Caterina di Württemberg, regina e cognata di Napoleone Bonaparte
Caterina di Württemberg, regina consorte di Vestfalia
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Caterina di Württemberg, regina e cognata di Napoleone Bonaparte

Caterina Sofia Dorotea di Württemberg (1783-1835) nacque a San Pietroburgo, nell’Impero russo, dal futuro re Federico I di Württemberg e dalla duchessa Augusta di Brunswick-Wolfenbüttel. La madre morì quando Caterina aveva cinque anni ed il padre si risposò con Carlotta, principessa reale, figlia maggiore di Giorgio III.

Nel 1803 il Württemberg si alleò con la Francia sotto l’imperatore Napoleone I e uno dei termini del trattato era il matrimonio di Caterina con Gerolamo Bonaparte, fratello minore di Napoleone. Il matrimonio si tenne quattro anni dopo, il 22 agosto 1807, nel Palazzo Reale di Fontainebleau in Francia.

In realtà Gerolamo era al secondo matrimonio perché nel 1803 aveva sposato la bella americana Elizabeth Patterson, cosa che aveva fatto infuriare il fratello imperatore, il quale fece poco dopo dichiarare nullo il matrimonio per permettere un’unione più consona ed utile.

Caterina divenne così regina consorte del Regno di Vestfalia. Secondo quanto riferito, Caterina e Gerolamo si legarono fortemente e vissero un matrimonio felice, rimanendo saldamente legati l’uno all’altra. In realtà Gerolamo fu infedele e con più partner ma Caterina scelse sempre di chiudere un occhio.

Caterina era “una donna molto bella e dotata delle qualità più solide. In lei convivevano una mente altamente coltivata, una naturale intelligenza, un carattere degno di una cognata dell’Imperatore che porta quasi all’entusiasmo il suo amore per il lavoro. I suoi sentimenti erano nobili ed elevati, non si mostrava mai altezzosa, e portava sempre un grande rispetto e una grande gentilezza nei confronti del suo seguito. Possedeva il dono più felice in natura, che consiste nel farsi amare da tutti.”

Quando il regno di Vestfalia fu sciolto nel 1813, Caterina seguì Gerolamo in Francia. Dopo la caduta dell’Impero napoleonico nel 1814, il padre di Caterina si aspettava che si separasse da Gerolamo, come aveva fatto l’imperatrice Maria Luisa da Napoleone, invece lei lo seguì in esilio a Trieste, nell’Italia austriaca.

In una lettera indirizzata al padre, così Caterina ci fa capire l’amore per il marito e la forza della scelta fatta: “Forzata dalla politica a sposare un re, mio marito, il fato ha voluto che mi trovassi ad essere la donna più felice dell’universo. Provo per mio marito i sentimenti uniti di amore, tenerezza e stima. In questo momento doloroso può il migliore dei padri voler distruggere la mia felicità domestica, l’unica che mi rimane? Oso dirvi, mio caro padre, che voi e tutta la mia famiglia fate una grande ingiustizia al re, mio marito; e spero che arriverà il momento in cui vi convincerete di aver fatto una tale ingiustizia e che poi troviate in lui, come in me stessa, il più affezionato e rispettoso dei figli

Durante i Cento Giorni del 1815, aiutò Gerolamo a fuggire e a raggiungere Napoleone, e di conseguenza fu deportata nel Württemberg, dove fu messa agli arresti domiciliari. Dopo la sconfitta di Napoleone, fu raggiunta dal coniuge agli arresti domiciliari. Alla fine, Caterina e Girolamo furono rilasciati e trascorsero la loro vita insieme a Trieste e in Svizzera, con il nome di Principessa e Principe di Montfort. Nel novembre 1835 Caterina morì a Losanna, in Svizzera.

Caterina e Girolamo ebbero tre figli, tra cui famosa è la figlia femmina Matilde Bonaparte (1820-1904), la cosiddetta “principessa Bonaparte” che si distinse durante e dopo il Secondo Impero come grande salottiera e padrona di casa di uomini d’arte e di lettere. Dal figlio maschio di Caterina e Girolamo, Napoleone Giuseppe Carlo Bonaparte, discende l’attuale capo del casato dei Bonaparte e quindi pretendente al trono imperiale.

Una curiosità: Caterina era particolarmente superstiziosa ed evitava, ad esempio, di sedersi ad un tavolo con tredici ospiti. Durante una cena a Firenze, giunse nella sala da pranzo e vide che c’erano tredici piatti; iniziò ad impallidire e rifiutò di prendere posto!

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