Nel corso della lunga storia della monarchia britannica, ci sono alcune figure apparentemente più silenziose, nonostante l’influenza che hanno esercitato sul popolo e sulla cultura della propria epoca. Prima tra tutte forse la regina Charlotte di Mecklenburg-Strelitz, non di frequente citata nei ripercorsi storici, ma tornata recentemente sotto ai riflettori grazie allo spin-off della serie Bridgerton, dedicato ad una delle protagoniste del tormentone Netflix, interpretata da Golda Rosheuvel, ed il cui personaggio fa riferimento per l’appunto alla vita della sovrana di epoca georgiana.

Nata a Mirow, una piccola città nel nord della Germania, il 19 maggio 1744, Sophia Charlotte di Mecklenburg-Strelitz, è ottava figlia del duca Charles Louis Frederick di Mecklenburg-Strelitz e della principessa Elizabeth Albertina di Saxe-Hildburghausen. All’età di 17 anni, l’8 settembre 1761, sposa re Giorgio III, abbracciando così il suo ruolo di regina consorte del Regno Unito.

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La storia d’amore tra i due monarca ha inizio al primo incontro, con lo sbarco di Sophia Charlotte a Londra, a sole sei ore dal matrimonio. Secondo quanto riportato, anche grazie al ritrovamento di alcune lettere del re, la loro fu un’unione solida, duratura ed affettuosa, da cui nacquero quindici figli, e in cui per oltre cinquant’anni la sovrana rimase accanto al marito con una determinazione incrollabile. Giorgio III era infatti affetto da una malattia mentale, che oggi gli storici attribuiscono ad un’acuta forma di porfiria, una condizione ereditaria, che si fece sempre più grave con il passare degli anni, e che portò prima alla proposta di far salire Charlotte stessa al trono, e successivamente alla decisione finale di instituire il figlio, Giorgio IV, come sovrano al posto del padre.

Ma il suo ruolo di regina consorte non si limitò solo alla vita coniugale o a quella di corte. Charlotte negli anni mostrò un grande interesse per la cultura e le arti, sostenendo diversi artisti, come Johann Zoffany e Thomas Gainsborough. Il suo mecenatismo nella Londra del XVIII secolo e in altre parti d’Europa, si estese alla musica e alla letteratura e la portò a scoprire numerosi talenti, primo tra tutti l’allora giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart, divenuto poi uno dei più grandi compositori della storia. Favorì anche la crescita dell'architettura neoclassica, e fu una botanica appassionata - la pianta della strelitzia, Strelitzia reginae, deve a lei il suo nome. Fu sempre Charlotte a patrocinare la nascita dei giardini reali di Kew e durante il suo regno contribuì alla costruzione di ospedali e orfanotrofi.

La sovrana passò alla storia anche per le sue bizzarrie, tra cui l’abitudine – comune all’epoca – di sniffare tabacco da fiuto, per cui fu soprannominata Snuffy Queen, o la sua grande passione per i cani, in particolare i suoi Pomerania. Sempre per il profondo interesse per la natura, Charlotte si dedicò, oltre che alla catalogazione botanica, alla fondazione di uno zoo nei Kew Gardens, dove fece arrivare il primo canguro mai visto in suolo britannico.

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Ma tra i tanti racconti che circondano la figura di questa regina di certo uno è il più affascinante: la teoria secondo cui Charlotte sia la prima reale Black British. Secondo lo storico Mario De Valdes y Cocom, che fu il primo ad aprire il dibattito nel 1967, la regina sarebbe una discendente diretta di Margarita de Castro y Sousa, un ramo della famiglia reale portoghese dalla pelle scura. Nonostante Margarita sia vissuta nel XV secolo, la sua discendenza si fa risalire al XIII secolo, nello specifico a re Alfonso III e la sua amante Madragana, che secondo Valdes era nordafricana. Tra gli altri argomenti portati a sostegno di questa teoria ci sono alcuni stralci diaristici in cui si fa riferimento alla regina come di aspetto “mulatto”; nonché alcuni ritratti che sembrerebbero raffigurarla con tratti del volto africani e la carnagione più scura. Nello specifico un dipinto da Allan Ramsay, dove la fisionomia del viso sembra essere diversa da quella tipicamente rappresentata nell’aristocrazia europea dell'epoca. Tuttavia, ad oggi non esistono prove sufficienti per affermare con certezza l'origine etnica della regina Charlotte, e gli storici generalmente sottolineano la mancanza di prove concrete per sostenere queste teorie speculative.

Qualsiasi sia la verità sulle origini della sovrana, non vi è ombra di dubbio che la regina Charlotte di Mecklenburg-Strelitz fu un simbolo di forza silenziosa, devozione e stabilità nella turbolenta epoca in cui visse. Il suo impegno per il bene del suo paese e la sua passione per la cultura la rendono una figura notevole nella storia inglese, che meriterebbe uno spazio più ampio tanto nel piccolo schermo quanto nella memoria.