CASIMIRO III IL GRANDE (1310-1370) – PARTE PRIMA

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PROTAGONISTI:

  • Regno di Polonia: Casimiro III Piast il Grande, Ladislao I Piast il Breve.
  • Regno di Boemia, Regno d’Ungheria, Ducato di Lituania, Principato di Galizia.

PARTE I: il Regno di Polonia e il Sacro Romano Impero prima di Casimiro

Le vicende di Casimiro III, l’unico re polacco a cui è stato attribuito l’epiteto “il Grande”, cominciano nel Principato della Cuiavia. Era questo uno degli Stati nati alla divisione del Regno di Polonia nel 1138, e accentuatasi nel corso del XIII secolo. I membri della dinastia Piast si spartivano i Principati al momento della morte del proprio signore. Ogni figlio maschio otteneva una parte del territorio. Al più potente e armato spettava la fetta più grande e ricca; ai più deboli il resto. Casimiro nacque nel 1310 vicino a Inowrocław in Cuiavia, dove il padre Ladislao governava quale principe della Cuiavia. Prima della nascita del figlio, Ladislao era stato anche principe della Grande Polonia, la cui capitale era Gniezno, e poi di Sandomierz, per poi tornare a essere signore della Grande Polonia, pochi anni dopo la nascita di Casimiro. Era prassi che i Piast si scambiassero i principati, dopo lunghi accordi, o li vincessero dopo guerre. Non erano estranei a questi accordi dinastici anche i vicini principati ruteni, slavi orientali di religione ortodossa che da cent’anni erano alle prese con l’Orda d’oro.  

Con l’appoggio di papa Giovanni XXII, nel 1320, Ladislao riuscì a farsi incoronare re di Polonia a Cracovia, sede del primus inter pares tra i principi Piasti, tra le proteste di Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia che reclamava la corona polacca, del Marchese di Brandeburgo e dei Cavalieri dell’Ordine teutonico, i quali conducevano una guerra alterna con Ladislao da quasi vent’anni. Nello stesso anno, però, Ladislao trovò un prezioso alleato nel confinante Regno d’Ungheria, retto dall’angioino Carlo Alberto, che prese per moglie Elisabetta, figlia del Re polacco e sorella di Casimiro. E per ragioni di Stato, Ladislao siglò un accordo col Duca di Lituania, uno dei pochi sovrani europei ancora pagano. Questi accordi, tuttavia, non permisero al Re di difendersi adeguatamente: perdette le città di Inowrocław e Dobrzyń a favore dei Cavalieri teutonici e non riuscì a sottomettere il Ducato di Płock e la regione della Masovia. Nel 1332 Ladislao morì, lasciando un regno meno esteso di quello che aveva ereditato nel 1320, e Casimiro, unico figlio rimastogli, salì al trono.        

PARTE II: le guerre in Galizia e Boemia

I sudditi di Casimiro ammontavano a circa ottocentomila anime, meno della metà di coloro che potevano essere denominati “polacchi”. Per questo, all’indomani dell’incoronazione, Casimiro era considerato dai duchi e principi polacchi più quale “re di Cracovia”, che “re di Polonia”. Nel primo decennio del regno, Casimiro fece valere la sua autorità regia sui vassalli della Corona di Polonia. Nel 1340 il principe Boleslao Piast fu scelto quale sovrano del Principato di Galizia, con capitale Halyč (Halicz in polacco) e, per questo, fu obbligato a convertirsi al Cristianesimo ortodosso, prendendo il nome di Giorgio II. Tuttavia, la nobiltà locale, inimicatasi il nuovo sovrano per via dei suoi sentimenti filocattolici, riuscirono ad avvelenarlo e a creare un vuoto di potere. Casimiro, in accordo col Duca di Lituania, penetrò in Galizia e sottomise in pochi anni la regione occidentale del Principato. Alla Lituania, spettò, invece, il vassallaggio della parte orientale. I nuovi territori, ricchi di terreni fertili e prossimi al Mar Nero, arricchirono la Corona e la nobiltà polacca, il cui centro principale passò da Halycz a Leopoli.

A Occidente, nel 1343, Casimiro strinse un accordo coi Cavalieri teutonici nella cittadina di Kalisz. In cambio della restituzione di Inowrocław e Dobrzyń, la Polonia rinunciava alla Pomerania e a Danzica. Due anni dopo scoppiò una guerra contro la Boemia dei Lussemburgo, sul controllo dei ducati slesiani. Casimiro, ancora impegnato in Rutenia, fu costretto a cedere e nel 1348 riconobbe l’annessione della Slesia alla Boemia, nonostante l’appoggio del nipote Luigi II d’Ungheria, figlio della sorella Elisabetta. La Slesia e la Pomerania, perdute a seguito dell’anarchia feudale dei secoli precedenti, sarebbero tornate sotto la sovranità polacca solo alla fine della Seconda guerra mondiale. In compenso, il Re boemo fu costretto a rinunciare alle sue pretese sul principato di Płock e sulla Masovia, dove, nel frattempo, il principe Ziemowit III era divenuto vassallo di Casimiro, promettendo in eredità al Re il Principato a condizione della nascita di un erede maschio legittimo.

BIBLIOGRAFIA:

  • DAVIES Norman, Heart of Europe: The Past in Poland’s Present, Oxford University Press, Oxford, 2001.
  • GARZANITI Marcello, Gli Slavi. Storia, cultura e lingue dalle origini ai giorni nostri, Carrocci, Roma, 2013.
  • LUKOWSKI Jerzy, ZAWADZKI Hubert, Polonia. Il paese che rinasce, Beit, Trieste, 2009.

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