nulla. Sulla diffusione sui social ci riserveremo di prendere iniziative di tutela davanti all’autorità giudiziaria”.

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