Agente Smart - Casino totale. Parlano i protagonisti
Interviste Cinema

Agente Smart - Casino totale. Parlano i protagonisti

Si è tenuta a Roma l’anteprima europea di Agente Smart – Casino Totale, il film che porta al cinema i personaggi del telefilm Get Smart, ideato da Mel Brooks alla metà degli anni Sessanta. Presenti il regista Peter Segal e gli attori protagonisti Anne Hathaway, Steve Carrell e Dwayne “The Rock” Johnson, accompagnati in conferenza stamp...

Agente Smart - Casino totale. Parlano i protagonisti

Agente Smart - Casino totale: parlano i protagonisti

Difficilmente, nel corso di un’intervista, si sentirà un attore o un regista parlare in termini meno che lusinghieri dei colleghi con cui ha diviso il set del film che si sta promuovendo. Ed è altrettanto difficile che queste affermazioni corrispondano tutte le volte a verità e che non siano invece il frutto di esigenze promozionali e di public relation, quando non di un pudore dovuto magari all’educazione di una persona.

Quel che invece colpisce incontrando Steve Carrell e Anne Hathaway – ma in generale tutta la brigata che ha presentato a Roma alla stampa di tutta Europa  Agente Smart – Casino totale – è la chiara impressione che le loro non siano dichiarazioni di prammatica, e che davvero sul set del film diretto da Peter Segal siano nate delle amicizie sincere tra persone che si sono conosciute e che da subito si sono veramente stimate e piaciute.Carrell è apparso addirittura protettivo nei confronti della collega, che lasciava trapelare il timore che qualcuno potesse approfittare di questo incontro per porle domande scomode sulla sua vita privata e sul rapporto oramai concluso con quel Raffaello Follieri recentemente al centro delle cronache giudiziarie degli Stati Uniti.

Sorridenti e assai poco “divi” nei loro atteggiamenti, Carrell e la Hathaway hanno appunto dichiarato che tra loro il feeling è stato immediato: “Siamo andati d’accordo e ci siamo capiti da subito,” ha detto Carrell, “e in più ci siamo fatti ridere a vicenda fin dal primo momento. E questo è bastato per far sì che il lavoro fosse molto più facile.” Anche per Anne Hathaway – che non ha perso occasione per lodare la disponibilità umana e professionale del collega e che ha definito il suo personaggio, quello dell’Agente 99, diverso da qualsiasi altro che abbia interpretato, non foss’altro perché è più adulto e maturo degli altri – il rapporto con Carrell è stato fondamentale per la buona riuscita del loro lavoro: “l’andare così d’accordo nella vita ci ha aiutato molto a rappresentare meglio l’antagonismo che si crea tra i nostri due personaggi per buona parte del film.” Un antagonismo che ovviamente si esprime con toni spesso comici: “Credo che sia molto più facile far ridere la gente quando non ci si sforza di essere necessariamente divertenti,” sostiene Carrell, “e in questo film i personaggi sono talmente incoscienti di quanto siano ridicoli in certe cose che risultano assolutamente esilaranti senza che si sforzino di esserlo. I personaggi del film si prendono molto sul serio, ma noi non li abbiamo presi altrettanto seriamente!”

Con Carrell è totalmente d’accordo il regista Peter Segal, che si è fatto le ossa presso la ditta Zucker-Abrahams-Zucker e con la saga della Pallottola spuntata: “Sono stati proprio loro, gli Zucker,  ad insegnarmi questa cosa. Per La Pallottola spuntata presero un cast di attori noti principalmente per ruoli drammatici e gli dissero di non recitare come se fossero in situazioni comiche e demenziali ma come se fossero serie e drammatiche. Noi abbiamo cercato di applicare lo stesso principio al nostro film.” Nonostante questo, per Segal è molto importante sottolineare che Agente Smart non è una parodia come lo erano i film della Pallottola spuntata: “Parodia è quando prendi da questo o quel film e lo prendi in giro. Ma qui volevamo evitare troppi riferimenti esterni, volevamo che il film potesse reggere sulle sue sole gambe.” Il modello, per Segal, è quello di Mel Brooks, e non solo per il fatto che la serie tv da cui Agente Smart è tratto fu ideata proprio da lui.

Ulteriore dimostrazione della volontà di Segal di realizzare un film che non fosse solo parodisticamente derivativo rispetto ad un genere sono i tentativi di strutturare tra i protagonisti relazioni più complesse di quelle del telefilm originale: il regista cita ad esempio quella tra il personaggio di Max Smart ed il Capo interpretato da Alan Arkin. Ma le psicologie e i rapporti erano importanti anche per gli attori: per Anne Hathaway era interessante mettere in scena le vulnerabilità dell’Agente 99, che pretende di essere più sicura di sé di quanto non lo sia realmente, mentre Dwayne Johnson voleva che il suo personaggio, l’agente 23 (che è stato creato ex novo, non essendo presente nel telefilm originale), “fosse sicuro di sé e rendesse chiaro fin da subito che ha un forte legame d’amicizia con Max Smart.”

Col procedere della sua esperienza cinematografica, Johnson si sta sempre più concentrando su ruoli comici mettendo da parte gli action-movie: “non solo perché non volevo essere bloccato nello stereotipo dell’ex wrestler, ma anche perché vorrei avere una carriera il più variegata possibile.” Sarà anche per questo che l'attore pare aver messo definitivamente da parte il nome d’arte che utilizzava sul ring, quello di “The Rock”, anche se non sembra voler affatto rinnegare il suo passato. Anzi, ci ha confermato quanto sospettavamo, ovvero che il suo background nel wresting è stato importantissimo per imparare l’arte dello show businnes: “dirette lunghe quattro ore, otto telecamere sempre puntate su di te e decine di migliaia di spettatori che reagiscono live a quello che fai e che dici: così ho imparato ad essere pronto a tutto e a reagire velocemente e con efficacia in termini d’intrattenimento.”

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