La storia d’Italia in mostra all’Archivio dello Stato di Roma | PrimoPiano Molise

Ha aperto al pubblico nei giorni scorsi a Roma la mostra “Lo scrigno della memoria” con cui il Museo dell’Archivio dello Stato ha messo in mostra più di 150 anni di storia d’Italia, dal Risorgimento alla Repubblica attraverso documenti, cimeli, materiali bibliografici, fotografici e audiovisivi. L’archivio centrale dello Stato è tra i più grandi archivi del mondo. E tra l’altro custodisce uno dei tre originali della Costituzione e gli atti prodotti dagli organi legislativi, giudiziari e amministrativi dello Stato centrale e gli archivi personali di Agostino Depretis, Francesco Crispi, Giovanni Giolitti, Vittorio Emanuele Orlando, Ferruccio Parri, Ugo la Malfa, Pietro Nenni e a breve anche l’archivio di Lello Lombardi non appena sarà completato il progetto di digitalizzazione dei documenti. All’inaugurazione era presente il ministro alla cultura Sangiuliano che ha tenuto a precisare come «attraverso l’esame dei documenti si possono rinvenire momenti decisivi della nostra vita nazionale».
La mostra si sviluppa all’interno di un nuovo e permanente spazio museale, ritagliato nel cuore del complesso monumentale, progettato per la mostra delle Forze Armate nell’ambito dell’Esposizione Universale del 1942 e sede dell’Archivio dagli anni Cinquanta del Novecento. Tra i cimeli esposti anche il periodico “Libertas” edito a Isernia nel 1946 di cui era direttore responsabile il giovanissimo Lello Lombardi, appena diciassettenne, che poi avrebbe ricoperto incarichi di prestigio della vita politica nazionale. Lello Lombardi diede vita a due periodici molto importanti in quell’epoca a Isernia. Oltre a “Libertas anche “Il Mosaico”. Insieme a lui vi erano altre prestigiose firme di giovani iserniani che muovevano i primi passi nella politica. La direzione, la redazione e l’amministrazione del periodico “Libertas” era situata in piazza Concezione, dove ancora erano visibili le macerie del bombardamento del 10 settembre 1943. All’età di 16 anni, nel 1944, Lombardi crea i Gruppi giovanili della D.C. in Molise, occupandosene come delegato provinciale e come consigliere nazionale ed avvia la sua militanza nell’Azione Cattolica e nella sinistra dossettiana assumendo l’”Umanesimo Integrale” di Maritain quale riferimento per il suo impegno da cristiano in politica. Assume quindi la direzione del periodico “Libertas”, organo giovanile del partito. Il giovanissimo Lello Lombardi nel suo editoriale scriveva: «Rinnoviamo il Comune che è alla base dello Stato, che crea lo Stato, che alimenta lo Stato, affermiamo i principi dell’autogoverno locale coerente all’idea di una sana democrazia; ma esigiamo altrettanto ardentemente, al di sopra di tutto, e nel vantaggio di tutti, l’affermazione di una grande onestà. Onestà nei comizi, nelle piazze, nella compilazione della lista, nella formulazione del programma elettorale. Onestà e libertà, giustizia e verità, individualismo e democrazia sono i punti ideali del nostro programma».
Nel numero di “Libertas” esposto nella prestigiosa mostra, datato 5 marzo 1946, Anno I n. 2, insieme ad altre testate nazionali, è ben visibile in prima pagina anche un articolo sulla visita a Isernia di Bernardo Giorgio Mattarella, il padre dell’attuale Presidente della Repubblica, che allora era il vice segretario nazionale della Democrazia Cristiana e girava tutta l’Italia a sostegno delle liste della D.C. Nel suo intervento, riportato sul periodico “Libertas”, Mattarella, con elevate e nobili parole, così commentava il programma amministrativo: «Coerentemente ai principi di decentramento e autonomia, asseriti nel programma generale del Partito, la Democrazia Cristiana dichiara la necessità del raggiungimento dell’autogoverno locale, istituzione di indubbio vantaggio per l’economia e la politica amministrativa dei Comuni». Dopo aver esaminato i rapporti tra il Comune e lo Stato ed aver concluso che il Comune, sanamente rinnovato, che è di base allo Stato, Mattarella ha affermato nel suo intervento a Isernia che «la Democrazia Cristiana considera non prive di carattere politico le amministrative appunto per le necessarie conseguenze che esse avranno nelle supreme e più gravi decisioni per la Costituente». Nel periodico fa bella mostra anche la lista dei candidati della Democrazia Cristiana al Consiglio Comunale di Isernia. In quella lista non c’era Lello Lombardi, in quanto non aveva ancora compiuto i 18 anni, ma era uno dei principali ispiratori. Nella lista era presente l’avvocato Giovanni Ciampitti che fu eletto deputato nella prima Costituente. Insieme a Giovanni Ciampitti questi i nomi degli atri candidati: Giuseppe Antenucci, Domenico Armenti, Marianna Carnevale, Giuseppe Caroselli (che agli inizi degli anni ‘50 ricoprì l’incarico di sindaco) Nicola Cerasuolo, Andrea Cicchetti, Sabino d’Acunto (scrittore e sindaco della città negli anni ‘50), Giovanni De Crescente, Gemma Di Fiore, Alfonso Guglielmi, Cosmo Iannone, Giacomo Innamorato, Francesco Marcantonio, Carmela Mascieri, Celestino Pacifico, Luigi Pansini, Mario Ruberto, Vittorino Santilli, Antonio Sassi, Biagio Ciriaco Sassi, Angiola Scarpitti, Alessandro Tamburo e Gennaro Tamburro. Questa la prima squadra della Democrazia Cristiana a Isernia, appena dopo il secondo conflitto mondiale.
Da quel momento è iniziata la brillante cartiera politica di Lello Lombardi. Prima consigliere comunale a Isernia, poi consigliere provinciale, poi regionale e assessore regionale alla sanità nel 1970 nel primo consiglio regionale del Molise. Dal 1977 è stato eletto per quattro legislature al Senato della Repubblica nelle liste della Democrazia Cristiana nel collegio di Campobasso-Isernia. Sottosegretario di Stato in quattro Governi presso i Ministeri di Grazia e Giustizia e delle Finanze. Il 10 febbraio 1977, presenta, come unico firmatario, il disegno di legge di “Istituzione dell’Università statale degli Studi del Molise”. “Uno scrigno della memoria” che vale la pena di visitare. Un luogo in cui studiosi e ricercatori operano per indagare la storia della nostra nazione. Un’iniziativa che ha il pregio di valorizzare documenti di eccezionale valore che conservano la memoria collettiva dell’identità nazionale. Soprattutto le giovani generazioni potranno trovare la mostra molto istruttiva.

Pasquale Damiani

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