È stato il grande assente alla notte degli Oscar del 2024. Un film così profondo e così ben fatto che si meritava qualche riconoscimento in più. Estranei non è stato snobbato per chissà quale motivo, dato che la critica ha apprezzato il lavoro di Andrew Haigh, ma più che altro, è arrivato nei cinema nel “momento sbagliato”, tanto da perdersi tra i tanti film papabili agli Oscar a causa di lavori più politicizzati e che si sposano con le intenzioni dell’Academy. Ma, tutto questo, non vuol dire che Estranei sia un film di poco impatto. Anzi, è di sicuro uno dei lungometraggi più belli che sono arrivati nelle sale nel corso degli ultimi mesi. Inoltre, nonostante non sia stato un film di facile fruizione tra un pubblico pagante e svogliato, Estranei ha avuto un buon successo nelle prime settimane di programmazione e in molti sono stati catturati: non solo da una prova attoriale e di un cast di ottimo livello ma più di tutti è stata quella storia così intensa e profonda a convincere fino in fondo. Al momento non è più in programmazione nelle sale ma, presto, arriverà in streaming e nel mercato home video. Quindi, occhi aperti perché Estranei è un film di rara bellezza che deve essere visto assolutamente.
Estranei: di cosa parla il film?
È stato scritto e diretto da Andrew Haigh che, in fatto di storie a tinte LGBT, è molto ferrato. Il regista, infatti, non solo si è fatto scoprire (e amare) con The Weekend e 45 anni ma è stato anche il fautore del grande successo di Looking, primo gayo-dramma post Queer as Folk. E in Estranei prende alcuni temi a lui cari, come la famiglia e la scoperta di noi stessi, e costruisce attorno una storia dolce e amara su un giovane sceneggiatore (con il blocco dello scrittore) che vive in una condizione di solitudine ed è strozzato da un passato che non riesce (e che non vuole) dimenticare. In suo soccorso arriva Harry che convince Adam a uscire dal suo appartamento e a vivere la vita. Adam, però, ha un dono (o una maledizione): ha la capacità di vedere gli spiriti che sono intrappolati nel nostro mondo e, proprio per questo, compie un viaggio nel viale dei ricordi e affronta, a testa alta, il suo passato e la morte dei suoi genitori.
Estranei: Andrew Scott e Paul Mescal in una storia LGBT
Che sia un film singolare questo è un dato di fatto. Non solo è una storia che parla di amore – un amore purissimo che vince persino sulla morte stessa –, ma è un film che racconta di tutte le nostre paure inconsce, che parla di, vita, di rimpianti, di sesso, di droga, del rapporto genitori-figli e lo fa con i toni di dramma sentimentale molto intenso e per nulla banale. Tutto questo è stato reso tale grazie alla bravura di Andrew Scott – che interpreta Adam -, nei panni di uno sceneggiatore quasi fallito e che è in lotta con il suo stesso passato. Ma senza dimenticare il buon (e bel) Paul Mescal (che vedremo nel sequel de Il Gladiatore) che è stato capace di raccontare la storia di un poco più che ventenne alle prese con il peso di una vita assillante e per nulla soddisfacente.
Estranei: prima del film c’è l’omonimo libro
Una sceneggiatura originale ma che trae ispirazione dal romanzo di Taichi Yamada, in passato già adattato per il cinema in un film del 1988. In Estranei, Andrew Haigh si prende alcune licenze narrative e cambia la sessualità dei personaggi ma questo non toglie nulla alla profondità di una storia che non ha etichette.