Carlotta e la sua Villa sul Lago di Como

Siamo a metà ‘800, in pieno Romanticismo e questa è una storia che più romantica non si può. Ci troviamo due sposi reali innamorati per davvero, caso raro per l’epoca. Poi ci sono la musica, l’arte e donne di cultura e fascino in una splendida dimora: Villa Carlotta.

Ma andiamo al principio. Nel 1850 la principessa Carlotta di Prussia ed il duca Giorgio II di Sassonia Meiningen si sposano. Il matrimonio arriva dopo un colpo di fulmine e un fidanzamento lampo. La passione tra i due è così ardente che la giovanissima principessa (ha appena 19 anni) dà alla luce 4 figli in 5 anni.

La madre di Carlotta, la principessa Marianna di Orange-Nassau, dona alla coppia una splendida villa sul lago di Como. Si tratta della dimora che ha acquistato qualche anno prima, nel 1943, dagli eredi di Gian Battista Sommariva.

La principessa Marianna è la prima donna straordinaria di questa storia. Figlia di re Guglielmo I dei Paesi Bassi e di Guglielmina di Prussia, nasce principessa. In più sposa il suo primo cugino, il principe Alberto di Prussia figlio di re Federico Guglielmo III di Prussia, fratello, appunto, della madre. Tutto in famiglia insomma. Sta di fatto che il matrimonio incorona Marianna principessa, ma non riesce a ingabbiare il suo spirito indipendente e progressista.

Marianna D’Orange-Nassau Principessa di Prussia, dipinto di Jan Baptist van der Hulst

Tanto per dirne una nel 1845 abbandona il marito infedele e inizia a convivere con l’amante Johannes van Rossum, il suo cocchiere. Chiude con la vita di corte per trascorrere il resto della sua vita tra l’Italia ed Erbach. Accoglie nello Schloss Reinhartshausen di Erbach intellettuali ed artisti da tutta Europa facendone il centro culturalmente più vivace dell’area del Reno, famoso per la sua collezione d’arte.

Principessa Carlotta di Prussia, ritratto di Oskar Begas

Carlotta eredita lo charme e le doti artistiche della madre, ma certo deve la sua bellezza anche ai reali di Prussia. Suo padre era figlio della bellissima duchessa Luisa di Meclemburgo-Strelitz, che usò tutto il suo charme per chiedere a Napoleone, nel 1806, condizioni meno dure per la Prussia sconfitta.

Re Federico Guglielmo III e Luisa di Prussia ritratti da Friedrich Georg Weitsch

Cresciuta nella corte di Berlino e dotata per le arti come la madre, Carlotta ha talento per la musica. Autrice di canzoni e pezzi per pianoforte, la principessa trasmetterà a sua volta questo dna artistico alla figlia Maria Elisabetta.

Quella con Giorgio II è un’affinità elettiva che poggia tutta su una comune passione per la cultura e per la musica in particolare. Intimo amico di Johannes Brahms, Giorgio è noto per essere promotore delle arti teatrali, regista, direttore, disegnatore di set e mecenate della musica. Il “Duca del teatro” (Theaterherzoged) crea di fatto la figura del moderno direttore di teatro ed ispira il teatro di Stanislavskij.

I novelli sposi non si fanno mancare alcuni piacevoli periodi di vacanza a Tremezzo, sul lago di Como, nella villa donata a Carlotta dalla madre.

All’arrivo dei due sposi la villa è già un luogo assolutamente unico in posizione privilegiata sul lago. Viene costruita nel ‘600 per dalla famiglia Clerici come luogo di rappresentanza e di svago. Passata poi al Sommariva diventa strumento per rivaleggiare con quella fatta costruire proprio dirimpetto dal suo rivale in politica Melzi d’Eril a Bellagio

Osservando gli interni si ha la sensazione che i colori delle fioriture irrompano nelle stanze decorate dalla giovane Carlotta. Sono i colori che illuminano le pareti e che ritroviamo sulle preziose porcellane della Principessa. Non è difficile immaginare questi oggetti della convivialità accompagnare le giornate di vacanza della famiglia e dei tanti illustri ospiti.

La dimora era stato già trasformata in un tempio dell’arte da GianBattista Sommariva. Mecenate illustre Sommariva la impreziosisce con le opere degli artisti più famosi degli anni a cavallo tra fine ‘700 e inizio ‘800. Tanto per citarne alcuni troviamo opere di Canova, Thorvaldsen e Hayez, un vero distillato di neoclassicismo e romanticismo mescolati con perizia.

Francesco Hayez, L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo, 1823

Ed è così che un capolavoro romantico come “L’ultimo bacio dato a Giulietta da Romeo” di Hayez fa da sfondo all’amore di Carlotta e Giorgio. Si tratta del dipinto che ispirerà la famosa serie de “Il bacio” del pittore.

Francesco Hayez, Il Bacio, 1859

La Passione, protagonista dei dipinti, curiosamente in entrambi è offuscata da una figura lugubre che osserva la scena nell’ombra. La possiamo scorgere a destra nel dipinto del 1823 e in basso a sinistra, quasi indecifrabile, nel bacio del 1859.

Negli anni immediatamente successivi al matrimonio i due sposi diventano genitori per quattro volte. Proprio quando Carlotta è in attesa del quinto figlio quell’ombra scura irrompe anche nella loro vita. Il duca Giuseppe nel 1855 dovrà dire addio prima al suo secondogenito e subito dopo all’amata Carlotta, che muore a seguito di complicazioni legate al parto.

Il Duca è inconsolabile e negli anni successivi torna spesso nella villa. La dedica a Carlotta e ne cura il giardino arricchendolo nei suoi otto ettari con le più svariate essenze botaniche. Per celebrare il suo perduto amore Giorgio crea effetti scenografici che lasciano senza fiato ancora oggi.

Favorito dal clima mite, dalle brezze leggere e dalla fertilità del terreno, il parco di villa Carlotta è ancora oggi celeberrimo per la stupefacente fioritura di rododendri ed azalee in oltre 150 varietà.

Giorgio pur prostrato dalla morte della moglie quasi subito va alla ricerca di una nuova compagna nell’intento di dare una madre ai suoi due bambini. La trova nella sua cugina di secondo grado, la principessa Fedora di Hohenlohe-Langenburg proprio mentre è in viaggio verso l’Italia.

Fedora di Hohenlohe-Langenburg

Con Fedora ha tre figli maschi, ma il matrimonio è infelice. Principessa come Carlotta, Fedora non ha però le stesse propensioni intellettuali o artistiche. Quindi Giorgio presto deve rendersi conto che non potrà mai sostituire la compagna brillante e intelligente che ha perduto. Feodora è spesso lontana da Meiningen e nel gennaio 1872 muore dopo aver contratto la scarlattina.

Giorgio a questo punto si sposa una terza volta, la nuova compagna è Ellen Franz. Neanche una goccia di sangue blu scorre nelle vene della donna che però è splendida e talentuosa.

Ellen Franz, ritratto di Oskar Begas

Nonostante l’opposizione del re, della corte e dell’esercito, il due coniugi sono molto amati dal popolo. Non hanno figli, ma si dedicano anima e corpo alla cultura e allo sviluppo del Teatro Meiningen

Ellen e il suo consorte, insieme al direttore del teatro, Ludwig Chronegk, mettono a punto i cosiddetti “Principi di Meiningen” (Meininger Prinzipien). I tre mettono in moto una radicale riforma della prassi teatrale e creano quello che diventerà universalmente noto come Ensemble di Meiningen (Meininger Ensemble). Ellen lavora sulla drammaturgia, selezione i cast e gli allievi della scuola di recitazione. Giorgio segue soprattutto l’allestimento delle scenografie e la scelta dei costumi.

Proprio come Carlotta quindi Ellen contribuisce ad attirare a corte noti musicisti. Basti dire che nel 1885 il ventenne Richard Strauss diviene maestro di cappella dell’orchestra reale per incarico di Hans von Bülow. Solo un anno dopo gli succederà alla direzione generale dell’orchestra.

A Meiningen è spesso presente anche Johannes Brahms, stimatissimo dal duca e dalla baronessa. C’è da immaginare la loro emozione quando il compositore fa eseguire in prima assoluta dall’orchestra di corte la sua Quarta Sinfonia, op. 98 (25 ottobre 1885) e la dirige personalmente.

Brahms è in frequente corrispondenza epistolare con la coppia e durante i suoi viaggi in Italia è loro ospite a Villa Carlotta. Sembra di vederli passeggiare per il parco, conversare e farsi ispirare da quella vegetazione rigogliosa e lussureggiante. Certo, arriveranno il 1914, la morte del duca e i primi venti di guerra. Ma noi per ora restiamo qui. Facciamoci accompagnare dalla baronessa Helene tra i viottoli, affacciamoci con lei al belvedere e godiamoci dall’alto l’immenso specchio d’acqua del Lago di Como.