L'agente di Bayeye apre al mercato: "Al Torino non gioca, andrà via a gennaio"

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L’agente di Bayeye apre al mercato: “Al Torino non gioca, andrà via a gennaio”, poi il retroscena su Juric

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Torino

Tra i primi acquisti della campagna estiva, Brian Bayeye dopo le amichevoli del pre-campionato, non ha più giocato con il Torino: solo una presenza in partite ufficiali, contro il Palermo in Coppa Italia, quando è subentrato a Singo, al 37′ del secondo tempo.

A riguardo, il suo agente Vincenzo Pisacane, a TorinoGranata.it, ha parlato della situazione del suo assistito: “Il problema è alla base perché in realtà Bayeye doveva andare in prestito già quest’anno: questa era l’idea con il Torino. Avevamo Reggina, Palermo, Modena e Ternana che lo volevano, poi però purtroppo Juric gli ha detto “non andare via che mi servi qui, resta con noi e non ti preoccupare che troverai il tuo spazio”. Invece gli ha fatto perdere sei mesi. Juric dice che il giocatore non ha perso sei mesi perché Brian ha imparato molto. Ma io penso che un giovane come lui debba sempre giocare e che sia meglio andare in una categoria inferiore e giocare sempre piuttosto che stare in Serie A e non giocare mai. Quindi sicuramente Bayeye andrà in prestito da qualche parte a gennaio“.

Sulla possibile nuova destinazione, Pisacane non si è sbilanciato: “Ci sono un po’ di squadre che l’hanno visto, però il mercato è a gennaio e siamo a novembre, quindi aspettiamo un attimo e vediamo“.

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Clamoroso! Tonali rischia una maxi stangata per il caso scommesse: lo scenario!

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Pronostico Newcastle-Liverpool, statistiche e consigli per la partita

Se Nicolò Fagioli se l’è cavata con appena sette mesi di squalifica dall’attività agonistica, Sandro Tonali rischia davvero di andare incontro a uno stop ben più duraturo. I verbali delle deposizioni, rilasciate alla Procura di Torino e a quella della FIGC, sono concordi e profilano uno scenario di squalifica ben più ampio. Secondo quanto emerge dalle colonne de Il Messaggero, Tonali potrebbe puntare a un patteggiamento, con cui accollarsi una squalifica di sedici mesi più altri sedici per prescrizioni alternative.

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Neymar dopo l’infortunio: “È il momento peggiore della mia vita”

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Neymar

Duro colpo per Neymar: il giocatore brasiliano ieri si è infortunato. La prognosi, comunicata ieri dall’Al-Hilal, è quella della rottura del legamento crociato anteriore e del menisco del ginocchio sinistro. Per lui, con certezza, la stagione è finita. Il mondo del calcio ha espresso grande vicinanza al fuoriclasse brasiliano, che spera di tornare come prima. In estate, aveva lasciato il PSG per giocare in Arabia e percepire uno stipendio da capogiro. La sua scelta non è stata condivisa da molti appassionati, che vedevano Neymar come il nuovo re del calcio. Non a caso, una frase molto comune detta su di lui è “Il principe mai diventato re”.

La sua carriera è stata spesso caratterizzata dagli infortuni. Il periodo più felice e proficuo è stato quello al Barcellona, dove spesso era stato inserito nella top 3 dei calciatori migliori al mondo, con Ronaldo e Messi. Poi, il triste declino, propiziato dai problemi fisici, come dicevamo, ma anche della scelta sbagliata di trasferirsi al PSG.

LE PAROLE DI NEYMAR DOPO L’INFORTUNIO

MOMENTO PIÙ DIFFICILE – “È un momento molto triste, il peggiore della mia vita. So di essere forte… ma questa volta ho bisogno del sostegno della mia famiglia e dei miei amici. Non è facile infortunarsi, sottoporsi ad un intervento chirurgico e poi… rifarlo solo quattro mesi dopo. Ho fede, lo lascio nelle mani di Dio”.

 

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Scontro politica-FIGC: richieste le dimissioni di Gravina, ma Marani e Ulivieri non ci stanno

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Gravina

Quanto accaduto nelle ultime settimane ha scosso profondamente tutto lo sport italiano. Il calcio nostrano è stato travolto dal clamoroso scandalo scommesse. Le indagini condotte dagli organi di competenza hanno acceso i riflettori sull’intero sistema calcistico, mostrando falle e lacune su questa questione. Proprio per questo, al centro delle critiche è finita la FIGC, in particolare il suo presidente Gabriele Gravina. La politica italiana, negli ultimi giorni, ha mosso dure critiche nei suoi confronti: primo fra tutti, Matteo Salvini.

LEGA E FRATELLI D’ITALIA CONTRO L’OPERATO DI GRAVINA

Gravina, dunque, è finito nel mirino della Lega, con Salvini che ha chiesto un cambiamento radicale ai vertici della Federazione, partendo dalle dimissioni del presidente stesso.

LE RICHIESTE DI SALVINI – “Alla luce di quanto è accaduto e sta emergendo nel calcio italiano tra scommesse, doping, fallimenti sportivi, problemi infrastrutturali e televisivi, crisi economiche: cosa deve accadere ancora per rivoluzionare la guida del movimento? È sempre più necessario, per rispetto di milioni di appassionati e in particolare dei più giovani, un radicale cambiamento a partire dalle dimissioni del Presidente Gravina”.

Successivamente, anche Fratelli d’Italia si è esposto sulla questione. Il partito guidato da Giorgia Meloni, piuttosto che virare sulle dimissioni degli attuali vertici federali, ha chiesto una verifica, da parte del CONI, delle condizioni per un commissariamento della FIGC.

LA RISPOSTA DI FRATELLI D’ITALIA – “Il calcio italiano ha necessariamente bisogno di un’opera autoriformatrice e il fenomeno delle scommesse rappresenta solo la punta di iceberg di un sistema contraddistinto da tempo da negatività ed episodi che ne dimostrano l’inefficienza. Abbiamo più volte sollevato questa problematica e crediamo che la soluzione a tutto ciò non sia rappresentata dalla richiesta di dimissioni di Gravina, che attengono all’autonomia del sistema calcistico, quanto piuttosto dal verificare se vi siano le condizioni di un commissariamento della FIGC da parte del CONI. Serve comunque un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, a cominciare dalle società che devono realmente investire sui vivai per garantire che nel nostro calcio vi siano più giocatori italiani in Serie A: non si tratta di un mero slogan ma di una necessità impellente”.

LA REPLICA DI MARANI E ULIVIERI

Immediata la replica da parte di chi, nonostante la questione calcio-scommesse, si schiera dalla parte di Gabriele Gravina e del suo operato. Tra questi, Matteo Marani, presidente della Lega Pro, e Renzo Ulivieri, presidente dell’Assoallenatori.

LE DICHIARAZIONI DI MARANI – “Non è il tempo delle divisioni e del catastrofismo. Sono state settimane decisive nelle quali si giocherà la qualificazione al prossimo Europeo, obiettivo indispensabile per tutti. Come del resto il lavoro per il miglioramento del sistema calcio. L’unica strada che può portare al rilancio del movimento è l’unità di intenti“.

LE DICHIARAZIONI DI ULIVIERI – “Ci hanno sorpreso gli attacchi al presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. Sono attacchi pericolosi, forse chi è intervenuto non sa che questo tipo di dichiarazioni rischia di far uscire l’Italia dalla Uefa e dalla Fifa, che non tollerano ingerenze della politica nella gestione delle federazioni“. L’ex tecnico del Bologna ha poi proseguito: “Gravina tra le altre cose ha appena ottenuto per l’Italia l’organizzazione degli Europei del 2032, con evidenti ricadute positive sul sistema infrastrutturale del Paese, per cui la polemica è fuori luogo. Riguardo a scommesse e doping, evocate nei comunicati politici, ci preme ricordare che la Figc ha norme chiare, applicate con velocità, giustizia e umanità. Crediamo inoltre che non esista alcun presidente federale che da solo possa risolvere la crisi economica che attanaglia tutta l’Europa“.

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Alla Juventus serve un centrocampista: chi farebbe più comodo tra Samardzic e Thuram?

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Samardzic

La Juventus, alle prese con le vicende Paul Pogba e Nicolò Fagioli, è orientata ad acquistare un nuovo centrocampista durante il mercato di gennaio. In tal senso, i nomi di Lazar Samardzic e Khephren Thuram sembrano i più appetibili sul taccuino del Football Director, Cristiano Giuntoli.

UNA NECESSITÀ NUMERICA

La Juventus non si può nascondere: il centrocampista è una priorità assoluta della dirigenza in virtù non tanto di rinforzare la rosa in vista del mercato di gennaio, quanto piuttosto di rimpolpare numericamente l’organico. Già, perché la fresca notizia della squalifica di 7 mesi di Nicolò Fagioli è la seconda tegola cascata sulla testa del club dopo l’accertata positività al doping di Paul Pogba. Due nomi non esattamente casuali, tra l’altro: il primo, valore Transfermarkt di 35 milioni di euro, era stato nominato miglior giovane della scorsa edizione di Serie A, il secondo, nei piani della dirigenza, sarebbe stato il faro del reparto, nonchè stella assoluta della squadra con il numero 10 sulle spalle.

E con i soli Locatelli (attualmente non brillante), Rabiot (finora lontano dai livelli della scora stagione), Miretti (ancora in attesa di sbocciatura), McKennie (forse il più positivo ad oggi) e Nicolussi Caviglia (deve ancora debuttare, quest’anno) appare difficile pensare di perseguire in totale serenità gli obiettivi preposti.

Per questo motivo, Giuntoli è molto attivo sul mercato, tanto che i nomi di centrocampisti accostati alla Juventus per la prossima sessione di mercato si sprecano: c’è il sempreverde De Paul – che in realtà, all’Atletico, performa sempre ottimamente – il nuovo nome, Emil Hojbjerg – che probabilmente può arrivare solo a condizioni vantaggiose, vista l’età – e poi i due nomi più intriganti e, per certi versi, percorribili: Khephren Thuram e Lazar Samardzic.

Ciò che hanno in comune questi profili è la posizione ed il ruolo in campo: mezzeali. Per il resto delle caratteristiche, difatti, sono piuttosto diversi tra loro. Eppure ciascuno, con i propri limiti e con le proprie caratteristiche, potrebbe fornire un grosso apporto alla Juventus in una zona del campo che, da tempo, rappresenta il punto debole della squadra.

KHÉPHREN THURAM, UNA MEZZALA CHE RICORDA POGBA

Khéphren, fratello di Marcus che stiamo imparando a conoscere in questi mesi, è un classe 2001 e veste la maglia del Nizza dal 2019, club col quale ha maturato la bellezza di 119 presenze.

Thuram è un profilo interessantissimo sul quale non si sono posati solo gli occhi della Serie A ma anche della Premier League con il Liverpool in prima fila. Questo, perché il giovane calciatore francese possiede spiccati doti fisiche e atletiche unite ad una tecnica di base di buonissimo livello che lo rendono un centrocampista totale. Strappa, domina col fisico, recupera palloni, porta palla, e calcia: Khéphren Thuram in campo è un box-to-box discretamente elegante con margini ampissimi. E ricorda, in alcuni aspetti, il giovanissimo Pogba che si affacciò all’avventura juventina nel 2012.

É appetibile sul mercato in quanto il suo contratto vedrà scadenza nel 2025 e, perciò, la finestra invernale del 2024 rappresenta l’ultima opportunità per il Nizza di strappare un accordo economico discretamente vantaggioso.

Innamorato calcisticamente del ragazzo è anche Fabio Cannavaro che lo ha recentemente sponsorizzato in un’intervista

“In che squadra di Serie A vedrei bene Thuram? Ovunque. Fossi un club italiano lo prenderei subito, farebbe comodo a tutti”. 

LAZAR SAMARDZIC, L’INTER NON ERA DESTINO?

L’altro nome, invece, lo conosciamo tutti. E non solo per l’arcinota trattativa arenatasi alle ultime battute che lo aveva quasi portato a vestire il nerazzurro.

Il talento di Lazar Samardzic (vedasi il gol realizzato contro il Napoli qualche settimana fa) è sotto gli occhi di tutti, tant’è che l’Inter stessa aveva fatto di tutto per tentare di assicurarselo. Centrocampista elegante, mancino e dal piede caldo, Samardzic è un centrocampista classe 2002 col vizio del goal e margini di miglioramento colossali. Il suo nome, mediaticamente, ha smesso di suscitare clamore forse per la sfortunata vicenda relativa al mancato trasferimento a Milano ma il suo ardore in campo è rimasto lo stesso, così come la voglia di misurarsi con certi palcoscenici. Samardzic è infatti titolare inamovibile della formazione di Sottil con ottimi risultati (già due gol quest’anno, ndr).

In rapporto al suo quasi coetaneo Thuram, è sicuramente più elegante palla al piede, più offensivo sul rettangolo di gioco, più votato al goal ma anche meno coinvolto nella fase difensiva e nei recuperi – tanto da essere stato schierato persino trequartista o attaccante nella scorsa stagione.

In termini economici, un suo ipotetico acquisto è da considerarsi forse più alla portata rispetto a quello del francese per costi di cartellino e ingaggio – nonostante un contratto ancora lontano dalla scadenza, datata 2026.

SAMARDZIC O THURAM?

Ragionando su costi, possibilità, ambientamento e identità di gioco, probabilmente il serbo Samardzic rappresenta il match perfetto per questa Juventus.

In primis, per un fattore ambientale: arrivare a metà campionato è sempre complesso e conoscere già la lingua, il paese e il campionato sono vantaggi che rendono l’adattamento sicuramente più rapido ed efficace. Non è da sottovalutare, inoltre, l’interessante intesa che si creerebbe con i compagni di Nazionale, Kostic e Vlahovic. In generale, anche in campo, individuare un calciatore propenso alla giocata, all’ultimo passaggio è ciò che serve davvero alla Juventus di Allegri, spesso tacciata di povertà tecnica in quella zona del campo. Samardzic aggiungerebbe quel brio alla manovra che attualmente nessun centrocampista in rosa può dare. E dulcis in fundo, il fattore economico: di Samardzic si conosce già orientativamente il prezzo (l’Inter aveva l’accordo a 16+2 di bonus) mentre per Thuram c’è da scavalcare una forte concorrenza e c’è da giocare sul prezzo.

In conclusione, è bene puntualizzare come i due potrebbero coesistere, rivelandosi entrambi pedine preziose per la Juventus. E chissà che il club bianconero non decida di farsi un regalo, assicurandosi uno dei due per gennaio e puntando all’altro in estate.

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