Anna d'Austria e lo scandalo dei diamanti

Anna d'Austria e lo scandalo dei diamanti

Nel 1625 la moglie spagnola di re Luigi XIII fu accusata dai suoi detrattori di aver avuto un idillio con il duca di Buckingham, ambasciatore inglese, cui avrebbe regalato dei gioielli

Nella primavera del 1625 Anna d’Asburgo passeggiava nei giardini della residenza reale di Amiens in compagnia di un nobile inglese. Improvvisamente si udirono risuonare per il parco le grida allarmate della donna, diventata regina di Francia in seguito al matrimonio con Luigi XIII. La dama di corte Madame de Motteville, allora una bambina, racconterà nelle sue memorie che la regina «era stata turbata da qualche manifestazione troppo appassionata del duca e aveva urlato per richiamare l’attenzione del suo stalliere».

Anna d'Austria regala i puntali di diamante al duca di Buckingham prima che questi faccia ritorno in Inghilterra. Olio di W. Bakalowicz. XIX secolo

Anna d'Austria regala i puntali di diamante al duca di Buckingham prima che questi faccia ritorno in Inghilterra. Olio di W. Bakalowicz. XIX secolo

Foto: Bridgeman / ACI

Il nobile in questione era George Villiers, duca di Buckingham, con cui la regina aveva un appuntamento segreto. Buckingham era arrivato alla corte francese per scortare in Inghilterra, dove si sarebbe unita in matrimonio con il re Carlo I, la principessa Enrichetta Maria, sorella di Luigi XIII. Anna d’Asburgo era alla guida del seguito che avrebbe accompagnato la cognata fino all’imbarco per le isole britanniche. Le voci di un presunto idillio tra il galante duca di Buckingham, di 33 anni, e la sovrana francese, di 24, circolavano a corte sin dall’arrivo del primo in Francia, alcuni mesi prima.

I due si erano conosciuti in Spagna quando Anna, figlia del re Filippo III, era solo un’adolescente. Già allora il passionale aristocratico aveva manifestato un debole per l’infanta, considerata una delle donne più belle dell’epoca: carnagione chiara, capelli biondi, grandi occhi azzurri e aspetto formoso. Queste caratteristiche non le erano state d’aiuto al momento di sposarsi con Luigi XIII. Il sovrano francese aveva ignorato la moglie fin dal primo giorno. Piuttosto, aveva continuato a preferire la compagnia dei giovani soldati della sua guardia e, soprattutto, del suo primo ministro dell’epoca, Charles-Albert de Luynes. Fu lui che, di fronte allo scarso interesse del re per le donne, lo aveva spinto verso il talamo nuziale con l’obiettivo di mettere a tacere le voci che avevano trasformato la consumazione del matrimonio reale in una faccenda di stato.

Il tempo confermò la repulsione del re di fronte ai suoi doveri coniugali e le conseguenti difficoltà a dare un erede alla corona. Una questione che l’entourage della sovrana era intenzionato a risolvere anche a costo di spingerla tra braccia di un altro.

Il corteggiamento della regina

La sovrintendente del seguito della regina, Marie de Rohan-Montbazon, duchessa di Chevreuse, una dama nota per il suo atteggiamento frivolo – la cui compagnia non avrebbe giovato al buon nome della sovrana – diede un contributo decisivo in questo senso. Fu lei a presentare ad Anna il duca di Montmorency e, successivamente, a organizzarle l’incontro segreto con Buckingham ad Amiens. Forse la duchessa non si aspettava che il duca avesse un approccio così diretto o che, in quel caso, la regina lo rifiutasse.

Anna d’Austria raffigurata in un ritratto di Rubens

Anna d’Austria raffigurata in un ritratto di Rubens

Foto: Fine art images / Album

Abituata alla tranquilla corte spagnola, Anna d’Asburgo aveva scoperto con sorpresa, ma anche con piacere, la leggerezza dei costumi presso la corte francese. In ogni caso, sembra che non avesse intenzione di essere infedele al marito, ma comunque accolse di buon grado le attenzioni del duca e accettò il suo corteggiamento romantico.

Tutto ciò è testimoniato dal fatto che non solo gli perdonò l’audacia dimostrata ad Amiens, ma quando il duca si apprestava a lasciare la corte francese lei gli regalò i puntali di diamante che indossava il giorno in cui si erano conosciuti.

«Odia tutto ciò che non è soggetto alla sua volontà», si diceva di Richelieu

Questo aneddoto sarebbe rimasto circoscritto se non fosse giunto alle orecchie dell’acerrimo nemico della regina: il cardinale Richelieu, che in quel periodo era, per così dire, il padrone della Francia. Luigi XIII riponeva piena fiducia nel cardinale, e questi esercitava un controllo totale sulla vita di corte. «Quello che non era soggetto alla sua volontà era esposto al suo odio», scrisse di lui il moralista La Rochefoucauld. Valeva anche per la regina francese. Per mettere in cattiva luce Anna d’Asburgo agli occhi del marito, Richelieu organizzò l’intrigo che, nel XIX secolo, Alexandre Dumas avrebbe trasformato in un’opera letteraria, ovvero il celeberrimo I tre moschettieri.

Busto di Richelieu di Bernini

Busto di Richelieu di Bernini

Foto: Superstock / Album

Le vicende di D’Artagnan e dei suoi compagni si svolgono su uno sfondo rigorosamente storico, anche se lo scrittore si concesse qualche licenza, soprattutto dal punto di vista cronologico. Una delle prove della veridicità dell’aneddoto sui puntali è che Henri-Auguste de Loménie, conte di Brienne, lo menzionò nelle sue memorie. In qualità di segretario di stato e responsabile delle negoziazioni per il matrimonio di Enrichetta Maria di Borbone e di Francia con il futuro Carlo I d’Inghilterra, Brienne conosceva la questione in prima persona.

Il ballo di Londra

A quanto riferisce il conte, la duchessa di Chevreuse si incaricò di far avere al duca di Buckingham i puntali di diamante, e lui si affrettò a esibirli a un ballo di corte a Londra. Nella capitale inglese Richelieu aveva una buona alleata, Lucy Percy, contessa di Carlisle – Milady de Winter nel romanzo di Dumas –, che lo mise al corrente del fatto. Durante il ballo la contessa riuscì a tagliare con discrezione dall’abito del duca qualche puntale, che inviò immediatamente al cardinale.

Quando Buckingham si accorse della scomparsa dei gioielli, capì cos’era successo e commissionò a un gioielliere londinese degli esemplari simili. Quindi rispedì i puntali a Madame de Chevreuse, pregandola, secondo quanto riferì il conte di Brienne, «di restituire alla regina il regalo frutto della sua munificenza e far sapere a Sua Maestà che il motivo è il semplice timore che ne possa nascere qualche voce che possa pregiudicarla». Non si sbagliava. Richelieu aveva convinto il re a interrogare la regina in merito ai famosi puntali, facendogli anche sapere che lei li aveva regalati a Buckingham. È a questo punto che storia e letteratura divergono: nella realtà sembra che, quando il re chiese con insistenza ad Anna di indossare i gioielli, questa si limitò a mostrargli il suo portagioie completo. Nel romanzo di Dumas, invece, la sovrana li sfoggia sulla sua tenuta da cavallerizza. In ogni caso Brienne riferisce che in quell’occasione Anna ebbe la soddisfazione «di sapere che il re rimproverò al cardinale la sua mancanza di fiducia».

La rivincita della regina

Negli anni seguenti l’animosità tra Anna d’Asburgo e Richelieu non fece che accentuarsi. Il punto di massima tensione arrivò nel 1635, quando Spagna e Francia entrarono in conflitto diretto nel contesto della Guerra dei trent’anni. Il primo ministro accusò la regina di intrattenere una corrispondenza segreta con suo fratello, Filippo IV, con l’obiettivo di passargli informazioni sui piani francesi. Isolata a corte e ignorata dal marito, Anna aveva addirittura preso in considerazione l’idea di fuggire nei Paesi Bassi.

George Villiers, duca di Buckingham. Ritratto di M.J. van Mierevelt

George Villiers, duca di Buckingham. Ritratto di M.J. van Mierevelt

Foto: Fine art images / Album

Ciononostante, a quel punto una circostanza inaspettata cambiò la situazione. All’inizio del 1638 fu annunciato, fra lo stupore generale, che la regina era incinta. Di fronte alla perplessità della corte, che era perfettamente al corrente dell’inesistente relazione intima tra i coniugi, circolò la voce che un’improvvisa tormenta aveva costretto il re a rinunciare a una battuta di caccia e a trovare rifugio nella stanza della regina.

Stranamente il futuro Luigi XIV nacque proprio dieci mesi dopo la presunta tempesta. I pensieri di tutti andarono all’avvenente ambasciatore della Santa Sede da poco giunto a corte, un certo Giulio Raimondo Mazzarino. Ma questa è un’altra storia.

Ritratto del cardinale Richelieu opera di Philippe de Champaigne. Museo del Louvre, Parigi

Leggi anche

Il potere di un favorito: il cardinale Richelieu

Se vuoi ricevere la nostra newsletter settimanale, iscriviti subito!

Condividi

¿Deseas dejar de recibir las noticias más destacadas de Storica National Geographic?