Berlusconi assolto al Ruby ter "perché il fatto non sussiste" - La Stampa

Non importa se le ex Olgettine sentite nei processi Ruby uno e due abbiano o meno mentito sulle “cene eleganti” a villa San Martino. Per i giudici non ci fu alcuna corruzione in atti giudiziari, perché quando le imputate resero quelle dichiarazioni erano semplici testimoni. Non indagate e quindi interrogate nella veste di “pubblici ufficiali”. Per questo, dopo poco più di un paio d’ore di camera di consiglio, il processo Ruby ter si è chiuso con qualche prescrizione e con l’assoluzione con formula piena, «perché il fatto non sussiste», per tutti e 29 gli imputati, a partire da Silvio Berlusconi, accusato di aver pagato, a partire dal novembre 2011 e fino al 2015, con circa 10 milioni di euro il silenzio e la reticenza delle giovani ospiti di Arcore.

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Dopo sei anni di dibattimento e a otto anni dall’udienza preliminare, l’assoluzione è stata pronunciata dalla settima sezione penale del Tribunale di Milano (presidente Marco Tremolada). Una decisione preceduta, nel novembre 2021 dall’ordinanza con cui i giudici avevano dichiarato inutilizzabili i verbali di 19 delle ex Olgettine imputate, su cui si fondavano, appunto, le accuse di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari.

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«È un’assoluzione con la formula più ampia e piena possibile. Non posso che esserne enormemente soddisfatto. Tre assoluzioni su tre processi», ha commentato subito il difensore dell’ex premier, Federico Cecconi, mentre si inseguivano già gli attestati di stima e felicità dei politici vicini al leader di Forza Italia, a partire dal vicepremier Matteo Salvini.

Le ragazze imputate «hanno sicuramente mentito. Lo hanno accertato due sentenze passate in giudicato», ha dichiarato invece la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano che con il pm Luca Gaglio aveva chiesto una condanna a sei anni per Berlusconi. “Il presupposto è che le imputate abbiano mentito. Ora c’è un tema squisitamente giuridico, ovvero se hanno mentito nella veste di testi o di soggetti che avrebbero dovuto avere un’altra qualifica e quindi non tenuti a dire la verità”. Poi ha aggiunto, in attesa di leggere le motivazioni solo parzialmente anticipate da una nota della Corte e quindi di decidere se ricorrere o meno in appello: «Non c’è amarezza. Noi abbiamo lavorato bene e mettendo tutto il nostro impegno. Le prove dal nostro punto di vista ovviamente conducevano senza dubbio alcuno al fatto che ci fossero fatti di corruzione. La nostra lettura continua a rimanere questa».

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Alla lettura della sentenza ha assistito in aula anche Karima El Marough, meglio nota come Ruby, per annunciare che domani presenterà il libro che racconta la sua vera storia: «Si intitola solo Karima, così rimane impresso alla gente qual è il mio vero nome», ha spiegato poco dopo aver regalato una copia ai pm. Dopo aver dribblato le domande su Berlusconi, ha concluso: «Questa assoluzione è una grandissima liberazione, questi anni sono stati un macigno, ho vissuto perdendo la mia identità e senza sentirmi mai giusta. Ero una ragazzina, andavo protetta».

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