tooore1997
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Questo appunto di Storia contemporanea descrive la situazione politica ed economica che caratterizzava l’Italia preunitaria, soffermandosi sulla descrizione del Conte di Cavour, Camillo Benso, e descrivendo gli accordi di Plombiers, ai quali partecipò anche il Conte di Cavour.

Camillo Benso Conte di Cavour

Camillo Paolo Filippo Giulio Benso, Conte di Cavour, di Cellarengo e di Isolabella, fu un politico e patriota italiano di origine torinese, vissuto dal 10 agosto 1810 al 6 giugno 1861.
Cavour fu un liberale e uno dei protagonisti del Rinascimento italiano. Le sue posizioni incarnavano appieno le idee liberali, ed egli era promotore di idee innovatrici quali l’anticlericalismo e il progresso economico e civile. Egli fu anche un economista, e in quanto economista liberale fu promotore delle idee di libero scambio, di investimenti industriali (specie in campo ferroviario) e della cooperazione reciproca fra il settore pubblico e quello privato (anticipando di secoli questa idea). Egli fu attivo anche in ambito politico, dove si interessò soprattutto di politica estera, grazie anche ai viaggi condotti in gioventù. Rispetto agli affari esteri riuscì a stringere una forte alleanza con la Francia (dove aveva soggiornato per oltre due mesi in gioventù), ed inoltre fu uno dei fautori che resero possibile l’unificazione dei tanti stati e staterelli presenti nella penisola, nel Regno d’Italia.

La situazione dell’Italia durante la metà del 1800

A partire dal 1848, l'Italia conobbe una discreta crescita economica, in particolare in Lombardia, dove il settore tessile si era sviluppato notevolmente, affiancato anche dallo sviluppo delle industrie meccaniche e siderurgiche. Allo stesso modo, si svilupparono notevolmente anche le attività bancarie. Tuttavia, a questo periodo di florido sviluppo, si opponeva la politica doganale e fiscale del dominio austriaco, che frenava il progresso economico su tutta la penisola. In Piemonte invece, dove Vittorio Emanuele II aveva confermato la Costituzione, a differenza degli altri sovrani italiani, prevalse una politica riformatrice che promuoveva le idee che rendevano possibili un copioso sviluppo economico. Qui, infatti, vi fu l'abolizione dei dazi doganali e il potenziamento del porto di Genova, che inserirono il Piemonte nella corrente dei traffici commerciali europei. L'esperienza piemontese, che univa le libertà costituzionali con lo sviluppo economico, contribuì a rafforzare il liberalismo moderato. Dal punto di vista politico, il movimento repubblicano si era diviso in un'ala federalista, il cui maggior esponente era Cattaneo, e un'ala unitarista, guidata da Mazzini, che riunì i suoi seguaci in una nuova formazione politica, il Partito d'Azione, i cui obiettivi erano: il suffragio universale, la libertà di pensiero e di stampa, la responsabilità parlamentare del governo e l'unità nazionale. Negli anni Cinquanta dell'Ottocento il movimento repubblicano si indebolì gravemente a causa del fallimento dei nuovi tentativi insurrezionali. Uno di questi fu guidato da Pisacane, esponente di un repubblicanesimo di venature socialiste, che però non decollò per la mancanza di prospettive per le masse contadine. Delusi da ciò, molti militanti repubblicani cominciarono a credere in una diversa ipotesi di unificazione nazionale: quella che si delineò nel Regno di Sardegna.

L’operato politico di Cavour e gli accordi di Plombiers

Rispetto alla situazione venutasi a creare nel Regno di Sardegna, Cavour, divenuto ministro degli esteri, condusse una politica estera tesa all’espansione territoriale dei domini sabaudi nella penisola. Egli fu deputato nel 1849 a capo dell'ala liberal-moderata. Il suo primo intervento significativo avvenne in occasione della presentazione della legge Siccardi, che aboliva i privilegi ecclesiastici in tutto il Regno. Nel marzo 1850 egli pronunciò un discorso nel quale sostenne la necessità di una politica riformatrice che riconoscesse il Piemonte a capo dell'Italia. Il programma di Cavour era incentrato sulla creazione di uno Stato Nazionale, sorretto da una monarchia costituzionale liberista sul piano economico e liberale sul piano politico. Fu un conservatore sotto il profilo sociale, ma si batté per il potenziamento delle prerogative del Parlamento, cioè per la piena applicazione dello Statuto Albertino, che inizialmente prevedeva un regime costituzionale puro, in cui il re deteneva il potere esecutivo, mentre il Parlamento era a capo del potere legislativo. Il suo intento era di forzare lo Statuto, trasformando il Regno di Sardegna in una monarchia parlamentare in cui il potere esecutivo spettava al Parlamento. La proposta di Cavour attirò in Piemonte numerosi intellettuali e personalità politiche, che costituirono una classe dirigente nazionale. Nel 1851 Cavour rivestì il ruolo di ministro dell'Agricoltura e delle Finanze del governo D'Azeglio. In questo periodo strinse rapporti commerciali con la Francia e l'Inghilterra, che accelerarono l'inserimento dell'economia sabauda nel mercato internazionale e ridussero notevolmente il debito pubblico dello stato. Nel 1852 fu eletto primo ministro (fino al 1859) e promosse la convergenza, detta in seguito “Connubio” tra il centro-destra, la sua formazione politica, e il centro-sinistra, guidato da Urbano Rattazzi. Cavour, dunque, formò una nuova rappresentanza di centro che isolava sia la sinistra democratica, sia l’estrema destra. Nel 1857 partecipò alla nascita della Società Nazionale Italiana, il cui scopo era unificare l’interna penisola sotto la guida della dinastia sabauda; questa società fu fondata da Manin, e ad essa aderirono La Farina e Garibaldi, che abbandonarono le fila democratiche per unirsi a Cavour e ottenere la liberazione italiana dall'Austria. Per rafforzare l’unità italiana, Cavour riconobbe la necessità di una rete di appoggi internazionali, motivo per cui nel 1854 diede il suo supporto alla guerra in Crimea, contro la Russia, al fianco della Gran Bretagna e della Francia. Questa guerra, conclusasi nel 1856, con il Congresso di Parigi, pose il Piemonte tra le grandi potenze vincitrici (Inghilterra e Francia) e gli concesse di presentare il problema italiano. Cavour sosteneva che l’egemonia austriaca e l’oppressione borbonica in Italia rappresentassero un pericoloso focolaio di rivolte, infatti le popolazioni del territorio italiano rappresentavano un pericolo potenziale per le potenze europee, in quanto sarebbero potute scoppiare rivolte finalizzate alla proclamazione della repubblica, le quali avrebbero potuto influire sulle popolazioni degli altri Stati europei. Questa tesi fu rafforzata dall’attentato da parte del mazziniano Orsini ai danni di Napoleone III, nel gennaio del 1858. Dunque, Cavour negoziò con l’imperatore francese una soluzione per la questione italiana, ottenendo l’appoggio militare della Francia, che si impegnava a intervenire al fianco del regno di Sardegna in caso di aggressione da parte degli austriaci. Inoltre in questo accordo segreto, siglato a Plombieres il 20 luglio 1858, si stabilì che, se fosse scoppiata la guerra, in caso di vittoria, il Nord Italia sarebbe andato alla dinastia sabauda che avrebbe ceduto alla Francia Nizza la Savoia; il Centro Italia sarebbe stato affidato a Girolamo Bonaparte, cugino di Napoleone III; il Sud sarebbe stato assegnato al figlio di Gioacchino Murat (i Murat regnarono fino al 1808 e furono rimpiazzati dai Borbone con il congresso di Vienna), mentre il papa avrebbe conservato i suoi poteri su Roma e sull’intero Lazio.

Per ulteriori approfondimenti sul Conte di Cavour e sul risorgimento italiani vedi anche qua