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Trump lascia il Tribunale: l’ex presidente si dichiara «non colpevole»

Trump ripartito dopo l’incriminazione a bordo del suo jet dall’aeroporto LaGuardia, diretto a Mar-a-Lago, dove nelle prossime ore terrà un discorso ai suoi fan

Usa, Trump incriminato per il caso Daniels

8' di lettura

Donald Trump è uscito dopo quasi un’ora dall’aula del tribunale di Manhattan dove gli sono stati letti i 34 capi d’accusa a suo carico. Non ha risposto alle domande dei giornalisti. Dopo la lettura, Donald Trump si è dichiarato «non colpevole» dei 34 capi di imputazione per il caso della pornostar. Una delle incriminazioni, secondo Nbc News, include la cospirazione, Inoltre, Trump è accusato anche di aver pagato un’altra donna con cui aveva avuto un affaire nello stesso periodo della pornostar Stormy Daniels: l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal. La prossima udienza sarà il 4 dicembre.

Bragg: Non possiamo normalizzare gravi condotte criminali

“Non possiamo normalizzare e non normalizzeremo gravi condotte criminali”. Lo ha detto il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, difendendo la sua decisione di incriminare Donald Trump per 34 capi di imputazione per aver falsificato i registri societari “con l’intento di frodare e nascondere un altro crimine”.

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Tutte le accuse contro Trump sono infatti per la falsificazione dei documenti, e l’ex presidente non è stato accusato per complotto. E nella dichiarazione allegata all’incriminazione si afferma che la falsificazione è stata fatta “per nascondere una condotta criminale per nascondere informazioni al pubblico durante l’elezioni presidenziali del 2016”. Infatti, sempre nella dichiarazione, si denuncia quello che viene definito uno “schema” per sopprimere le notizie e scoop negativi per Trump e la sua campagna elettorale.

Trump alla sbarra: «Mi arrestano, è surreale in America»

Un “giudice fazioso”, un “processo farsa” da spostare in un quartiere non ostile, una “caccia alle streghe” ordinata da Joe Biden e dal Partito democratico al potere “che oggi arresta il suo principale oppositore per non aver commesso alcun crimine”: un Donald Trump furioso ha menato fendenti (social) a destra e manca prima ancora di costituirsi nel blindatissimo tribunale di Manhattan per la storica incriminazione nel caso della pornostar Stormy Daniels, primo ex presidente americano a finire sotto inchiesta penale e tecnicamente in stato di arresto.

Tra le accuse anche la cospirazione

Con accuse che includono la cospirazione e il pagamento per comprare durante la campagna presidenziale del 2016 il silenzio di un’altra donna con cui aveva avuto un affaire nello stesso periodo di Daniels, 10 anni prima: l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal. “I democratici della sinistra radicale hanno reso criminale l’uso del sistema giudiziario, questo non è quello che l’America dovrebbe essere”, ha attaccato su Truth.

Poi ha piazzato alcune mine legali, anticipando forse le istanze dei suoi difensori. Il processo, ha scritto, “dovrebbe essere spostato nella vicina Staten Island” evitando la corte di Manhattan, una “sede molto di parte, con alcune aree che hanno votato l’1% repubblicano. Staten Island (l’unico quartiere della Grande Mela che ha votato per lui nel 2016 e nel 2020, ndr) sarebbe un luogo molto imparziale e sicuro per il processo”.

La delegittimazione dei giudici

Quindi la delegittimazione del giudice Juan Merchan, un rispettato veterano della giustizia newyorchese di origine colombiana. “Il giudice altamente di parte e la sua famiglia sono ben conosciuti come persone che odiano Trump... sua figlia ha lavorato per Kamala ed ora per la campagna Biden-Harris. E’ stato un disastro di parte in un precedente caso legato a Trump, non si è ricusato, ha dato orribili ordini alla giuria, impossibile affrontarlo durante questo processo che è una caccia alle streghe”, ha accusato ancora il tycoon riferendosi alla condanna all’ex capo finanziario della Trump Organization Allen Weisselberg inflitta da Merchan, che sta supervisionando anche il procedimento per frode e riciclaggio contro il suo ex stratega Steve Bannon.

Uno dei procuratori che ha rappresentato oggi l’accusa contro Donald Trump, ha detto di essere “molto preoccupato” per gli effetti che i messaggi di “minaccia” dell’ex presidente potranno avere su giurati e testimoni del processo. In quest’ottica, rivela Nbcnews, l’accusa intende chiedere un ordine protettivo per garantire la sicurezza dei testimoni. Nei giorni scorsi, Trump ha postato che il suo arresto potrà portare “potenzialmente morte e distruzione”.

Il messaggio di Trump sui social

Appena lasciata la Trump Tower - dove è arrivata anche Melania - l’ex presidente ha scritto un altro messaggio live: “Mi sto dirigendo in tribunale, sembra così surreale - Wow, mi arresteranno. Non riesco a credere che questo stia accadendo in America. MAGA!”. Quindi, alzando il pugno in segno di lotta, ha raggiunto con un corteo di auto del Secret Service il tribunale, davanti al quale si sono fronteggiati per ore centinaia di suoi sostenitori e centinaia di suoi nemici a colpi di slogan e insulti, ma senza i temuti incidenti.

I cartelli dei fan

«Usa, Usa». «Trump 2024», i cori dei fan accorsi al raduno dei giovani repubblicani, tra cui la deputata cospirazionista Marjorie Taylor Greene e il suo collega George Santos. «Lock him up» (sbattetelo dentro), la risposta degli anti-Trump, armati anche di cartelli con il tycoon in uniforme a strisce da carcerato: a dividerli, a Collect Pond Park, barricate e un cordone di polizia.

The Donald è quindi entrato nel palazzo di Giustizia dal retro per il protocollo di rito, senza tv in aula (vietate dal giudice) ma con un manipolo autorizzato di fotografi che lo hanno immortalato sul banco degli imputati con tre agenti alle spalle in immagini che hanno fatto il giro del mondo e resteranno nella storia.

Le impronte digitali

Prima è salito al settimo piano per le impronte digitali (ma niente manette e niente agognata foto segnaletica), poi col volto imbronciato al quindicesimo per la lettura dei 34 capi di imputazione per la falsificazione della contabilità aziendale legata alla vicenda della pornostar: un caso registrato come ’People of the State of New York against Donald J. Trump, Indictment No. 71543-23’. “Not guilty”, non colpevole, si è dichiarato l’ex presidente, pronto a trasformare il futuro processo in un’arena politica, convinto che lo aiuterà a mobilitare la base e a vincere la nomination repubblicana per la Casa Bianca.

Trump sale nei sondaggi

Come per ora conferma anche l’ultimo sondaggio Reuters/Ipsos, in cui Trump sale tra i repubblicani dal 44% al 48% mentre il suo principale rivale potenziale, il governatore della Florida Ron DeSantis, scende dal 30% al 19%. Resta comunque l’incognita delle altre inchieste, ben più gravi, che lo incalzano. Ma lui è deciso a cavalcare la “persecuzione giudiziaria”, trascinando con sè il partito, costretto per ora a fare quadrato. Il duello con il suo inquisitore è già cominciato: alla conferenza stampa del procuratore Alvin Bragg ha risposto con un discorso in serata al suo popolo Maga, nella comfort zone di Mar-a-Lago.

Trump in tribunale

Poco dopo le 13 ora locale, le 19 in Italia, Donald Trump ha lasciato la Trump Tower, dove ha passato la notte dopo essere arrivato dalla Florida, per recarsi al tribunale di New York per l’udienza per l’incriminazione nel caso Stormy Daniels.

Scortato dagli agenti del Secret Service, l’ex presidente è entrato in una berlina nera, con al seguito un lungo corteo che sta attraversando le strade di Manhattan, dove il traffico è stato bloccato. Uscendo dalla Trump Tower, l’ex presidente ha salutato con la mano i suoi sostenitori e poi ha alzato il pugno in segno di lotta. Trump, inoltre, nell’ultimo messaggio postato sul suo social Truth, ha scritto: «Sembra così surreale. Mi stanno per arrestare. Non riesco a credere che questa cosa stia accadendo in America».

Casa Bianca, l’attenzione di Biden non è su Trump

«L’attenzione del presidente Biden - ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa - non è su Trump ma sul popolo americano». La portavoce ha ribadito che il presidente americano ha appreso la notizia dell’incriminazione del tycoon «come tutti noi dai media» e non aveva ricevuto nessuna anticipazione dal dipartimento di Giustizia.

L’appello del sindaco

Adams ha fatto anche direttamente appello a uno dei leader delle correnti repubblicane più estremiste, la deputata Marjorie Taylor Greene. Che ha subito replicato denunciando le parole del sindaco come una minaccia personale. Greene ha promosso una dimostrazione pacifica assieme al New York Young Republican Club e ad alcuni altri esponenti ultra-conservatori. E finora la tensione è rimasta solo nell'aria. Trump é arrivato fin dalla serata di ieri in città, alla Trump Tower, accolto solo da una manciata di sostenitori. Oggi dovrebbero essere di più, anche se l'intelligence Usa non ha colto indicazioni d’una coordinata e vasta mobilitazione o di rischi di gravi violenze.

I preparativi

Adams e le autorità newyorchesi, memori dell'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 da parte di seguaci dell’ex presidente, non hanno però lasciato nulla al caso: hanno blindato gli ingressi al tribunale, bloccato strade adiacenti e messo in stato di allerta un mini-esercito di 35.000 agenti di polizia. Adams, in una dichiarazione per rassicurare il pubblico, nel commentare i preparativi ha affermato che «New York è sempre pronta».

Trump arriverà inoltre alla corte almeno sulla carta senza troppo spettacolo: scortato dal Secret Service, usando un ingresso secondario, per un'udienza preliminare dove saranno resi noti gli esatti capi d'accusa legati a suoi pagamenti illegali alla pornostar Stormy Daniels.

24 ore a Manhattan

A New York l’ex presidente resterà in realtà per poco tempo, in tutto circa 24 ore. Rientrerà subito in Florida. È qui che ha organizzato la sua principale risposta pubblica: una conferenza stampa per condannare quella che definisce come una persecuzione politica volta a danneggiare la sua candidatura alla Casa Bianca nel 2024.

Per ora la sua popolarità almeno tra i repubblicani appare in crescita, in affanno è semmai il principale rivale interno, il governatore della Florida Ron DeSantis, che sta a sua volta articolando una campagna ultra-conservatrice ma senza il carisma di Trump. Gli effetti di più lunga durata della bufera legale - e di altre potenziali incriminazioni da indagini tuttora in corso - restano tuttavia da verificare.

L’appuntamento in tribunale

La giornata di Trump di sicuro avrà quale momento cruciale il suo arrivo al numero 100 di Centre Street, la sede del tribunale dove ascolterà formalmente i capi d'accusa. La procura distrettuale di Manhattan, guidata da Alvin Bragg, democratico, solleverà il sipario su una trentina di reati di truffa e falsificazione di documenti finanziari per nascondere versamenti da 130.000 dollari a Daniels destinati a comprare il suo silenzio su un affaire con Trump alla vigilia delle elezioni del 2016. Secondo indiscrezioni, almeno uno dovrebbe essere un reato considerato grave, probabilmente violazione di leggi sui finanziamenti elettorali.

Polizia alla Trump Tower a Manhattan in attesa dell'ex presidente

Il golf prima dell’incriminazione

Trump ha passato il fine settimana precedente la sua volontaria comparsa in aula per essere incriminato sfoggiando calma e giocando a golf in Florida. Diverso il clima a New York: prima ancora del suo arrivo, funzionari dei Servizi segreti assegnati alla protezione di ex presidenti e responsabili della polizia locale hanno effettuato attenti sopralluoghi dell'edificio del tribunale, il Manhattan Criminal Courts Building, e dell'area circostante e messo a fuoco i piani per garantire sicurezza e ordine.

La procedura

La procedura prevede che Trump venga preso in custodia dalle autorità per il rilevamento delle impronte digitali, ma forse senza bisogno di foto segnaletiche e probabilmente senza essere ammanettato. Non dovrà poi attendere la prima udienza in una cella temporanea, come accade abitualmente, ma verrà condotto direttamente al piano dell'aula designata. Il giudice assegnato al caso, Juan Merchan è già esperto di casi legati a Trump e al suo business.

New York, il momento in cui Donald Trump arriva alla Trump Tower

Niente telecamere in aula

Merchan ha concesso ai legali dell’ex presidente una piccola vittoria: ha accettato la loro richiesta, rara per Trump che tradizionalmente ama i riflettori, di vietare in questo caso la presenza di telecamere all’interno dell’aula. Non saranno permessi inoltre laptop, cellulari e altri device mobili. Ci sarà solo un pool di 5 fotografi prima dell’inizio del procedimento. «Non è possibile negare che questa incriminazione riguardi una questione di importanza monumentale - ha detto il giudice nel motivare la sua decisione - Mai nella storia degli Stati Uniti un presidente o un ex presidente è stato incriminato di reati penali».

Ha però aggiunto che esistono «interessi contrastanti» nel considerare l’accesso per i media. I legali di Trump avevano denunciato il rischio di «un’atmosfera da circo, di preoccupazioni di sicurezza e di violazione delle presunzione di innocenza» di Trump. Merchan consentirà di filmare nei corridoi fuori dall’aula.


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