ALBERTO V, duca di Baviera, il Magnanimo in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

ALBERTO V, duca di Baviera, il Magnanimo

Enciclopedia Italiana (1929)

ALBERTO V, duca di Baviera, il Magnanimo (der grossmütige)


Figlio del duca Guglielmo IV, nacque il 29 febbraio 1528 e salì al trono il 6 marzo 1550. Sotto di lui, Monaco e la corte bavarese divennero centro culturale e artistico di prim'ordine; musicisti come Orlando di Lasso, pittori quali Peter de Witte, furono chiamati a corte; sorsero splendidi edifici, si diede inizio alle grandi raccolte di quadri, di monete divenute poi celeberrime. Ma il governo di A., il quale peraltro non aveva grandissime qualità personali e si lasciava fortemente influenzare dai suoi consiglieri (tra questi, soprattutto Simone Eck), è particolarmente notevole per l'atteggiamento assunto dal duca di fronte alla questione religiosa. In un primo tempo, sin quasi al 1564, A. ondeggiò e non assunse una posizione risoluta, anche per contingenze politiche e finanziarie: nel 1556, dichiarò che la comunione sotto le due specie era esente da pena; nel 1562-63, insisté, in un con l'imperatore Ferdinando, presso il concilio di Trento e papa Pio IV, per far concedere la comunione sotto le due specie anche ai laici. Ma a partire dal 1564 il suo atteggiamento mutò e divenne nettamente ostile alla Riforma. Domata, con la forza, l'opposizione dei nobili bavaresi protestanti, raccoltisi attorno al conte Gioachino di Ortenburg, A. procedette rigorosamente alla repressione del luteranesimo nel ducato, pur cercando nel contempo di eliminare gli abusi nel campo ecclesiastico e di ridar vita allo spirito cattolico assai depresso. Una serie di provvedimenti (confisca dei beni ed esilio per i luterani; professione di ortodossia dei pubblici funzionarî e dei professori di università; rigorosa censura dei libri); il favore larghissimo dato ai gesuiti, stabilitisi nel 1556 a Ingolstadt, nel 1559 a Monaco, e divenuti i dominatori nel campo della cultura e della vita spirituale bavarese; l'accoglimento delle decisioni del concilio di Trento fecero della Baviera in breve volger d'anni la roccaforte del cattolicesimo e della controriforma in Germania. Dirigeva e sorvegliava siffatta opera di restaurazione cattolica uno speciale ufficio, il Collegio dei consiglieri ecclesiastici. Con la tutela esercitata sul giovane margravio di Baden-Baden, Filippo, A. riuscì a riconquistare anche questa regione all'unità cattolica; e, con i suoi eccitamenti, a creare alla controriforma un altro paladino nell'abate principe di Fulda, Baldassare von Dermbach. Così, con A., la controffensiva cattolica otteneva, in Germania, i suoi primi grandi risultati. A. morì il 24 ottobre 1579.

Bibl.: W. Goetz, Die bayerische Politik... 1550-1560, Monaco 1896; id., Beiträge z. Gesch. Herz. Albrechts V u. des Landsberger Bundes 1556-98, 1898; S. Riezler, Gschichte Baierns, IV, Gotha 1899; M. Döberl, Entwicklungsgesch. Bayerns, I, 3ª ed., Monaco 1916; W. Goetz e L. Theobald, Beitr. z. Gesch. Herzog Albrechts V u. der sogenn. Adelsverschwörung von 1564, Lipsia 1913.

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