Haochen Zhang, debutto al 61° Festival Pianistico di Bergamo e Brescia
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L'esordio

Haochen Zhang, debutto sorprendente al Festival Pianistico: interpretazione sublime e passione infinita

Il pianista cinese è stato protagonista del primo recital pianistico in programma al Teatro Donizetti, proponendo Beethoven e Liszt. Una scelta di repertorio impegnativa per esecuzione e ascolto

Bergamo. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Se con le parole possiamo ingannare, manipolare o tradire, con lo sguardo tutto questo è impossibile. Nemmeno il volto di Haochen Zhang, pianista cinese di fama internazionale, è stato in grado di mentire. Martedì 30 aprile, ospite del teatro Donizetti, ha debuttato al 61° Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, dedicato a Vienna e a tutti i compositori che devono la loro gloria a questa città.

Si è presentato come un ragazzo composto, disciplinato e molto pacato, e lo si sarebbe potuto dare per tale se non fosse stato per gli occhi, po’ ribelli, che forse volutamente hanno tradito le intenzioni dell’artista. Collegati direttamente al cuore e all’anima, ogni muscolo del volto è stato trascinato dalla musica per tutto il concerto.

Il resto del corpo obbediva alla tecnica, ma lo sguardo seguiva la passione. Quello di Zhang è amore puro per la musica, che assapora fino all’ultima vibrazione delle corde dello strumento alla fine di ogni movimento. Dietro lo smoking, c’è un mondo di emozioni.

L’esecuzione ha confermato il livello di una biografia di tutto rispetto dell’artista, che nelle ultime stagioni ha debuttato con la New York Philharmonic, l’Atlanta Symphony, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Lucerne Festival Orchestra, si è esibito con la Filarmonica della Scala, la NHK Symphony Orchestra e la Staatskapelle Berlin ed è stato in tournée in Asia con la Philadelphia Orchestra.

Per il pubblico bergamasco ha scelto un repertorio controcorrente, impegnativo per l’artista e di difficile ascolto per un pubblico poco allenato. La serata si è aperta con la Sonata n.29 in si bemolle maggiore op. 106 di Ludwig van Beethoven, ritenuta la più ampia e complessa di tutte le sonate del compositore tedesco. Frutto della maturità della carriera di Beethoven, questa composizione è caratterizzata da difficoltà tecniche quasi sovraumane, ma anche momenti di incantevole lirismo e dolce serenità.

 

Vienna Skyline, il 61° Festival Pianistico Internazionale

 

Nel secondo tempo il livello si è elevato ulteriormente con la musica del “pianista per eccellenza” Franz Liszt. Suonando la Sonata in si minore S.178, che Liszt dedicò a Schumann, Zhang ha valorizzato l’unicità di una composizione unica nel suo genere, che supera la tradizione del tempo. L’artista cinese ha messo a dura prova se stesso e il pubblico, che ha accettato e apprezzato la sfida richiamando il pianista per ben quattro volte sul palco.

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