L’infelice vita di Vittoria Melita di Sassonia Coburgo Gotha e della sua bambina Elisabetta – Vanilla Magazine

L’infelice vita di Vittoria Melita di Sassonia Coburgo Gotha e della sua bambina Elisabetta

È una storia di cento anni fa quella che raccontiamo, ma che tocca tanti temi propri del nostro tempo: un matrimonio senza amore e il suo naturale fallimento, l’omosessualità, la “modernità” di una donna che non accetta la tradizione, il divorzio, l’affidamento dei figli e infine la tragedia, una costante nella famiglia d’Assia.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Di Vittoria Melita di Sassonia Coburgo Gotha, la sorella Maria, regina di Romania, scrisse che “tutto in lei era tragico oltre ogni immaginazione, la fine tragica di una vita tragica. Portava la tragedia con lei, fin da bambina”.

Vittoria Melita di Sassonia Coburgo Gotha, nacque nel 1876 ad Attard, a Malta – il suo secondo nome, Melita, deriva proprio dal nome dell’isola del Mediterraneo. Figlia di Alfredo Duca di Edimburgo – quartogenito della Regina del Regno Unito Vittoria – e della Granduchessa Maria di Russia – figlia dello Zar Alessandro II e quindi sorella del sovrano successivo, Alessandro III, e zia dell’ultimo Zar, Nicola II -, aveva sposato Ernesto Luigi, Granduca d’Assia, figlio di Alice, terzogenita della Regina Vittoria, e del Granduca Luigi IV d’Assia. Era fratello di Alexandra Fedorovna, di Elisabetta Fedorovna e di Vittoria di Battenberg.

Vittoria Melita ed Ernesto Luigi, pertanto, erano cugini.

Vittoria Melita di Sassonia-Coburgo-Gotha e Ernesto Luigi d’Assia e del Reno nel giorno del loro matrimonio.

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La famiglia di Vittoria Melita si era trasferita a Coburgo, in Baviera, dall’Inghilterra nel 1889, quando il futuro Edoardo VII aveva rinunciato in favore del fratello Alfredo alla successione in Sassonia. Ernesto II Duca di Sassonia non aveva figli e la successione passava quindi ai figli del fratello Alberto, marito della Regina Vittoria.

Prima del matrimonio, però, durante i frequenti viaggi in Russia con la madre, Vittoria Melita (chiamata in famiglia Ducky) e suo cugino, il Granduca Kirill Romanov, figlio di un fratello della madre, si erano innamorati. Le nozze tra i due erano però impossibili: la chiesa ortodossa russa, meno permissiva di quella cattolica (che rilasciava dispense senza problemi) vietava fermamente il matrimonio fra primi cugini. La regina Vittoria e la sua famiglia avevano perciò deciso di far sposare Vittoria Melita con Ernesto Luigi d’Assia. e il matrimonio venne celebrato il 19 aprile 1894. Nella stessa occasione venne annunciato il fidanzamento di Nicola II con Alix d’Assia.

Kirill Vladimirovič Romanov

Fotografia di Городецкий Л. С. – РНБ, шифр хранения Э ФП/3-К650 di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Nella stessa occasione, inoltre, fu annunciato il fidanzamento tra l’erede al trono di Russia, Nicola II, e la sorella di Luigi Ernesto, Aleksandra Fëdorovna, ancora conosciuta come Alice d’Assia (Alix, per i familiari).

L’11 marzo 1895, comunque, nacque la prima figlia di Vittoria Melita ed Ernesto Luigi, Elisabetta, destinata a restare l’unica figlia della coppia, dato che nel 1900 un bambino maschio nascerà morto. Nonostante la nascita della bambina, il matrimonio tra i due non andò bene. Assolutamente incompatibili si accendevano in continue liti furibonde:

Lei ignorava i suoi doveri di corte, lui pareva ignorasse del tutto la consorte

Accadde che nel maggio 1896 Vittoria Melita incontrò nuovamente Kirill in occasione dell’incoronazione degli Zar Nicola e Aleksandra. Quel giorno la donna rafforzò la convinzione di voler porre fine al suo matrimonio infelice.

L’anno successivo Ducky, ventunenne, sorprese il marito in atteggiamenti equivoci con un servitore. Alla vista di quell’incontro dichiarò, forse esagerando, che nessun uomo era al “sicuro” vicino a suo marito e si convinse definitivamente di voler divorziare.

Anche Ernesto Luigi, in un primo momento contrario, prese atto che il divorzio fosse l’unica soluzione a un matrimonio che stava uccidendo lei e facendo impazzire lui.
Si appellarono quindi alla nonna, la Regina Vittoria, che, pur addolorata dall’incresciosa situazione, rifiutò nel modo più assoluto la possibilità di sciogliere il legame tra i due. Il divorzio tra Vittoria Melita ed Ernesto Luigi poté compiersi solo nel 1901, alla morte della Regina, e la separazione fu accolta con grande scandalo in tutte le famiglie regnanti d’Europa.

Lo Zar e la Zarina di Russia lo giudicarono inaccettabile, e da quel momento la Granduchessa non fu più accettata alla corte imperiale. Col divorzio dei genitori fu deciso che la Principessa Elisabetta, che intanto cresceva come una bimba bellissima, di buon carattere e tenace, avrebbe passato sei mesi all’anno con il padre a Darmstadt e gli altri sei con la madre a Coburgo, dove la donna era tornata a vivere. La piccola visse molto male il divorzio, soprattutto nei mesi di lontananza dal padre, cui era molto più legata. Alla fine del semestre paterno Elisabetta addirittura si nascondeva, nella speranza di non essere trovata ed evitare così il trasferimento dalla madre.

Quegli anni incerti adombrarono il carattere della bambina

Vittoria Melita di Sassonia Coburgo Gotha

Fotografia di sconosciuto di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Frattanto, Vittoria Melita aveva preso a frequentare liberamente il Granduca Kirill e a Elisabetta, durante il semestre materno, era permesso di incontrare le quattro cugine, le Granduchesse Olga, Tatiana, Maria e Anastasia. Lo Zarevic Aleksej non era ancora nato ed Elisabetta veniva trattata dagli Zar come se fosse una quinta figlia femmina.

Nell’ottobre 1903, Elisabetta si trovava con il padre. Ernesto Luigi, consapevole del bel rapporto tra la sua bambina e le figlie di Nicola II la accompagnò a Skierniewice, in Polonia (allora parte dell’Impero russo), nella riserva di caccia dello Zar. Da lì, poi, la madre avrebbe ripreso Elisabetta per il suo semestre. Il periodo trascorse sereno finché un giorno di novembre, al suo risveglio, la bambina cominciò ad accusare un forte dolore al petto.

Dapprima, il malessere fu attribuito a un po’ di stanchezza dovuta agli sfrenati giochi delle ragazzine; alla sera, però, Elisabetta aveva la febbre a 40 e iniziava anche a respirare a fatica. Furono chiamati dei medici di Varsavia che iniettarono nella bambina della caffeina, nel tentativo di stimolarle il cuore, ma senza risultati. Il giorno successivo la situazione era già disperata e la piccola chiese di avvertire la mamma.

Poco dopo cominciò a delirare e spirò

Era il 16 novembre 1903, la Principessa Elisabetta aveva appena otto anni. Vittoria Melita arrivò a Skierniewice che la sua bambina era già morta.

La principessa Elisabetta d’Assia nel 1901 ca.

Fotografia di Heinrich Ensslinger, Hoffotograf Darmstadt di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Si iniziò a vociferare che la piccola avesse assunto del veleno destinato allo Zar; l’autopsia chiarì però che si era trattato di febbre tifoide. Elisabetta, probabilmente, durante i suoi giochi aveva bevuto dell’acqua inquinata. Il funerale della bambina, adagiata in una bara d’argento donata dagli Zar fu seguito da migliaia di persone. Nel corso della cerimonia funebre Vittoria Melita, dinanzi a tutti i membri delle famiglie reali accorsi al funerale, si levò dall’abito l’Ordine d’Assia e lo poggiò sul corpo della figlia; con questo gesto plateale sancì la sua definitiva rottura con la famiglia. Elisabetta venne sepolta insieme agli altri Assia a Rosenhöhe sotto un grande angelo di bronzo.

Monumento funebre di Elisabetta d’Assia a Rosenhöhe, Darmstadt

Fotografia di Daderot di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Ducky e il Granduca Kirill si sposarono nel 1905, due anni dopo la morte di Elisabetta. Il matrimonio fu osteggiato dallo Zar Nicola II che non diede il suo benestare, necessario per i matrimoni reali, e Kirill fu espulso dalla Marina Imperiale ed esiliato dalla Russia. La coppia si stabilì prima a Coburgo, dove nel 1907 nacque la prima figlia Maria, e poi a Parigi, dove nel 1909 venne alla luce la secondogenita Kira.

La situazione cambiò nel 1910, quando in casa Romanov scarseggiavano gli eredi al trono in linea diretta. Due granduchi erano morti da poco e Kirill si trovava terzo in linea di successione, dopo il piccolo Zarevic Aleksej (nato nel 1904) e il Granduca Michele, fratello dello Zar. In quell’anno Vittoria Melita e Kirill furono perciò perdonati e riammessi in Russia. Vittoria, che si era convertita alla religione ortodossa, divenne quindi la Granduchessa Viktoria Fëdorovna.

Quando scoppiò la Rivoluzione in Russia, Viktoria Fedorovna e Kirill riuscirono a scappare in Finlandia –  furono tra i pochi Romanov a salvarsi – dove nacque il terzo figlio, l’unico maschio, di nome Vladimir. Restati senza mezzi, dopo la fuga dovettero elemosinare aiuti presso dei parenti, ma non ai cugini inglesi: Viktoria, infatti, rimase profondamente offesa dal comportamento di suo cugino Giorgio V che non aveva mosso un dito per aiutare l’esercito bianco e salvare dalla loro tragica fine la famiglia imperiale russa.

Dopo la Rivoluzione la coppia andò in Germania e poi in Francia.

Elisabetta d’Assia e Vittoria Melita di Sassonia Coburgo Gotha

Fotografia di Eduard Uhlenhuth – Alexander Palace Forums di Pubblico dominio condivisa via Wikipedia

Nel 1924, dopo la morte sia di Aleksei sia di Michele, fratello dello Zar assassinato dai bolscevichi, Kirill si autoproclamò imperatore in esilio, anche se contestato da alcuni membri della famiglia, e in tutti gli anni a venire non cessò mai di cercare sostegno nell’utopia di restaurare la monarchia in Russia. Nel 1933 arrivò un ultimo boccone amaro per Viktoria: la donna scoprì le frequenti scappatelle del marito, ma comunque non lo lasciò per non turbare la serenità dei figli. La donna non dimenticò però l’offesa subita e quando nel 1936 ebbe un infarto che la portò alla morte, il 2 marzo, rifiutò l’ultima carezza da parte del consorte. Il Granduca Kirill morì due anni dopo, il 12 ottobre 1938.

Furono entrambi sepolti a Coburgo prima di essere traslati, nel 1995, a San Pietroburgo, nel Mausoleo Granducale. La loro nipote Maria, figlia dell’ultimogenito Vladimir, è l’attuale capo della casa Romanov, seppur non riconosciuta dai discendenti delle sorelle di Nicola II, in quanto il matrimonio di Kirill e Viktoria non era stato ufficialmente autorizzato dallo Zar Nicola II.


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