Cisano Bergamasco: Nuovo centro commerciale, al via l'enorme cantiere - Prima Merate
Il progetto

Nuovo centro commerciale, al via l'enorme cantiere

Un enorme cantiere che da Cisano arriva quasi fino alle soglie di Pontida sta per dare nuova vita ad un luogo dall’importanza economica e storica

Nuovo centro commerciale, al via l'enorme cantiere
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Nuovo centro commerciale sull’area dell’ex Fornace Magnetti. Un enorme cantiere che da Cisano arriva quasi fino alle soglie di Pontida sta per dare nuova vita ad un luogo dall’importanza economica e storica: lì avvenne una frana che costò la vita a 6 persone negli anni '50.

Nuovo centro commerciale sull’area dell’ex Fornace Magnetti

Chiunque passi sulla Briantea nella zona di Bondì non può fare a meno di notare un enorme cantiere che arriva quasi fino alle soglie di Pontida. Si tratta dell'area dell'ex Fornace Magnetti, molto importante per la storia della Val San Martino, che sta per essere riqualificata in una zona industriale e commerciale di media distribuzione (le voci dicono che dovrebbe prendervi posto il Penny Market che attualmente si trova a Pontida, ma non è nulla di assolutamente ufficiale).

Dove sorgerà il nuovo centro commerciale:

Il primo intervento, in ordine cronologico, sarà la realizzazione di una rotonda davanti al ristorante Bunde che porterà via un po' di spazio al parcheggio retrostante. La rotonda era infatti necessaria per legge per consentire un'adeguata immissione nella nuova area. Riguardo invece ai lavori dentro il cantiere, essi riguardano un'area complessiva di circa 60 mila metri quadri, di cui più o meno 5 mila saranno dedicati al polo commerciale mentre i restanti 45 mila ospiteranno l'area industriale.

Quello che si vede ora, però, è solo la fine di un lungo processo che risale ancora al 2007. In quell'anno la Magnetti SpA aveva indetto un concorso per il recupero dell'area storica della Fornace Magnetti che aveva cessato l'attività nel 2001. Il concorso era stato patrocinato dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Bergamo e riguardava la progettazione di un centro commerciale, una zona artigianale e una zona residenziale, oltre alle infrastrutture e ai servizi necessari, nell’area degli oltre 100 mila metri quadri di pertinenza dell’ex fornace.

Ai partecipanti fu fatta esplicita richiesta di proporre soluzioni tecnologicamente innovative e di prestare una particolare attenzione alle dinamiche sociali, economiche dei paesi limitrofi nonché all'aspetto paesaggistico. Vennero presentati 52 progetti provenienti da 100 studi, ma solo 5 arrivarono alla giuria finale. Il vincitore fu l'architetto Jacopo Zanchi di Venezia. Attualmente il cantiere è portato avanti dalla ditta «Roncelli Costruzioni Srl» di Brembate Sopra.

Tornando indietro nel tempo, a quando la Fornace era ancora attiva e dava lavoro a moltissima gente del paese, c'è una storia che i più anziani cisanesi probabilmente ricordano ancora. Era la sera del 12 aprile 1957, più precisamente erano le 20.15, quando si sentì a Cisano e a Pontida un fortissimo boato che fece subito pensare a un terremoto, ma non era così. Una frana aveva infatti trascinato con sé, risucchiandola nel terreno argilloso, una casa colonica di proprietà della famiglia Magnetti, seppellendo le persone che si trovavano al suo interno.

La tragedia, passata alla storia come la “Frana di Fontanafredda” (dal nome della località in cui avvenne) avrebbe potuto avere dimensioni ancora più grandi se solo molti dei residenti non fossero stati a Messa a Ca' de Rizzi in occasione della Madonna Addolorata. Quella notte persero la vita sei persone: Alessandro Maino, i coniugi Giuseppe Maino, figlio di Alessandro, e Maria Biffi, le loro piccole figlie Elisabetta Maino e Marisa Maino e un coraggioso soccorritore di Cisano Mario Isacchi, sommerso da uno smottamento del terreno mentre cercava ti tirare fuori i corpi delle vittime.

Il sindaco di Cisano, Antonella Sesana, si è detta molto toccata da questa storia e ha espresso il suo desiderio di porre un cippo in memoria della tragedia una volta che saranno finiti i lavori.

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