Le dodici tribù di Isarele: dal passato fino ad oggi ⋆
Le dodici tribù di Isarele: dal passato fino ad oggi
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Un mosaico in cardo boulevard a Gerusalemme

Le Dodici Tribù di Israele (ebraico: שבטי ישראל “Shivtei Yisrael”) secondo i Testi delle Religioni Abramitiche sono le casate dei discendenti del patriarca biblico Giacobbe, noto anche con il nome di Israele. Attraverso i suoi dodici figli si formano le tribù che insieme formano la nazione e il popolo dei credenti. Da quando gli Assiri esiliarono le tribù di Israele nell’VIII secolo a.C., il mistero di ciò che accadde alla stirpe degli Israeliti si è infittito inesorabilmente nei secoli.

Introduzione storica: Le 12 Tribù di Israele

[perfectpullquote align=”left” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”#4476a5″ class=”” size=”14″]Dodici Tribù di Israele (שבטי ישראל “Shivtei Yisrael”) provengono dai discendenti del patriarca biblico Giacobbe, noto anche come Israele. Attraverso i suoi dodici figli le tribù unite formano la nazione e il popolo dei credenti.[/perfectpullquote]

La storia delle tribù di Israele inizia con Giacobbe, nipote del Patriarca Abramo, a cui fu cambiato il nome in Israele quando il SIGNORE gli apparve mentre scappava da Esaù a Padn-Aram. Giacobbe generò dodici figli, ciascuno dei quali divenne il padre di una delle dodici tribù d’Israele, e ciascuna di queste si stabilì in una regione diversa della terra di Canaan, su entrambi i lati del fiume Giordano.

I nomi dei figli dai quali provengono le tribù sono:

  1. Ruben, il primogenito figlio di Lia, il cui nome significa guarda: “un figlio!”.
  2. Simeone, il secondogenito figlio di Lia. Il suo nome significa “YHWH mi ha ascoltato”.
  3. Levi, terzo figlio di Lia. Ovvero “Mi si affezionerà” ricordando la speranza di Lia in un maggiore avvicinamento da parte del marito Giacobbe dopo che le aveva dato il terzo maschio.
  4. Giuda, quarto figlio di Lia, chiamato anche il “giovane leone”. Significa “loderò YHWH”.
  5. Dan, figlio di Bilhah, un’ancella di Rachele, poiché questa sembrava non poter avere figli. Significa “YHWH mi ha fatto giustizia”.
  6. Neftali, altro figlio di Bilhah. Proviene da naphtule ovvero “lotta”, e vuol dire “che lotta” in base alla rivalità tra le due sorelle mogli di Israele
  7. Gad, figlio di Zilpah, ancella di Lia che gridò buona sorte” in ebraico.
  8. Aser, secondo figlio di Zilpah, in ebraico ‘Āšēr significa “felice”
  9. Issachar, concepito da Lia in un giorno in cui Giacobbe avrebbe dovuto giacere con Rachele. Il nome in ebraico può essere trascritto con Yissachar o Issacar יִשָּׂשׁכָר, vocalizzazione standard Yissaḫar, che significa “egli è il [mio] salario”.
  10. Zabulon, un altro figlio di Lia. “DIO mi ha fatto un bel regalo questa volta mio marito mi preferirà, perché gli ho partorito sei figli”. Dopo Zabulon Lia ebbe anche una figlia: Dina.
  11. Giuseppe, “DIO ha tolto il mio disonore”, disse Rachele quando gli nacque il suo primo figlio.
  12. Beniamino, secondo e ultimo figlio di Rachele. Non temere, disse lei, prima di morire. Il nome, in semitico, significa figlio della mia mano destra, capo, o reggitore del Sud (il sud indicato dalla destra nella geografia semita).

Tabella Riassuntiva

Ordine di nascita Nome della madre
Numero di uomini tra i 20 e i 60 anni dopo l’Esodo Dove si accamparono durante il viaggio nel deserto Symbolo dello stemma sulla bandiera del casato
1 Ruben Lia 46,500 Sud Pianta di gelsomino
2 Simeone Lia 59,300 Sud Città di Sichem
3 Levi Lia Centro Urim e Tummim
4 Giuda Lia 74,600 Est Leone
5 Dan Bilhah 62,700 Nord Serpente
6 Neftali Bilhah 53,400 Nord Gazella
7 Gad Zilpah 45,650 Sud Accampamento militare
8 Aser Zilpah 41,500 Nord Albero di Ulivo
9 Issachar Lia 54,400 Est Sole e la Luna
10 Zabulun Lia 57,400 Est Nave
11 Beniamino Rachele 35,400 Ovest Lupo
12.1 Giuseppe-Efraim Rachele 40,500 Ovest Toro
12.2 Giuseppe-Manasse Rachele 32,200 Ovest Re’em (un grande animale bovino con le corna)
Alla struttura tribale iniziale ne succedette un’altra, in cui appaiono Efraim e Manasse, i figli di Giuseppe resi a tutti gli effetti discendenti di Isarele, poiché ai Leviti non fu assegnato il proprio territorio, e questo perchè il loro compito specifico era quello di essere sacerdoti. I Leviti erano i discendenti del primo Sacerdote Aronne, fratello di Mosè, e a loro come eredità non fu affidata una terra, ma liturgia:

1 I sacerdoti levitici, tutta la tribù di Levi, non avranno parte né eredità con Israele; vivranno dei sacrifici fatti a DIO col fuoco, questa sarà la loro eredità. 2 Non avranno alcuna eredità tra i loro fratelli; poiché il SIGNORE DIO è la loro eredità, come ha detto loro.
(Deut 18, 1-2)

 

Quindi la tribù di Giuseppe viene divisa nelle tribù di Efraim e Manasse, e queste due tribù furono a capo del Regno di Israele, nato nella parte nord del Regno di Davide dopo la morte di Salomone. Infatti dopo la morte del re, primo discendente di Davide, lo stato fu diviso in due parti e le tribù si sparsero lungo linee territoriali e politiche. La tribù di Giuda e di Beniamino unite a sud fedeli alla casa davidica, mentre le rimanenti dieci tribù a nord governate da una successione di monarchie.

All’interno del giudaismo antico, l’affiliazione tribale di una persona aveva un grande impatto sulla vita di ogni persona, poiché alcune tribù godevano di privilegi che altre non avevano e alcune tribù ricevevano differenti benedizioni rispetto ad altre. [perfectpullquote align=”left” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”#4476a5″ class=”” size=”14″]Le tribù meridionali di Giuda e di Beniamino costituiscono gli antenati storici della maggior parte del popolo ebraico come è noto oggi[/perfectpullquote]Le tribù meridionali di Giuda e di Beniamino costituiscono gli antenati storici della maggior parte del popolo ebraico come è noto oggi, mentre le Dieci Tribù del Regno del Nord sembrano per molti essere oramai scomparse. Ma sicuramente seppure di fatto queste dinastie non siano più identificabili oggi, esistono ancora e a sostegno di questa affermazione risuonano forti le parole della profezia di Ezechiele:

21 Così dice il SIGNORE DIO: “Ecco, Io prenderò gli Israeliti dalle nazioni fra le quali sono andati dispersi e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nel loro paese. 22 Farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d’Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né più saranno divisi in due regni.”
(Ezechiele 37, 21-22)

 

Nei secoli queste parole profetiche, così come quelle di molti altri passaggi Biblici (tra tutte Ger 23, 5-8 & Ez 36, 24-27), hanno instillato la speranza che un giorno i fratelli si riuniranno per ricostituire insieme il regno di DIO per portare la Pace e la giustizia sulla Terra. Ma prima queste Dieci Tribù Perdute dovranno essere ristabilite, o meglio identificate nuovamente.

Le 10 Tribu perdute

Dopo oltre 200 anni, il regno di Israele ebbe fine quando fu catturato dagli Assiri. Le dieci tribù del regno d’Israele furono gradualmente esiliate in province lontane dell’impero, mentre gli invasori ripopolarono Israele con esuli e altri espatriati che erano stati sradicati da altri paesi conquistati. Quindi sebbene le dieci tribù del regno d’Israele sembrano siano scomparse senza lasciare traccia, se attualizziamo questa situazione nel contesto odierno possiamo comprendere che chiunque creda nel DIO delle Sacre Scritture ad oggi può essere identificato in qualcuna tra le tribù esiliate del passato. Leggiamo dalla Bibbia che le prime destinazioni del popolo esiliato furono negli stati limitrofi del Medio Oriente:

6 Nell’anno nono di Osea il re d’Assiria occupò la Samaria, deportò gli Israeliti in Assiria, destinandoli a Chelach, alla zona intorno a Cabor, fiume del Gozan, e alle città della Media.
(2Re 17, 6)

 

Quindi se durante gli anni 722-721 a.C. le dieci tribù che facevano parte del regno settentrionale di Israele si allontanarono dalla Terra Santa conquistata dal re assiro Salmanassar V , i primi spostamenti furono nell’alta Mesopotamia e nella regione dei Medi, ovvero l’odierna Siria ed Iraq. Da qui queste tribù si sono sparse nel Mondo intero, seguendo proprio l’indole degli ebrei che il loro nome testimonia, “ebreo” proviene da ivri עברי e significa proprio “attraversare” ovvero “colui che passa”, “che erra” andando di paese in paese. I pellegrini discendenti di Abramo si sparsero così nel Mondo, e anche il regno di Giuda ebbe la stessa sorte quando, a metà del V secolo a.C., il re Nabucodonosor II (634 a.C. ca – 562 a.C. circa) di Babilonia conquistò Gerusalemme. In quell’assalto il primo Tempio Santo fu bruciato e saccheggiato, e molti ebrei uccisi o condotti in cattività a Babilonia, e solo ad alcuni dei residenti di Gerusalemme di basso rango fu concesso di rimanere in Terra Santa.

Nel cristianesimo e nell’Islam

Le dodici tribù d’Israele sono menzionate anche nel Nuovo Testamento. Nei vangeli di Matteo (19, 28) e Luca (22, 30), Gesù anticipa che nel Regno di DIO i suoi discepoli “siederanno su [dodici] troni, giudicando le dodici tribù d’Israele”. L’epistola di Giacomo (1, 1) si rivolge al suo pubblico come “le dodici tribù che sono disperse all’estero”.

Il Libro dell’Apocalisse (7, 1-8) fornisce una lista delle dodici tribù. Tuttavia, la tribù di Dan è omessa, mentre Giuseppe è menzionato accanto a Manasse. Nella visione della Gerusalemme celeste, i nomi delle tribù sono scritti sulle porte della città (Apocalisse 21, 12-13).

Le tribù perdute romanticizzate hanno quindi esercitato un’influenza sorprendente anche sul cristianesimo. Un certo numero di sette britanniche, per esempio, hanno sostenuto che il popolo Inglese fosse discendente delle tribù perdute, e questa teologia (chiamata British Israelism) era uno dei pilastri della Worldwide Church of God fondata da Herbert Armstrong e ancora insegnata in alcune chiese. Anche altri movimenti nel mondo hanno cercato di identificare le comunità locali con alcune tribù perdute (La restaurazione delle tribù perdute è anche uno degli articoli di fede dei Mormoni.) e ovviamente analizzando la storia non c’è nessuno che possa sostenere il contrario, dato che nei millenni i casati ovviamente si sono evolti e sparsi. Infinite sfaccettature di pensiero e di dottrina, seppur con un’unica costante: adorare l’Unico DIO contenuto nelle Scritture delle Religioni provenienti da Abramo.

Anche l’Islam ovviamente avendo tutte le Scritture precedenti al Corano in comune con Ebraismo e Cristianesimo, riconosce queste tribù. Il Corano ricorda che il popolo di Mosè era diviso in dodici tribù. Nel Capitolo 7 (Surah Al-A’raf) versetto 160 afferma:

Li dividemmo in dodici comunità tribali e rivelammo a Mosè, quando il suo popolo gli chiese dell’acqua, [dicendo]: ‘Colpisci la roccia con il tuo bastone’, e dodici fontane sgorgarono da essa. Ogni tribù venne a conoscere il suo luogo per abbeverarsi. Li coprimmo di nuvole e facemmo scendere su di loro la manna e le quaglie: “Mangiate delle cose buone che vi abbiamo fornito”.
(Cor 7, 160)

 

Sia il Nuovo Testamento che il Corano confermano quindi in questi versetti la discendenza di Mosè, e quindi l’appartenenza alla dinastia Davidica anche dei seguaci del Cristo e degli Ismaeliti.

12 Tribù, 12 Sentieri per l’illuminazione

Quando nella Torah leggiamo come Giacobbe benedice i suoi figli, ovvero le dodici tribù, poco prima di “ricongiungersi ai suoi antenati” (“morire”) molti esegeti e studiosi affermano che in queste parole siano contenuti dei segreti che predicono eventi futuri.
Come ci dice il versetto il patriarca Giacobbe (Israele) chiamò i suoi figli e disse:

1 Poi Giacobbe chiamò i suoi figli e disse: “Radunatevi perché io vi annunci ciò che vi accadrà nei giorni a venire. Radunatevi e ascoltate, oh figli di Giacobbe! Date ascolto a Israele, vostro padre!
(Genesi 49, 1-2)

 

Ognuna delle tribù ha quindi un suo speciale viaggio nella propria esistenza, e per comprendere questi dodici percorsi dobbiamo approfondire i diversi modi in cui le tribù sono descritte nella Torah. Nella Bibbia troviamo tre descrizioni per queste tribù:

  1. Quando sono chiamati dalle loro madri (Genesi dai Cap 29 al 30 & Gn 35, 18) ad ogni bambino viene dato un nome con un significato particolare per un motivo specifico
  2. Quando Giacobbe li benedice prima di morire (Gen 49)
  3. Quando Mosè li benedice alla fine della Torah (Deut. 33, 6-25)

Ma le tribù sono nominate molte altre volte nella Torah. Quando entrano in Egitto, quando lo abbandonano dopo la schiavitù, durante il loro viaggio di 40 anni attraverso il deserto del Sinai, viaggiano e si accampano come tribù, le loro offerte per la dedicazione del tempio vengono ripetute dodici volte (sebbene portavano le stesse offerte) per sottolineare i dodici percorsi unificati ma distinti.

Per la Cabala ad ogni Tribù è stato assegnato un sentiero per l’illuminazione. Di seguito troviamo una delle applicazioni dalla tradizione Ebraica a questi dodici sentieri, basandosi sulle benedizioni di Giacobbe:

Ruben – Il primo
Simeone – L’aggressore
Levi – Il chierico
Giuda – Il capo
Dan – Il giudice
Neftali – Lo spirito libero
Gad – Il guerriero
Ascer – Il prospero
Issacar – Lo studioso
Zabulon – L’uomo d’affari
Giuseppe – Il sofferente
Manasse – Il riconciliatore
Efraim – Colui che sa trasformarsi
Benjamin – Il consumatore famelico

Ruben il primogenito (“bechor“) rappresenta la potente energia di tutto ciò che viene generato prima. “Instabile come l’acqua” se la sua energia viene sfruttate correttamente, Ruben può cambiare i mondi, ma se di questa energia se ne abusa, essa può distruggere. Come l’acqua che può essere tanto la fonte della vita, ma se lasciata allo stato primordiale e senza controllo erode tutto ciò che ricopre e può inondare la terra.
Simeone è una gevura aggressiva, l’antitesi del chesed. La rabbia e l’ira che possono derivare dalla gevura devono essere eliminate affinché non si trasformino in armi di violenza che consumino la persona e tutti coloro con cui entra in contatto.
Levi è la tribù scelta per servire nel Tempio. “Levi” significa anche “unito”, questa è la personalità che dedica la tua vita a servire la chiamata e la vocazione Divina. Liberarsi dei propri limiti, evitare la sfera materiale e dedicarsi al servizio divino.
Giuda significa riconoscimento (‘hoda’ah‘ come in ‘modeh ani ‘). Il nome include anche le quattro lettere del Nome Divino, perchè Giuda è il capo, e i suoi discendenti sono stati i re d’Israele, cominciando con Davide e concludendo con il Messiah (Mashiach). Giuda deve rappresentare dell’altruismo (“bittul “) l’ingrediente più importante per un vero leader.
Dan è la via della legge e dell’ordine (“dan” significa giudicare), e la giustizia oggettiva è il cuore di ogni civiltà.
Neftali è la personalità dallo spirito libero, come un “cervo che corre libero” e l’indipendenza è una componente necessaria per la crescita. Tuttavia, questo spirito libero deve sempre avere cura di “trasmettere parole di bellezza”.
Gad è l’archetipo del guerriero. Espandendo la giustizia di Dan, Gad è pronto a combattere per le sue convinzioni. Il guerriero è necessario sia per difendere i nostri valori cari sia per proteggere le nostre libertà.
Asher è sia la prosperità che il piacere. Asher è la dimensione della benedizione ricevuta che va al di là della normalità. Ma nel ricevere più di quanto è necessario per la sopravvivenza, significa anche dover avere una personalità che apprezza e restituisce ciò che ha ricevuto.
Issacar è lo studioso, e lo studio fornisce saggezza, chiarezza nelle direzioni da dover e far prendere. È il fondamento di qualsiasi sistema che funzioni secondo giustizia, e Issachar è la dedizione a immergersi nello studio e nell’istruzione.
Zabulon è il mercante, la personalità dell’uomo d’affari. Il suo ruolo è entrare nel mercato e riscattare la luve del Divino nel mondo materiale (il “tesoro segreto nascosto nella sabbia” Deuteronomio 33, 19). Zabulon completa Issacar, entrambi creano una partnership dove il primo sostiene lo studioso, lo finanzia con la casa e una “borsa di studio”, e questo fa guadagnare il diritto di partecipare alla ricompensa degli studi di Issacar.
Giuseppe•• rappresenta la sofferenza nella vita, una sofferenza del giusto perchè tradito dalla sua stessa famiglia (Genesi 37). Tuttavia, non solo egli riesce a sopravvive, ma prospera, perdona e governa i suoi fratelli. Raggiunge la grandezza attraverso le sue sfide, superando tutti gli avversari e diventando un grande leader, salvando tutta la sua generazione. Nonostante il suo ambiente corrotto, mantiene la sua integrità spirituale, e la potente luce che emerge dalle tenebre in Giuseppe si divide in due dimensioni, quella dei suoi due figli: Manasse ed Efraim:
•Manasse rappresenta la capacità di non soccombere ai poteri dei dominatori (dell’Egitto, “vincoli mitzraim”) che vogliono farti dimenticare le tue radici spirituali. Per rimanere sempre in contatto con il Giusto e con DIO indipendentemente dalle sfide.
•Ephraim spinge ancora oltre l’obiettivo, non è sufficiente sopravvivere in un ambiente alieno, ma anche prosperare, ovvero “essere fecondo nella terra della mia afflizione”. Ephraim è il potere di trasformare le difficoltà in potere Divino.
Beniamino è affamato della Luce del Divino, e quindi, come “lupo famelico”, Benjamin riconosce che la sua missione è cercare appassionatamente l’energia divina incorporata nella materia, divorarla, consumarla ed elevarla.

Dodici tribù, e dodici percorsi diversi seppur unitari nel loro fine ultimo. Tutto il necessario per raggiungere la nostra destinazione: l’elevazione, ovvero l’illuminazione, la Consacrazione, la Santità o come la si vuole identificare.
Molto interessante sarà riuscire a comprendere quale personalità ci appartiene, in modo da riuscire a sviluppare le parti necessarie alla nostra illuminazione. Sicuramente alla fine dei giorni, in cui acquisiremo chiarezza sapremo a quale tribù apparteniamo, ma questo avverrà nel tempo in cui il Mondo intero sarà pieno della conoscenza, quel sapere Divino che tanto spinge il genere umano verso nuove alte mete.

Conclusioni

[perfectpullquote align=”left” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”#4476a5″ class=”” size=”16″]Molti studiosi del passato hanno riportato la loro convinzione che la dispersione degli ebrei in tutti gli angoli della terra sia l’inizio della redenzione.[/perfectpullquote]Molti studiosi del passato hanno riportato la loro convinzione che la dispersione degli ebrei in tutti gli angoli della terra sia l’inizio della redenzione. Ma affinché Israele (popolo che comprende tutte le nazioni che riconoscono l’Unicità di DIO e le Sacre Scritture Abramitiche) finalmente sia ristabilita ed elevata nuovamente a luce e guida di rettitudine per il Mondo, la conoscenza di quel che è avvenuto davvero nel passato sarà fondamentale nel comprendere cosa dobbiamo fare noi oggi. La pace promessa sotto il Messia potrà essere restaurata nel Mondo solo quando tutti comprenderanno il loro ruolo, e collaboreranno per l’interesse di tutti. Per essere parte attiva del Piano Divino non ci sarà bisogno nel Mondo a venire che tutti diventiamo sacerdoti (Leviti), oppure tutti commercianti o venditori (Zabulon), e nemmeno tutti scenziati (Issacar) o guerrieri (Gad), perchè per ognuno è stata prestabilita da DIO una sua personle strada. Non deve interessarci di ciò che fanno coloro che non credono, nemmeno se sono i potenti della Terra e i capi delle Nazioni, perchè lamentarsi ci distrae dal nostro personale obiettivo, rattrista i nostri animi e ci allontana dalla via del bene. Rimaniamo uniti nel profondo lungo un unico percorso, che seppur ricco di sfaccettature conduca sempre alla destinazione dell’amore per il prossimo e il bene comune. Siamo tutti legati dallo stesso destino e tutti calpestiamo la stessa Terra, giudicare significa fare del male al nostro vicino e questo corrisponde fare del male a noi stessi.

Possano questi pensieri fare eco alle speranze di un mondo migliore, affinchè tutti gli sforzi fatti dai nostri antenati, dalla dipartita dalla schiavitù Egiziana di Mosè fino alle rivoluzioni americana e francese possano risultare davvero dei mattoni per ricostruire qualcosa di migliore rispetto a quello che abbiamo trovato noi venendo al Mondo. L’era messianica avrà inizio quando tutti gli schiavi saranno stati liberati, e gli schiavi di oggi non sono più quelli con le catene di ferro ai polsi, ma tutti gli oppressi, i poveri, i discriminati e coloro ai quali vengono negati i propri diritti fondamentali. Nel tempo a venire sicuramente la dinastia davidica riprenderà a governare, così come il Terzo Tempio e i sacerdoti della tribù di Levi saranno ristabiliti, ogni cosa contenuta nella Legge sarà ripristinata quando arriverà il Messia, solo che tutto apparirà completamente diverso rispetto al passato. Oggi non abbiamo niente di nuovo sotto il sole rispetto al passato, ma dobbiamo però ricordarci che tutto si è trasformato e modificato. Se ci potrà essere un Re che è pari all’ultimo dei suoi sudditi, e un Sommo Sacerdote che insegna con umiltà ciò che a sua volta lui ha imparato, e se i “servi” avranno pari diritti e pari opportunità di vivere e diventare loro stessi un giorno crescendo “padroni” allora in quel Mondo nessuno avrà più l’arroganza di giudicare un altro, perchè chiunque comprenderà che l’unica responsabilità degli umani è quella di migliorare se stessi.

 


Referenze

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