La Rai prossima ventura - ultime notizie

giovedì 16 maggio 2024

RAI: le trappole dell'incertezza ... o viceversa


“Nella vita come gioco dei consumatori post moderni, le regole del gioco cambiano continuamente nel corso della partita. La strategia più ragionevole è quindi quella di chiudere ogni partita velocemente. In questo modo il gioco della vita, affrontato con intelligenza, porta a dividere la grande sfida onnicomprensiva, dalle enormi poste in gioco, in una serie di partite veloci e brevi con piccole poste in palio”. Z. Baumann, La Società dell’incertezza

Di punti fermi, granitici, nella vita ce ne sono ben pochi. Figuriamoci quando si parla di RAI. In questo momento, oggi, nessuno è in grado di ipotizzare nemmeno lontanamente quale potrà essere il suo futuro, quale che esso possa essere e quando esso possa concretizzarsi.

Banale e superfluo ripeterlo: le risorse economiche incerte allo stato puro, lo sviluppo tecnologico una magnifica fantasia filosofica, il contesto normativo tutto da inventare, specie dopo il MFA. Quella “sciocchezza” fors’anche essa banale e superflua del Contratto di Servizio parcheggiato in seconda fila come una macchinetta qualsiasi mentre il proprietario è a fare la spesa al supermercato. Ovviamente, of course, non ne parliamo proprio: il Piano Industriale che ne discende è metafisica trascendentale in forma primordiale. Il tutto, mentre l’attuale Cda sta preparando gli scatoloni in vista della sua prossima uscita da Viale Mazzini mentre si chiacchera amenamente sulla possibilità che Rossi, fortemente voluto dalla Meloni (forse, ma nemmeno poi tanto) possa diventare il prossimo AD, con buona pace di buon senso e ragionevolezza.

Con altrettanta poca buona pace e ragionevolezza, assistiamo a questa triste vicenda del dibattito in Tv divenuto l'arena metafisica dell'incertezza e della confusione in cui naviga il Servizio Pubblico. Inizialmente previsto tra la Meloni e la Schlein che ora, dopo il pronunciamento di AgCom, sembra tutto saltato. Il PD potrebbe stappare champagne: l’autotrappolone in cui era autocaduta la segretaria si è disinnescato. Tutto sommato, gli conviene che AgCon gli abbia tolto una castagna dal fuoco molto perniciosa. Alla Meloni non sembrava vero di aver portato a casa il risultato di farlo svolgere in “casa Vespa”, notoriamente un luogo “neutro” della prima ora. E anche alla Schlein tornava utile rappresentare se stessa coma unica rappresentante dell’opposizione. Errore fatale! Ancora una volta la visione strategica della competizione non sembra essere il suo forte: vedi la sua candidatura alle europee con il “si, no, forse” fino all’ultimo minuto dove ha evidenziato la rappresentazione fotografica delle sue difficoltà.

Traduciamo tutto in soldoni: l’Azienda RAI è sull’orlo di una crisi esistenziale e, proprio nel momento più incerto e difficile, non sembra azzeccarne una che dir si voglia. Ad oggi, l’unico punto fermo è che il prossimo lunedì 20 maggio si voterà per eleggere il rappresentante di dipendenti che rimarrà parcheggiato in attesa di quando avverrà analoga votazione alla Camera e al Senato che NON avverrà certamente prima delle elezioni europee. Se ne parlerà con il caldo di giugno. Forse.

bloggorai@gmail.com

ps: da leggere un articolo su Domani che è tutto un paradigma astrofisicotrascendentale, altro che incertezza RAI! Il titolo è "La partita di Ciannamea. Sacrificato dalla Lega sull'altare della RAI".

 


martedì 14 maggio 2024

La Finanza a Viale Mazzini???

Foto di Bruno da Pixabay

Ieri pomeriggio, in un primo momento, ci siamo spaventati: la “Finanza” a Viale Mazzini !!! e uno pensa subito alle Fiamme Gialle e magari sente pure rumore di manette … non si sa mai ... di questi tempi. Poi invece, con sollievo, leggiamo che si tratta di "finanza" con la "f" minuscola e quindi un falso allarme. Meno male ... che sollievo !!!

Invece ecco “Rai, prestito obbligazionario da 300 milioni” … Accipicchia !!! Nootiziona !!! a quando risale? Al 27 novembre 2019 e l’ha pubblicata Repubblica a firma Aldo Fontanarosa. E allora? Allora lo stesso titolo può essere riproposto oggi visto che “Il Consiglio di Amministrazione della Rai, riunitosi a Roma sotto la presidenza di Marinella Soldi alla presenza dell’Amministratore Delegato Roberto Sergio, ha conferito mandato all’Amministratore Delegato e al Chief Financial Officer al fine di procedere al perfezionamento dell’operazione di emissione di un Prestito Obbligazionario non convertibile fino a 300 milioni di euro, da collocare presso investitori istituzionali italiani ed esteri e quotato presso un mercato regolamentato.

Tale prestito, che consente il rifinanziamento del titolo di pari importo in scadenza a fine esercizio, garantirà altresì una adeguata struttura finanziaria di Gruppo a supporto delle iniziative del Piano industriale 2024-2026”. Attenzione: il bond del 2019 (AD Salini) è in scadenza a dicembre e si deve o saldarlo o rinnovarlo. La prima ipotesi è esclusa “a priori” e non rimaneva che la seconda. Ok … okkkeyyy… e  ok fino ad un certo punto. Fino a che punto?

La prima domanda che è necessario porre è semplice. Quali garanzie sono state offerte per rinnovare il bond? Queste "garanzie" rafforzano o indeboliscono la posizione RAI ??? La seconda è pure una domanda semplice: a cosa servono questi soldi, come e dove verranno impiegati? Nel comunicato si legge che dovrebbero servire “... a supporto delle iniziative del Piano Industriale”. Cioè, cerchiamo di capire e tradurre in italiano: il nuovo debito serve a ripagare il debito e il Piano si regge sui debiti. Affascinante. Non siamo particolarmente esperti di economia aziendale e, malapena, riusciamo a tenere sotto controllo il bilancio familiare però qualcosa non torna. Che dire? La manovra, per eccesso di fantasia finanziaria, potrebbe anche avere una sua logica: gli investimenti si possono fare se sei in grado di farli, sarà una tautologia ma è così. E allora, come diavolo si possono finanziare gli investimenti? Come si può dare vita alla fantasiosa  “Digital Media Company” (senza aggiungere “public” .. per carità!)??? Il tema è il debito complessivo a cui è esposta Rai che ammonta da anni ad oltre 500 mln e non si intravvedono manovre interne di risanamento in grado di ridurlo (efficienza di gestione, riduzione dei costi, ridefinizione dei contratti etc). Non ci sono riusciti i cda precedenti e non è riuscito questo, seppure si vanta di averlo ridotto di una parte. Se non si pone in essere una credibile politica di risanamento strutturale del debito … tutto il resto è fuffa .. che si paga pure cara: il precedente bond era all’1,9%. Quello di ieri a quanto è stato quotato?

Come vi abbiamo scritto, ci siamo rivolti a lettori “esperti” e vi abbiamo riportato una ipotesi suggestiva: questa operazione potrebbe "compensare" il rinvio del dossier della quotata di Via Teulada.  Come vi è noto, da tempo si dibatte di “vendere” una quota di Rai Way. Le ipotesi sul tavolo sono due: la prima prevede la cessione di una quota differenziale dal 64 % attualmente posseduto da RAI al 51% (autorizzato con decreto Draghi). Ipotesi vista dai “fondi sovrani” come il fumo agli occhi. La seconda ipotesi, molto apprezzata anche dal Governo Meloni che avrebbe nel cassetto un DPCM, prevede di scendere al 30% per favorire la nascita del famigerato “polo delle torri”.  Da notare che per la prima ipotesi, come vi abbiamo riportato dettagliatamente, erano stati preventivati e messi in “cassa” 190 mln previsti per la vendita delle quota e indispensabili per sostenere, appunto, il Piano Industriale. Il tutto condito da un elemento di assoluto rilievo: l’incertezza strutturale del canone. Ancora non si conosce l’importo, se e come verrà riscosso e finanziato per il prossimo anno. 

Torniamo alla prima domanda “facile”: quali garanzie sono state offerte per rendere sostenibile la richiesta/rinnovo del bond? Qualche idea ci si è formata. Ci stiamo lavorando. Quello che vi possiamo anticipare o riproporre è la solita battuta: “Caro Bloggorai, il problema è politico”. Già … lo avevamo dimenticato. Con buona pace degli analisti e degli alchimisti finanziari.

bloggorai@gmail.com

FLASH !!!


Questa mattina il Cda RAI ha autorizzato un prestito obbligazionario da 300 mln di euro ..."per garantire supporto finanziario adeguato al Piano industriale... "il prestito consente il rifinanziamento del titolo  di pari importo in scadenza a fine esercizio" (Askanews 14.27). 

Bene... c'è molto da dire ... stiamo interpellando gli esperti. La prima osservazione interessante viene da una fonte qualificata: "E' saltata l'operazione RAI Way ... almeno per ora ... poi, si vedrà".

Vediamo, vedremo ... rimanete sintonizzati

bloggorai@gmail.com
 

RAI: nervi tesi e calma piatta

Foto di Antonio López da Pixabay

Prima di arrivare alla notizia del giorno, è necessario fare un piccolo passo indietro riferito al post di ieri. Abbiamo scritto ”La RAI è o non è”. Qualcuno ha sollevato obiezioni e, giustamente, propone che si potrebbe meglio scrivere: “La RAI è ma non sappiamo se e cosa sarà”.  Non c’è dubbio, infatti, che la Rai oggi mantiene saldamente il suo ruolo, la sua posizione nel panorama, sulla scena politica, sociale e culturale del Paese. Ma, appunto, il tema è capire per quanto tempo ancora potrà essere così? Quanto resisteranno gli ascolti di “Villa Arzilla” dove, come abbiamo scritto, ogni telespettatore che lascia questo Paese era un telespettatore RAI e ogni nuovo telespettatore che nasce la RAI non la vedrà mai. Quanto poi potrà resistere con risorse scarse incerte?

Ormai non è più tempo di dibattere sulla riforma della governance che, comunque, forse, un giorno lontano, qualcuno potrebbe fare, magari in un altro contesto politico, con un altro governo e con altri partiti.  Certo che è necessaria! Certo che è necessario rompere il cordone del controllo governativo sul Servizio Pubblico. Certo che la legge 220 del 2015 si dovrà superare e magari ci penserà il recente MFA e renderlo possibile. Ma affinché ci si possa indirizzare in quella direzione, intanto, è necessario fare chiarezza quanto prima possibile sul tema fondamentale: cosa dovrà essere il Servizio Pubblico tra 10 … 20 anni ovvero, da che parti dirigere la barca. Certe volte appare faticoso ribadirlo: se non è chiaro l’obiettivo, se non è chiara la direzione verso al quale dirigersi, la barca è alla deriva e chi siede al timone non sa dove dirigerla. Prima ancora però, è necessario cercare di salvare “capra e cavoli” subito, oggi, domani e non tra 15 mesi.

Bene. Premessa: chi legge Bloggorai campa cent’anni!!! E’ probabile che dovremo passare all’incasso di un notevole numero di scommesse: caffè, apertivi, un paio di cene e una merenda. La notizia del giorno è che le votazioni alla Camera e Senato per eleggere i componenti del Cda RAI potrebbero slittare a dopo le europee. Abbiamo scritto e ribadito più volte che il colpo di mano per fare tutto subito non è conveniente per nessuno, per primi i partiti di maggioranza. Per un semplice e banale motivo: i rapporti di forza potrebbero essere radicalmente mutati dopo il 9 giugno. Leggiamo oggi su il Foglio di oggi che titola “Meloni rinvia Rai, Cdp e Fs a dopo il voto. E domenica va da Vox La premier aspetta l'esito delle urne per ridimensionare Salvini nelle nomine …” dove poi si legge che la Meloni “… Il valzer della Rai per esempio lo vuole evitare ora, anche se sembra avere le idee chiare: oltre a indicare nel cda Giampaolo Rossi, destinandolo poi al ruolo di amministratore delegato, per l'altro membro del consiglio d'amministrazione ha in mente una donna: l'amica Valeria Falcone”. 

Mah …  sarà … ma a Bloggorai arrivano altre interpretazioni e valutazioni.

Ad esempio, nei giorni scorsi abbiamo speso tempo a sentire qualche nostro affezionato ed esperto “lettore” non solo di Bloggorai e non solo di aree vicine. Tutta questa certezza sulla riconferma di Rossi non sembra proprio tale. Anzi. Abbiamo poi chiesto ad ex colleghi di Viale Mazzini e dintorni che aria tirasse nel palazzo: “calma piatta” è la sintesi buona per tutti. Una calma però che cela grande agitazione e nervosismo: nessuno si schiera più con nessuno non sapendo bene cosa lo attende tra poche settimane. Nessuno, a questo punto, scommette più su nessuno e men che meno su Rossi come prossimo AD. Le combinazioni, le variabili in gioco e le poste su diversi tavoli interni ed esterni al Palazzo rendono del tutto improbabile ogni sorta di totoscomesse fondate sui nomi se non tengono conto di cosa “esprimono”, di quanto “pesano” nella bilancia politica. Rossi, come del resto Sergio, la Agnes o altri nomi di cui si è letto, possono essere tranquillamente spesi o dispersi come piume al vento se necessità, opportunità e convenienza lo richiedessero.

Chiudiamo sul tema del giorno: il confronto Tv tra Meloni e Schlein condotto da Bruno Vespa. Non ci sono dubbi su due elementi: il primo è che si tratta di un “regalo” politico al capo del Governo di inaudita rilevanza nella forma e nella sostanza. Rende plastico il “suo” concetto di Parlamento e istituzioni dove si esalta il bipolarismo che invece, per nostra fortuna, ancora non c’è. Alle europee, seppure con il proporzionale, concorrono tutti e non solo FdI e PD. Spacciare questo confronto Tv come sintesi unica del dibattito politico è grave e insopportabile. Il secondo elemento che merita attenzione è il contesto entro il quale si dovrebbe svolgere: il “salotto” di Bruno Vespa. Non è una sede neutra come non è neutro il conduttore. Allora perché concedere questo doppio vantaggio alla Meloni? La speranza è, come ha scritto pure la Floridia, presidente della Vigilanza rivolgendosi ad AgCom, che si possa intervenire per impedirlo.

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lunedì 13 maggio 2024

RAI: i dubbi amletici

Foto di Raphael W. da Pixabay


La RAI è o non è ???

Something is rotten in the state of Denmark” disse Marcellus (W.S. Amleto, atto I, scena IV). La frase poi è stata tradotta in molti modi: la versione più comune è “C’è qualcosa di marcio in Danimarca” ma ne esistono altre più “morbide” come “V’ha nello stato / Di Danimarca qualche vizio occulto” oppure “V’è qualche molla corrotta nello Stato di Danimarca” e infine la più deliziosa “Pur troppo / V’è in questo Danio suolo inferma cosa” (da Treccani).

Del tutto naturale che una frase del genere si presta assai bene per essere usata nelle più disparate situazioni e a noi viene giocoforza poterla utilizzare, talvolta, per trattare la situazione della RAI ai giorni nostri. Per carità! Senza esagerazioni gratuite e generiche. E però … in questi mesi, settimane e giorni.. qualcosa di “strano” dentro e intorno a Viale Mazzini è avvenuto e altro potrebbe ancora avvenire. Chiariamo subito un concetto dirimente: la cosiddetta “Telemeloni” non nasce dal nulla, il cambiamento, il mutamento antropologico, culturale e politico della RAI è in corso da decenni. Il Governo attuale non ha fatto altro che raccogliere i frutti avvelenati di un albero malato che è cresciuto da anni nei giardini di Viale Mazzini.  

La “RAI di destra” per paradossale che possa apparire c’è sempre stata e, anzi, in un passato nemmeno poi tanto lontano e per molti aspetti, era pure più di destra destra. Per semplificare: Berlusconi a Viale Mazzini non è passato invano. Durante la sua stagione sono stati gettati i semi che ora vediamo germogliare. Forse è ancora troppo prematuro per valutare dettagliatamente le analogie e le differenze. Certo è che il filo di continuità e di contemporaneità non si è mai interrotto.

Ecco il punto: cercare di interrompere subito questo filo, provare a gettare sabbia nel meccanismo, tentare di invertire il controllo politico del Governo e dei partiti sulla direzione della RAI cercando di affidarla a chi può dar prova provata, confrontata,  di autonomia, esperienza e capacità.  

Nei giorni scorsi hanno tenuto banco i vari Amadeus, il caso Scurati, Franco Di mare, lo sciopero dei giornalisti, il confronto tra la Meloni e la Schlein, lo “strano caso” del televoto a Eurovision Song Contest e così via. Tutti temi di grande interesse. Ma è la somma di tutti insieme è la cifra che merita attenzione. Si sta disegnando una RAI incerta, confusa e asservita più di quanto mai è avvenuto prima. Inoltre, con una debolezza strutturale sulle risorse che la rende particolarmente esposta ad ogni crisi e debole nelle prospettive. Banale ripeterlo: il canone fragile e indeterminato e le risorse pubblicitarie tendenzialmente in declino.

Nei giorni scorsi è stato presentato un volume con il titolo “Chi vuole uccidere il cavallo?” dove sono raccolti vari interventi sul futuro della RAI. Manca però un interrogativo correlato: “Perché si vuole uccidere il cavallo?”. Rispondere al primo interrogativo potrebbe apparire relativamente facile: sono tanti i nemici del Servizio Pubblico, dei servizi pubblici quali che essi siano (sanità, scuola, trasporti etc) in quanto tale ma, aggiungiamo noi, anche qualche “amico” fortemente suggestionato o affascinato dal “mercato” in nome del quale si è pronti a sacrificare baracca e burattini. Da non dimenticare mai chi furono i pionieri delle privatizzazioni in Italia e chi, anche recentemente, chi ne ha raccolto l’eredità con grande enfasi di una certa “sinistra”: il salvatore della Patria Mario Draghi. La risposa al secondo interrogativo è quindi complementare e subordinata: meno “cavallo” e più mercato. Una RAI ridimensionata nello spazio che occupa e nelle risorse che attrae è vantaggioso per molti, per tutto il “mercato” audiovisivo e la riorganizzazione, la messa a punto di questa nuova dimensione, avverrà proprio a partire dai prossimi giorni, ovvero da quando sarà noto se e quando verrà composto il nuovo Cda di Viale Mazzini che condurrà l’Azienda verso il rinnovo della Concessione del 2027.

Ecco allora scendere il cielo sulla terra che ci porta a ribadire con chiarezza quanto stiamo scrivendo in questi giorni: non ci sono altre battaglie più rilevanti che non cercare di opporsi alla nomina del Cda RAI con i vecchi criteri della Legge 220. Tutto il resto è fuffa.

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domenica 12 maggio 2024

La narrazione RAI



Anche oggi annaspiamo nel buio RAI, alla ricerca di riflessioni, analisi e spiegazioni utili a capire cosa potrà succedere nei prossimi giorni e come assegnare un ordine logico, una gerarchia, un sistema di lettura necessario  a mettere insieme i punti, cercare di connettere i nodi. Si tratta di leggere i fatti e ascoltare le opinioni, trovare le notizie e proporre i commenti. E’ necessario collocare tutto nel suo contesto dove c’è sempre un prologo, uno svolgimento e un epilogo seppure dinamico. Trovare le trame sottili e talvolta impalpabili dei disegni occulti o palesi. Affrontare anche frontalmente opinioni diverse, siano esse degli amici quanto degli avversari. Non è facile. Da quasi sei anni ci proviamo.

Al tempo stesso, ci troviamo spesso ad oscillare da un versante ad un altro con grande difficoltà. La cronaca quotidiana, le faccende spesso di sottobottega, il gossip più o meno politico inducono e trascinano verso i bassifondi del dibattito pubblico. Amadeus e i suoi affari con il suo “amico “ agente Presta è argomento “alto” o “basso”? La “morale” delle “belve” proposta da RAI Due con quella simpaticona della Fagnani è roba che merita attenzione o facciamo finta di nulla? A proposito di “morale”: la quintessenza del gioco dei pacchi su RAIUno alle 20.35 come si può leggere? Incitamento all’avidità (“Ringrazio il Dottore e vado avanti.. con la recondita speranza di portare a casa più soldi di quanti proposti”)??? Vogliamo dire qualcosa su come funziona il sistema del televoto di Sanremo e quello italiano dell'European Song Festival con l' "errore tecnico" della RAI? Ci vogliamo occupare dell' "amico" di famiglia Meloni che potrebbe diventare il conduttore di punta di RAI Uno??? E cosi via!

Mumble ... mumble …

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venerdì 10 maggio 2024

CalendeRAI

Foto di Gordon Johnson da Pixabay
Ci sono mondi fantastici e ci sono mondi terreni... noi ci occupiamo di questi: per i prossimi 15 mesi ci sarà tempo.

In attesa di sapere qualcosa fresco di giornata … facciamo il punto della situazione sulla scadenza più rilevane che interessa la RAI in questo momento: il rinnovo del suo Cda.

Punti fermi.

A- La capigruppo della Camera NON ha calendarizzato il voto per i due candidati consiglieri per maggio.  La capigruppo del Senato si riunisce la settimana prossima. Il voto deve avvenire congiuntamente tra i due rami del Parlamento. Potrebbe darsi il caso che il Senato possa decidere di votare entro maggio  e allora anche la Camera si adeguerebbe.

B- Il prossimo20 maggio si dovrebbe svolgere la votazione per l’elezione del rappresentante dei dipendenti che è autonoma rispetto al Parlamento.

C-  Il 29 maggio è prevista l’udienza al TAR per esaminare il ricorso.

LLe variabili possibili.

a-  Camera e Senato decidono di votare entro la fine di maggio.

b-  Camera e Senato rinviano a subito dopo le elezioni.

c-  Il TAR accoglie il ricorso e sospende il procedimento.

d-  Il TAR non accoglie il ricorso e si potrebbe procedere con le vecchie norme della 220. 

LLe Variabili subordinate.

Sub a. Si può compiere un passo giuridico avverso a questa possibilità.

Sub b. Il Parlamento elegge i quattro consiglieri e i dipendenti il loro rappresentante. Il Cda si può formare, mancano solo i due designati dal Governo.

Sub c. I due rami del Parlamento dovranno decidere come recepire l’ordinanza del TAR. L’attuale Cda potrebbe entrare in prosecuzio. 

Le Variabili “politiche”.

Area di maggioranza. Non ci sono segnali di chiarezza e unità di intenti, oggi i e ancora più nella prospettiva del dopo elezioni europee. I tre soggetti, FdI, Lega e FI, hanno interesse comune solo nell’intento di mantenere saldo il controllo della RAI ma sul come e sul chi sembrano avere idee alquanto confuse.  Il punto fermo è l’AD ma non è per nulla fermo il nome: Rossi sa bene di non avere certezze come pure Sergio che, seppure ascrivibile sommariamente all’area, non è riconducibile ad un partito in particolare. Altro tema di tensione è la Presidenza: come noto deve avere 28 voti su 41 in Vigilanza e la Maggioranza questo numero non lo ha. Si pongono due possibilità: cerca di tenerselo con un accordo con la Minoranza o lo cede alla stessa in cambio di un terzo posto in consiglio (vedi schema di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi, denominato “cappotto”). Giocoforza, tutto si potrà “misurare” con i reali rapporti di forza che usciranno dalle urne europee.

Area di minoranza. Cosa intendono fare PD e M5S? rispetto alle variabili anzidette, sappiamo solo che sono propensi a rinviare comunque il voto a dopo le europee. Non si sono pronunciati sul ricorso. Per inciso: questo silenzio è rilevante!!! Delle due l’una: o si professano sostenitori dell’autonomia della RAI dalla politica e quindi lo sostengono oppure fanno i pesci in barile e “attendono .. vediamo …”.  Formalmente, si ricordano solo le dichiarazioni di Schlein e Floridia: generiche. Per quanto si è letto, il PD potrebbe puntare al “presidente di garanzia” e sperare in un altro posto. Le opposizioni possono ambire ad avere due soli posti e uno, giocoforza, sarebbe oggetto di attenzioni del M5S. C’è poco da girarci intorno.

Area intermedia. Si riferisce a quella zona grigia tra maggioranza e opposizione. I nomi sia dei consiglieri sia di AD e Presidente possono essere oggetto di trattative trasversali anche esterne al gioco RAI. Si può cedere “sovranità” in un ambito per consolidarne un altro. Le poltrone in ballo sono tante e si possono accontentare diversi appetiti. Ad esempio, da tempo gira un nome di un “manager esterno” di area governo ma non riconducibile al giro dei parenti o amici stretti della Meloni. Sembra si auna ipotesi non sgradita.

Infine, c’è un capitolo a parte sui nomi, sulle persone candidate. La maggior parte sono indipendenti e al di fuori di alcun progetto. Altre invece si possono considerare pura espressione di un disegno politico. Merita di essere approfondito.

bloggorai@gmail.com

ps: al Circolo non sono ancora arrivati i giornali...magari più tardi ci aggiorniamo