Carnitina: ruolo e benefici per il nostro organismo

Carnitina: ruolo e benefici per il nostro organismo

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La carnitina è una molecola particolarmente importante per il metabolismo energetico cellulare di mammiferi, piante e alcuni batteri.

Il ruolo primario della carnitina è di trasportatore degli acidi grassi (FA) a catena lunga dal fluido intracellulare fin dentro i mitocondri, dove verranno consumati a scopo energetico.

Ecco perché, secondariamente, la carnitina è comunque implicata nell'omeostasi di numerosissime funzioni corporee; il deficit si correla varie condizioni disagevoli che, se non gravi e riferite alle persone sane, il più delle volte si limitano ad un maggior affaticamento e spossatezza.

Nell'organismo umano la carnitina viene sintetizzata nel fegato e nei reni a partire dagli amminoacidi lisina e metionina. È inoltre presente negli alimenti, in particolare nella carne – dalla quale prende il nome (carnis) – ma non solo.

L'impiego metabolico di carnitina è comunque piuttosto consistente. Basti pensare che un organismo adulto sano di 70 chilogrammi (kg) ne contiene all'incirca 20 grammi (g), regolarmente soggetti a turnover (ricambio).

È per questo che, nei periodi particolarmente impegnativi dal punto di vista fisico e mentale, soprattutto avendo difficoltà a gestire "ordinatamente" della dieta, molte persone scelgono di usare integratori alimentari di carnitina.

Ruolo e Funzioni

Ruolo biologico nelle cellule umane

La presenza di carnitina (o meglio, L-Carnitina) all'interno della cellula è fondamentale per garantire l'ingresso degli acidi grassi a lunga catena dal fluido intracellulare fin dentro i mitocondri (partecipando al complesso carnitina acil-CoA transferasi), dove inizia la β-ossidazione a scopo energetico.

Così facendo inoltre, la carnitina mantiene costante il rapporto AcetilCoA/CoA all'interno delle cellule ottimizzando la conversione del piruvato e del lattato ad AcetilCoA.

Espleta contestualmente una indiretta azione antiossidante, soprattutto nei confronti di cellule ad alto metabolismo, come quelle cardiache e muscolari.

Sintomi

Sintomi da carenza di carnitina

La carenza grave di carnitina è causa di: anemia, scarsa efficienza muscolare, affaticamento cronico, livelli alterati di grassi nel sangue e disturbi cardiaci.

Nel neonato, soprattutto pretermine, la carenza di carnitina si manifesta con: cardiomiopatia, debolezza e ipoglicemia.

Perché Integrarla

Perché integrare con carnitina?

L'integrazione alimentare con carnitina è applicata in vari ambiti.

Aumentare i livelli di carnitina è uno dei primi interventi finalizzati a combattere l'astenia, intesa come: mancanza di forza, diminuzione della capacità di lavoro fisico e/o mentale, senso di spossatezza generale.

Poiché la causa più frequente di astenia è uno squilibrio fra la richiesta energetica dell'organismo e la sua capacità di produrre e/o di utilizzare energia – da eccessivo dispendio energetico, spesso attribuibile a stati di stress psicofisico, o un problema nel trasporto di energia alle strutture contrattili) – il ricorso alla carnitina sembra una logica soluzione.

Il supplemento di carnitina è, tra le varie cose, di cruciale importanza nella pratica clinica. È infatti determinante al trattamento dei pazienti con deficit primario e secondario della stessa. Rientrano in queste casistiche numerose condizioni come: difetti genetici, malattie renali, nascita pretermine, malassorbimento cronico dovuto a patologie digestive ecc.

Nonostante statisticamente la popolazione dei vegetariani non sembri a rischio di carenza di carnitina, così come i soggetti che praticano diete dimagranti, e nemmeno chi pratica attività fisica intensa e prolungata, la compresenza di più fattori spinge molti utenti ad integrare questo fattore nutrizionale. Questo perché, in condizioni di normalità, il 75% circa della carnitina viene assunto con la dieta.

Viene suggerita anche in ambito cardiologico come cardio e vaso-protettivo – in quanto si reputa possa migliorare il quadro lipemico – e nel miglioramento di certi parametri normalmente scompensati nel diabetico tipo 2 (glicemia a digiuno e tolleranza al glucosio).

Essendo strettamente legata al numero e alla motilità degli spermatozoi, potrebbe contribuire a migliorare una scarsa fertilità maschile.

La supplementazione con carnitina risulta fondamentale anche nei pazienti affetti da patologie neurodegenerative.

In caso di malattia renale grave, l'integrazione con carnitina ne ripristina i livelli fisiologici e riduce la quota di proteina C reattiva (parametro d'infiammazione sistemica).

Può ottimizzare la gestione della condizione anemica.

La supplementazione con carnitina è spesso consigliata in ambito sportivo per potenziare il consumo dei grassi, con tutti gli ipotetici vantaggi del caso (miglioramento della prestazione aerobica).

Sindrome da Affaticamento Cronico

Sindrome da affaticamento cronico e carnitina

La sindrome da affaticamento cronico è, probabilmente, l'applicazione oggi più diffusa degli integratori di carnitina.

Si presenta prima di tutto con la stanchezza, uno dei sintomi più frequentemente riferiti al medico generico (5-20 % sulla popolazione generale), e può essere descritta in termini di:

  • Debolezza generalizzata;
  • Diminuita vitalità;
  • Ridotta forza muscolare;
  • Sensazione di pesantezza agli arti;
  • Inappetenza;
  • Svogliatezza;
  • Sonnolenza diurna conseguente ad un sonno poco ristoratore.

Perlopiù di origine sconosciuta, questa condizione può ripercuotersi sulla qualità della vita di coloro che ne soffrono.

È per questo che, nonostante venga considerata un sintomo o una malattia, risulta indispensabile porvi rimedio. A tal scopo si rendono spesso utili gli integratori alimentari ad azione di supporto metabolico.

Infatti, se imputabile ad affaticamento psicofisico da lavoro, studio, stress, aumentata attività fisica, eccessiva sudorazione, stati convalescenziali, riabilitativi e debilitazione organica, è probabile che la sindrome da affaticamento cronico affondi le sue radici in un deficit energetico non necessariamente legato alla disponibilità di substrato. Spesso infatti, a mancare sono i fattori coenzimatici o altri elementi chiave dei processi cellulari.

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