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LA MAPPA DELLA RICCHEZZA PROVINCIALE

Il reddito dei cremonesi tra i più bassi in regione

Con 21.629 euro pro capite la provincia cresce del 7% ma resta al di sotto della media italiana. È Crema la regina del territorio con 26.882 euro, il fondo della graduatoria parla casalasco

Riccardo Maruti

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25 Aprile 2024 - 05:30

Il reddito dei cremonesi tra i più bassi in regione

CREMONA - Il reddito pro capite in provincia di Cremona cresce del 7%, passando da 20.222 a 21.629 euro, ma rimane tra i più bassi in Lombardia: la media regionale, in aumento del 4,7%, si attesta infatti a quota 27.890 euro. Non solo: il dato cremonese risulta inferiore anche a quello nazionale, che tocca i 23.650 euro grazie a una crescita del 4,9%. A certificare la collocazione del cittadino cremonese-tipo nella fascia di reddito medio-bassa è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che nelle scorse ore ha diffuso il report sulle dichiarazioni Irpef e Iva presentate l’anno scorso e relative all’anno d’imposta 2022. La Lombardia si conferma la regione con il reddito medio complessivo più elevato, mentre in fondo alla graduatoria si piazza la Calabria con 17.160 euro. «Continua, quindi, ad essere significativa — sottolinea il Mef — la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali» (clicca qui per tutti i dati).

IL DETTAGLIO COMUNALE

Nel quadro della ricchissima Lombardia, tra le città capoluogo la medaglia d’oro va alla ‘capitale’ Milano con 35.982 euro. Un valore distantissimo dai livelli reddituali dei principali centri del territorio cremonese. La concentrazione del reddito nei comuni della provincia di Cremona presenta una distribuzione disomogenea. Al vertice si confermano i cittadini di Crema, con 26.882 euro di entrate medie dichiarate: un primato comunque poco brillante, poiché al di sotto del valore medio regionale. La seconda piazza della classifica provinciale spetta a un altro comune cremasco, il minuscolo Torlino Vimercati (appena 450 abitanti), che raggiunge 26.204 euro. Terzo gradino del podio per la città capoluogo, con un reddito pro capite che sfiora i 26mila euro. Nelle posizioni di vertice figurano, poi, due paesi alle porte di Cremona come Malagnino (25.726 euro) e Bonemerse (25.070). Sono ben 14, invece, i comuni che non raggiungono la soglia dei 20mila euro: Torre de’ Picenardi (19.952), Scandolara Ravara (19.831), Robecco d’Oglio (19.801), Scandolara Ripa d’Oglio (19.790), Volongo (19.497), Sospiro (19.463), Calvatone (19.337), Ostiano (19.330), Pessina Cremonese (19.316), Voltido (19.298), Torricella del Pizzo (19.029), Spineda (19.013), Cappella de’ Picenardi (18.935) e — ultimo in graduatoria — Cingia de’ Botti (18.272). Fra il battistrada e il fanalino di coda il distacco è di 8.610 euro, con una forbice del 32%.

I TRE DISTRETTI

La porzione occidentale della provincia si conferma la più abbiente, tanto che nessuno dei centri cremaschi è presente nella fascia al di sotto dei 20mila euro. È casalasco, invece, il maggior numero di comuni che occupano le posizioni di retroguardia della graduatoria territoriale. In buona sostanza, i livelli di ricchezza si attenuano progressivamente procedendo da Ovest verso Est sulla mappa geografica della provincia. E la traiettoria decrementale del reddito complessivo medio trova conferma nei numeri che caratterizzano i capoluoghi dei tre distretti: Crema si avvicina a quota 27mila euro pro capite con un aumento del 2,6%, Cremona è un passo dai 26mila euro per effetto di un balzo reddituale del 6,1%, Casalmaggiore non riesce a raggiungere la soglia dei 22mila euro nonostante un incremento del 2,7%. Le cifre, certo poco entusiasmanti, non devono però allarmare: basti pensare che città capoluogo come Brescia, Verona, Torino e Reggio Emilia si collocano nella fascia di reddito compresa fra i 25mila e i 26mila euro pro capite.

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