Andrea Orlando: “Europee? Deciderò con il partito. Servono scelte per le sfide future” - Il Secolo XIX
Dopo l’anticipazione del Secolo XIX

Andrea Orlando: “Europee? Deciderò con il partito. Servono scelte per le sfide future”

L’ex ministro Pd: “C’è una riflessione del partito nazionale e mia in corso, voglio decidere con la mia comunità, cui devo tutto, e capire qual è la soluzione migliore per le sfide che abbiamo di fronte”

di Mario De Fazio
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L'ex ministro Andrea Orlando, deputato del Pd, insieme all'europarlamentare Brando Benifei (foto Giusto Mauro)

 

Genova – “Io in corsa alle Europee? C’è una riflessione del partito nazionale e mia in corso, voglio decidere con la mia comunità, cui devo tutto, e capire qual è la soluzione migliore per le sfide che abbiamo di fronte”.

La prospettiva è concreta, ma le riserve sono tutt’altro che sciolte. All’indomani dell’indiscrezione del Secolo XIX (clicca qui per l’articolo) sulla richiesta avanzata da Elly Schlein ad Andrea Orlando per una candidatura del deputato spezzino al Parlamento europeo, l’ex ministro conferma che l’ipotesi è solida.

Un’eventualità che sembra intrigare Orlando, considerato che sul proscenio delle Europee potrebbe diventare il portabandiera del nuovo corso dem targato Schlein e il naturale aspirante al ruolo di capogruppo, in una competizione in cui abbondano candidati civici o espressione della minoranza che al congresso sostenne Stefano Bonaccini. Ma prima di cedere alle sirene europee, l’ex ministro è consapevole che le sue scelte peseranno anche sul futuro politico del Pd e del centrosinistra ligure, dove sono in tanti a guardare a una sua candidatura per le future regionali.

Motivo per cui, a margine del convegno “Impresa domani” organizzato ieri dal partito all’Acquario di Genova, sceglie di tenere aperta la porta a più di uno scenario. “Mi onora il fatto che si pensi a me - riflette - Ma credo sia giusto decidere con tutti i compagni e le compagne che in questi anni hanno riposto fiducia in me, a partire dai militanti di base, e lavorato con me per costruire una presenza politica sia a livello nazionale che a livello regionale. Un candidato che rappresenterà la Liguria ci sarà in ogni caso”.

Orlando, però, volge lo sguardo anche alle ferite che indeboliscono il partito a livello nazionale. A partire dalle tensioni deflagrate nel campo largo per il caos in Puglia, con l’annullamento delle primarie per il candidato sindaco di Bari e il gelo sull’asse Pd-M5S.

Rispetto agli attacchi di Conte, si dice convinto che “si debbano respingere le provocazioni e continuare a cercare soluzioni, la partita è più grande di quello che può apparire e non riguarda solo la città di Bari”, e rilancia la necessità di “uno sforzo unitario che dev’essere massimo» ma, allo stesso tempo, «salvaguardando la dignità delle forze politiche. Quello di Bari - argomenta - è un colpo al campo largo, dobbiamo capire come superarlo riducendo la portata di questa ferita”.

Nel Pd è scoppiata anche la grana Torino, con l’inchiesta giudiziaria e la bufera politica sul voto di scambio che coinvolge l’esponente dem Salvatore Gallo. Per Orlando, sia per Bari che per Torino, “la questione centrale è la riforma del partito. Quando accadono cose del genere non è mai un problema di singoli casi - chiarisce - Il tema vero è che non ci sono più meccanismi che regolino i processi democratici e ridiano forza e centralità alla selezione della classe dirigente. Il partito spesso è eccessivamente assoggettato alla dimensione istituzionale e non riesce a creare i necessari contrappesi quando si innescano processi degenerativi o trasformistici”.

Una selezione che per il deputato Pd dovrebbe avvenire “attraverso i partiti e non attraverso filiere che vengono associate in maniera sommaria alle correnti. In verità chi controlla i pacchetti di voti passa da una corrente all’altra indifferentemente. Ci sono stati parlamentari che in passato hanno denunciato degenerazioni e operazioni trasformistiche travestite da falso civismo, come Michele Bordo in Puglia o Stefano Esposito in Piemonte, e che non sono stati ricandidati”. Il punto decisivo, per Orlando “è ricostruire il tessuto collettivo del partito: è l’unico antidoto che esiste. E credo che sarà il lavoro che dovrà affrontare la segretaria Schlein appena archiviati i prossimi passaggi politici”.

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