«Un buon momento per essere un attore irlandese» - Il Post

«Un buon momento per essere un attore irlandese»

Lo ha detto Cillian Murphy, candidato agli Oscar per "Oppenheimer": tra gli altri diventati molto famosi di recente ci sono Andrew Scott, Paul Mescal e Barry Keoghan

Andrew Scott e Paul Mescal (Future-Image via ZUMA Press)
Andrew Scott e Paul Mescal (Future-Image via ZUMA Press)
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Il 29 febbraio in Italia è uscito Estranei, un film adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore giapponese Taichi Yamada che racconta la relazione tra due uomini in una Londra malinconica e un po’ surreale. I protagonisti del film, prodotto dalla Searchlight Pictures e girato dal regista inglese Andrew Haigh, sono interpretati da Andrew Scott e Paul Mescal, entrambi irlandesi ed entrambi molto apprezzati per i loro ruoli in serie tv e film recenti, che sono stati a modo loro dei fenomeni culturali, come Fleabag, Normal People e Aftersun.

La recente popolarità di Scott e Mescal è arrivata insieme alle grandi attenzioni per Cillian Murphy, a sua volta irlandese e considerato il favorito per la vittoria dell’Oscar come miglior attore protagonista per Oppenheimer di Christopher Nolan e, se anche in misura minore, a quelle che stanno ottenendo altri attori irlandesi come Barry Keoghan (Saltburn). «Sembra che questo sia un buon momento per essere un attore irlandese», ha detto lo stesso Murphy in una recente intervista a GQ.

Come ha riassunto Vox, negli ultimi due anni l’industria cinematografica internazionale «ha accolto i talenti irlandesi come non accadeva dalla fine del Ventesimo secolo». All’epoca tra le star del cinema c’erano Liam Neeson e Daniel Day-Lewis (che ha la cittadinanza inglese e irlandese), peraltro l’unica persona ad aver vinto tre premi Oscar come Miglior attore. Nei due decenni successivi tra gli attori irlandesi più noti ci sono stati soprattutto Pierce Brosnan, Colin Farrell, Jonathan Rhys Meyers, Saoirse Ronan e Michael Fassbender, nato in Germania ma cresciuto nel sud-ovest dell’Irlanda.

Il recente “ritorno” dell’Irlanda nel cinema internazionale è diventato evidente dal 2022, con l’uscita del film Gli spiriti dell’isola, con Farrell, Keoghan e Brendan Gleeson, che fu candidato a nove premi Oscar nel 2023. Nello stesso anno per la prima volta un film irlandese – The Quiet Girl di Colm Bairéad – era stato incluso tra i migliori film internazionali finalisti.

A questo si aggiunge una particolare concentrazione di attori irlandesi di varie generazioni molto chiacchierati e apprezzati, sia per il talento che per l’aspetto estetico, seppur non sempre convenzionale. Si sta insomma definendo uno stereotipo dell’attore irlandese, che viene descritto come generalmente umile, magari un po’ malinconico e che non si prende mai troppo sul serio, che sta contribuendo a creare interesse attorno all’Irlanda.

Paul Mescal è nato nel 1996 e si è fatto notare nel 2020 per l’interpretazione del protagonista maschile della serie tv Normal People, ispirata all’omonimo romanzo di Sally Rooney. Da lì in poi ha recitato in vari film, tra cui Aftersun, per cui è stato candidato come migliore attore protagonista agli Oscar del 2023. Da poco è uscito anche Nemico, in cui recita insieme all’attrice irlandese Saoirse Ronan, molto famosa già da un po’.

Andrew Scott, che è vent’anni più vecchio, recita da anni ma è diventato molto richiesto dopo il ruolo del “prete figo” nella serie Fleabag di Phoebe Waller-Bridge. Tra gli altri aveva recitato in Sherlock, Spectre e in Black Mirror. In questi mesi i due si sono visti su vari red carpet e hanno fatto varie interviste insieme, mostrando una complicità che sembra andare oltre quella richiesta da due attori che collaborano e alimentando ulteriormente il numero di fan.

Cillian Murphy è da alcuni anni un volto noto del cinema e della tv: negli ultimi mesi ha vinto diversi premi per il film di Nolan, tra cui il Golden Globe e il SAG Award, una sorta di anteprima dei premi Oscar. Dopo aver recitato in Batman Begins, Inception, Dunkirk e nella serie tv Peaky Blinders, tra le altre cose, prossimamente lo si vedrà nell’adattamento di Small Things Like These, della scrittrice irlandese Claire Keegan. Il regista e sceneggiatore inglese Danny Boyle lo ha definito «una tra le grandi, grandissime esportazioni [dell’Irlanda]».

Nonostante il grande successo, parte del fascino di Murphy è che resta una persona molto riservata: non usa i social network e sembra spesso indifferente alla sua fama o alle pressioni dell’industria cinematografica, motivi per cui è diventato protagonista di diversi meme su Internet che lo hanno fatto risultare simpatico anche a chi magari non conosce i suoi film.

Cillian Murphy con i SAG Awards vinti a Los Angeles il 24 febbraio del 2024

Cillian Murphy con i SAG Awards vinti a Los Angeles il 24 febbraio del 2024 (Jordan Strauss/ Invision/ AP)

Nell’ultimo anno ha fatto molto parlare di sé anche Barry Keoghan, che ha recitato a sua volta in Dunkirk, Eternals, Il sacrificio del cervo sacro e Gli spiriti dell’isola, appunto: per quest’ultimo film nel 2023 era stato candidato come migliore attore non protagonista agli Oscar insieme a Gleeson. Ma soprattutto Keoghan è il protagonista di Saltburn, film della regista inglese Emerald Fennell che è stato molto visto e commentato negli ultimi mesi, in parte anche per la scelta del cast e per la sua performance.

Nel suo numero di agosto, la rivista Elle aveva decretato che l’estate del 2023 era «ufficialmente l’estate dei bellocci irlandesi», mettendo in copertina Mescal, Murphy e Daryl McCormack, un attore irlandese con padre afroamericano visto a sua volta in Peaky Blinders e nella serie tv Bad Sisters, e candidato a un premio BAFTA per il film Il piacere è tutto mio, con Emma Thompson.

Tra le attrici irlandesi, oltre a Ronan, ce n’è qualcuna che sta avendo un successo internazionale, per quanto più di nicchia: Sharon Horgan, a sua volta irlandese tra le protagoniste di Bad Sisters, che ha fatto anche This Way Up con la comica irlandese Aisling Bea, vista anche nella serie Living with Yourself. Nella stessa serie recita anche Eve Hewson, attrice irlandese emergente nonché figlia di Bono, il cantante degli U2.

 

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A un certo punto nella cultura degli Stati Uniti gli uomini irlandesi erano visti come «l’esatto contrario di ciò che era ritenuto desiderabile nell’America bianca ‘rispettabile’», ha spiegato a Vox la professoressa di Inglese all’Università del Connecticut Mary M. Burke. Anche nel cinema per molto tempo gli attori irlandesi hanno interpretato perlopiù ruoli di poliziotti o preti, e più raramente quelli di protagonisti di drammi o film romantici. Per certi versi, a suo dire, nella cultura di oggi «la loro attrattività corregge un po’ lo stereotipo del migrante irlandese».

– Leggi anche: Facce che vedremo sempre più spesso, e di chi sono

Come ha ricordato parlando con Slate Ruth Barton, professoressa di Cinema al Trinity College di Dublino, gli attori irlandesi e l’identità irlandese erano diventati «più sexy» verso la fine del secolo, proprio grazie ad attori come Neeson e Day-Lewis, all’influenza di band come gli U2 e più ampiamente a un clima di progressiva distensione arrivato nel 1998 con la fine dei Troubles, i trent’anni di violenze tra indipendentisti e unionisti nordirlandesi.

Barton ha notato che gli attori famosi adesso invece rappresentano «una specie di mascolinità gentile»: su internet vengono chiamati “babygirl”, un nomignolo con cui si indicano uomini «carini, a proprio agio con la loro mascolinità o fragili, ma in un modo evocativo», scrive Mashable. Attori come Mescal, Keoghan e Murphy, chi più o chi meno, sembrano in effetti essere accomunati da questi tratti.

Barry Keoghan alla prima della serie Masters Of The Air a Londra, il 22 gennaio 2024

Barry Keoghan alla prima della serie Masters of the Air a Londra, il 22 gennaio 2024

Un’altra ipotesi per cui al momento gli attori irlandesi sembrano essere particolarmente popolari, sempre secondo Vox, potrebbe essere che le persone delle varie minoranze che vivono negli Stati Uniti ci si possono in qualche modo identificare. Parlando degli irlandesi, Barton scrive che «non siamo aggressori. Non siamo colonialisti. I Troubles sono finiti. Viviamo davvero in uno dei pochi paesi con una democrazia relativamente stabile. Non abbiamo leader matti. Essere irlandesi è un tipo di identità positiva».

Ad aumentare l’interesse verso l’Irlanda più in generale ci sono state serie tv come Derry Girls e Il trono di spade, girate negli ultimi anni in Irlanda del Nord. Sembra però contribuire anche il fatto che la letteratura irlandese sta attraversando un ottimo periodo, soprattutto grazie al successo globale di Sally Rooney, autrice di Parlarne tra amici, Persone normali e Dove sei, mondo bello (che ha tra l’altro appena annunciato il suo prossimo romanzo, Intermezzo).

Tra i sei finalisti dell’anno scorso del Booker Prize – il principale premio letterario del Regno Unito, che viene assegnato a libri di narrativa scritti in inglese e pubblicati nel 2023 – due erano opere di autori irlandesi: The Bee Sting di Paul Murray e Il canto del profeta di Paul Lynch, il vincitore. Nella selezione di finalisti precedente a quella definitiva, inoltre, su tredici autori quattro erano irlandesi: nella storia del premio non ce n’erano mai stati così tanti.

– Leggi anche: È un grande momento per la letteratura irlandese