Una mostra celebra il ritorno dello scettro di Carlotta al Castello di Miramare - Il Piccolo

Una mostra celebra il ritorno dello scettro di Carlotta al Castello di Miramare

Lo scettro dimenticato di Carlotta finalmente riprende posto all’interno del Salottino orientale in una teca posta tra due finestre spalancate sull’Adriatico

Giulia Basso
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Lo scettro di Carlotta in mostra a Miramare. Foto di Massimo Silvano

 

TRIESTE «Centosessant’anni dopo la partenza per il Messico di Massimiliano e Carlotta, che salparono proprio da questo porticciolo a bordo della fregata Novara, per la prima volta al Castello di Miramare mettiamo in mostra un oggetto inedito, che ritorna a casa grazie al dono in comodato d’uso della Fondazione CrTrieste: il prezioso scettro di Carlotta divenuta imperatrice del Messico, che da oggi potrà essere ammirato dal pubblico nel Salottino Orientale al primo piano del Castello, restaurato e riaperto per ospitarlo».

E’ un esordio che trasuda soddisfazione quello di Andreina Contessa, direttrice del Museo di Miramare, che ha inaugurato ufficialmente la nuova mostra straordinaria allestita per l’occasione nel Castello.

Lo scettro, ha spiegato Contessa, era rimasto per decenni nella collezione privata degli eredi di Adrien Goffinet, curatore dell’ingente patrimonio personale di Carlotta del Belgio, sposa di Ferdinando Massimiliano d’Asburgo che l’accompagnò nella sua sfortunata avventura messicana.

Il suo soggiorno sudamericano, infatti, durò poco: la vita in Messico si rivelò difficile a causa dei tumulti rivoluzionari guidati da Benito Juarez, che la spinsero a tornare in Europa per cercare, purtroppo senza risultati, aiuti militari ed economici alla corte di Napoleone III e di Papa Pio IX.

Lo scettro di Carlotta in mostra a Miramare: l'inaugurazione Foto di Massimo Silvano 

 

Nel corso delle sfortunate vicende che la coinvolsero - e che finirono con la diagnosi di follia della principessa e poco tempo dopo, dall’altra parte dell’oceano, con l’uccisione di Massimiliano - lo scettro finì nelle mani del fratello Leopoldo II, re del Belgio, che anni dopo lo donò al barone Goffinet in segno di gratitudine: sono stati i discendenti del barone a decidere di metterlo all’asta a Montecarlo poco tempo fa.

Lo scettro di Carlotta in mostra a Miramare. Foto di Massimo Silvano

 

“Quando la direttrice Contessa se n’è accorta - racconta Massimo Paniccia, presidente della Fondazione CrTrieste - ci ha immediatamente contattato per chiederci un aiuto per riportarlo a Trieste. Dopo aver richiesto una stima a Alessandro Rosa, esperto di arte moderna e contemporanea che ne ha confermato il valore, abbiamo convocato d’urgenza un consiglio d’amministrazione per partecipare all’asta il giorno successivo.

Insomma, abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo e ce l’abbiamo fatta”. Simbolo di un tardivo sogno imperiale concepito in Europa sulla scia del regno di Carlo V, lo scettro, rilevato al prezzo di 120 mila euro, rappresenta un periodo peculiare della storia europea della metà dell’Ottocento, con Trieste al centro degli avvenimenti geopolitici internazionali.

In oro 22 carati, con un’impugnatura costituita da un cilindro cavo realizzato in filigrana, con fregi nastriformi di fiori e foglie, fu donato a Carlotta dalla città di San Juan del Rio, che la scelse come patrona, riconoscendone l’autorità imperiale.

Lo scettro di Carlotta in mostra a Miramare. Foto di Massimo Silvano

 

Le circostanze di questo prezioso dono sono descritte in un documento originale, che era conservato all’interno dello scettro stesso e il cui testo è ora riportato nel nuovo allestimento che ospita questo simbolo del potere dimenticato per molti anni.

Al culmine del cilindro che compone lo scettro è posta una corona dell’impero messicano, arricchita da perle e pietre preziose e sormontata da quattro aquile, che richiamano l’emblema imperiale del Messico. L’ananas, simbolo onnipresente a Miramare, evoca la prosperità e la ricchezza della terra.

Lo scettro di Carlotta in mostra a Miramare. Foto di Massimo Silvano

 

Alla base dello scettro, attentamente restaurato da Anna Collarin per la parte strutturale e metallica e da Evita Pedron per la parte tessile, vi è la firma dell’orefice che lo forgiò, tale José Maria Larralde, che operò a Città del Messico tra il 1842 e il 1868.

Lo scettro di Carlotta in mostra a Miramare. Foto di Massimo Silvano

 

Come ogni oggetto storico, anche lo scettro dimenticato di Carlotta, che finalmente riprende posto all’interno del Salottino orientale in una teca posta tra due finestre spalancate sull’Adriatico, ha aperto inediti orizzonti di studio che, dice Contessa, verranno restituiti in una pubblicazione ad hoc.

E non è finita qui, perché martedì 16 aprile è stato anche presentato il nuovo bookshop aperto nel Castelletto di Miramare e gestito da Coopculture: sarà proprio dall’edificio più antico del Parco, che così diventa centro di accoglienza per i visitatori, che partiranno le visite guidate al comprensorio culturale.

Lo scettro di Carlotta (particolari):

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