Questi siti storici in Grecia riportano in vita il regno perduto di Alessandro Magno  | National Geographic

Questi siti storici in Grecia riportano in vita il regno perduto di Alessandro Magno 

Un nuovo museo e le sepolture riconosciute Patrimonio mondiale dall'UNESCO rivelano i misteri reali e la vita quotidiana nell'antica Macedonia.

DI JULIA BUCKLEY

pubblicato 10-01-2024

Questi siti in Grecia riportano in vita il regno perduto di Alessandro Magno 

Un busto romano di Alessandro Magno esposto ai Musei Capitolini di Roma. I viaggiatori possono esplorare il mondo del condottiero macedone del IV secolo a.C. in un nuovo museo e in un'area archeologica nel Nord della Grecia.

FOTOGRAFIA DI STEFANO BALDINI / BRIDGEMAN IMAGES

Alessandro Magno, re dell'antico Regno greco di Macedonia nel IV secolo a.C., noto per aver conquistato terre lontane come l'India e per aver creato il primo impero multiculturale del mondo, era una leggenda già prima della sua morte a soli 32 anni. Ma fino a poco tempo fa erano pochi i siti storici che i viaggiatori potevano visitare per conoscerne la vita.

Oggi sta tornando alla luce nel Nord della Grecia, l'antica città in cui Alessandro fu incoronato. Il Museo Policentrico di Aigai, inaugurato alla fine del 2022, permette di conoscere meglio l’originaria capitale dell'antica Macedonia, a un'ora di auto a ovest di Salonicco. (La regione in questione è quella della Macedonia greca, che si è unita al Paese nel 1913. I confini dell’originario regno macedone includevano anche una minor parte dell’attuale Repubblica della Macedonia del Nord).

Sebbene alla nascita di Alessandro i Macedoni avessero già spostato la loro capitale a Pella, circa 50 chilometri verso nord-est, la più antica Aigai, nelle immediate vicinanze dell'attuale Verghina, era ancora il centro della vita politica e religiosa. È qui che Filippo II di Macedonia, padre di Alessandro, fu assassinato nel 336 a.C.. Alessandro fu frettolosamente incoronato nel palazzo di città (riaperto al pubblico venerdì 5 gennaio 2024) e Filippo fu sepolto nelle vicinanze.

Di Aigai si erano perse le tracce per circa 2.000 anni fino al 1977 quando l’archeologo greco Manolis Andronikos scoprì la tomba di Filippo II. Aperto al pubblico dal 1997, il complesso delle Tombe Reali fa parte del Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO dal 1996 e si presenta come un museo sotterraneo nell’antico tumulo funerario che ospita quattro tombe reali, tra cui quella di Filippo.

Qui i visitatori possono camminare tra le tombe nell'oscurità e ammirare l’ingresso monumentale di quella di Filippo, sormontato da un affresco di 2.360 anni fa che raffigura il re e Alessandro a caccia. Nel sito sono esposti manufatti funerari, tra cui letti d'avorio, ricchi tessuti che un tempo avvolgevano i defunti, delicate corone d'oro e ossari. È esposta anche un'armatura scintillante di Filippo.

Del luogo di sepoltura di Alessandro si è persa traccia: la sua ubicazione è uno dei più grandi misteri del mondo antico. Ma le tombe reali offrono uno spaccato unico e accattivante dell’aristocrazia macedone, in contrasto con il nuovo museo adiacente che esplora la vita quotidiana dell’antico regno.

Un museo per tutti

Angeliki Kottaridi, ex direttrice dell'Eforato delle Antichità dell’Emazia, è stata la sovrintendente dei siti di Aigai fino a poco fa. Kottaridi ha sempre voluto che questi luoghi raccontassero anche la storia degli abitanti della città. Il nuovo edificio del Museo Centrale fa proprio questo, trasformando ciò che resta di Aigai in un vasto sito diffuso (o policentrico). In contrasto con le tombe reali, poco illuminate, il nuovo edificio è realizzato in pietra bianca abbagliante e inondato di luce naturale.

«Volevo che questo edificio avesse una concezione diversa», dice Kottaridi, spiegando la distinzione tra i due musei. «Il bianco è la luce dell'aldilà, quindi questo è un luogo dell'aldilà, dove [i morti] possono condividere le loro storie».

Il nuovo museo si apre con un atrio che mostra parte del peristilio a colonne del Palazzo Reale di Aigai - un vasto edificio il cui doppio colonnato, secondo Kottaridi, ha ispirato l'architettura antica da Atene all'Asia - per poi mostrare alcune sculture della città antica, tra cui una formidabile statua, dal volto severo, di Euridice, la nonna di Alessandro.

Dare vita agli oggetti umili

La sala principale del museo documenta ulteriormente la vita dei cittadini comuni esponendo oggetti molto ordinari - lampade, chiavi, vasi, statuette e semplici chiodi di ferro - in teche retroilluminate, come fossero opere d'arte.

«Per la prima volta, non c'è più il tabù di esporre oggetti “senza valore”», spiega la guida turistica Athina Tsakiri, che porta i visitatori al sito fin dalla sua apertura. «Si tratta di reperti umili a cui di solito nessuno presta attenzione».

«In altri musei ci sono solo capolavori; qui abbiamo oggetti quotidiani, la realtà della vita», aggiunge Kottaridi.

Una cassa contiene solo frammenti di piastrelle di terracotta, chiaramente danneggiate mentre ancora umide, con l'impronta di una mano umana e quelle di artigli e zampe di cani, gatti e galli.

Un'altra sezione mostra la vita domestica delle donne, con contenitori di gioielli, forcine per capelli, vasetti per il trucco e un telaio ricostruito su una struttura in plastica, con decine di pesi di terracotta.

Una valigetta di chiavi di ferro tornite a mano è la prova di vite passate. «Non abbiamo più le case, ma le chiavi sono l'idea di casa», dice Kottaridi.

L'ultima galleria del piccolo museo espone reperti dalle cremazioni degli antenati di Filippo e Alessandro, avvenute tra il 580 e il 300 a.C.  All'epoca, i reali (inizialmente solo gli uomini) erano cremati su pire funerarie sopra le quali venivano costruite strutture simili a case. Cocci di vasi, chiodi e persino battenti semi-fusi di porte, sono accatastati insieme, così come potevano essere trovati dopo la cremazione. I gioielli posti sui corpi di nove regine macedoni sono stati ricostruiti in teche a grandezza naturale, compresi quelli della "Signora di Aigai" del V secolo a.C., il cui corpo, rivestito d'oro, è stato portato alla luce da Kottaridi nel 1988.

Questi siti in Grecia riportano in vita il regno perduto di Alessandro Magno 

Le ceramiche antiche sono esposte come opere d'arte nel nuovo Museo policentrico di Aigai, nella Grecia settentrionale.

FOTOGRAFIA DI ALEXANDER POESCHEL/IMAGEBROKER/ALAMY

Per Tsakiri, il museo aiuta anche a contestualizzare le conquiste di Filippo e Alessandro. «È speciale perché si può ripercorrere la storia e la cultura di queste persone fin dall'inizio», dice. «Filippo non è apparso dal nulla: ciò che ha fatto, e ciò che dopo di lui ha realizzato suo figlio, aveva basi molto solide».

Riportare in vita una città

Molti degli oggetti esposti nel nuovo museo provengono da scavi recenti nel perimetro di Aigai, e il piano prevede di ruotare frequentemente i reperti in mostra ed esporre nuovi ritrovamenti. Finora è stato scavato meno di un decimo della città, spiega Kottaridi. «Abbiamo molto lavoro da fare».

I Romani distrussero il Palazzo Reale di Aigai dopo aver conquistato la Macedonia nel 168 a.C.. Questo mese, dopo due decenni di scavi, le sue rovine sono state aperte come quarta sezione del sito policentrico (compresi i due musei e la vicina chiesa).

«Avevamo bisogno di uno spazio per mostrare la città. È un'idea nuova: affrontare l'intero sito come un grande museo con parti dislocate geograficamente», conclude Kottaridi. «Sono molto orgogliosa del fatto che stiamo riportando in vita i Macedoni».

CONSIGLI DI VIAGGIO

Come arrivare: Verghina e il Museo Policentrico di Aigai si trovano a un'ora di auto a ovest di Salonicco. Ci sono anche autobus a cadenza oraria da Salonicco a Veria; altri autobus collegano Veria a Verghina quattro volte al giorno nei giorni feriali.

 

Dove alloggiare: Nella vicina città di Veria si trovano rovine bizantine e ottomane e un antico quartiere ebraico, che ospita piccoli alberghi come il boutique hotel Kokkino Spiti,con camere in un palazzo del XIX secolo.

 

Come visitarla: Athina Tsakiri offre tour di mezza giornata a partire da 140 euro, o di una giornata intera a partire da 200 euro (prenotare via e-mail all’indirizzo: tsakiri@hotmail.com). Per ulteriori informazioni, consultare https://www.discovergreece.com/it.  

Julia Buckley è una scrittrice di viaggio che vive a Venezia. Seguitela su X.

Questa storia è stata scritta con l'aiuto di Discover Greece.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente in lingua inglese su nationalgeographic.com.