Tilda Swinton, l'antidiva compie 60 anni: «La giovinezza è sopravvalutata»

L'anticonvenzionale attrice premio Oscar, due figli dall'ex marito e un compagno, potrebbe tranquillamente vivere «da sola in cima a una montagna». La sua filosofia? «Amare significa non fottere la solitudine dell’altro. Ed evitare che l’altro fotta la tua»
Tilda Swinton compie 60 anni «La giovinezza è sopravvalutata»

«La giovinezza è sopravvalutata. La vita diventa molto più interessante col passare degli anni. Non vorrei mai tornare indietro, nemmeno di un mese».  Tilda Swinton, che oggi soffia su sessanta candeline, è lontana dal banale anche quando parla del tempo che passa. D'altronde l'attrice nata a Londra il 5 novembre 1960 è anticonvenzionale, con naturalezza, da sempre.

Di famiglia aristocratica, cresciuta in un castello scozzese dell’800, compagna di università di Lady Diana, entrò alla Royal Shakespeare Company per uscirne l’anno dopo. Come mai? «Non mi piacciono le istituzioni, non volevo studiare: volevo recitare». Ha fatto quello che voleva e anche (molto) di più: è diventata la musa di registi colti come Luca Guadagnino che l'ha diretta fra l'altro in *Suspiria *(remake dell'horror di Dario Argento), ha vinto un Oscar (per Michael Clayton), e lo scorso settembre è stata premiata a Venezia con il Leone d'oro alla carriera. Per dire. In più, col suo aspetto androgino, ambiguo, enigmatico, ha scardinato i canoni della bellezza sul grande schermo.

Così alta, sottile, regale, sembra una scultura vivente che potrebbe intimidire. Invece è simpatica e divertente. Per capirlo basta l'ironia con cui liquida chi la descrive algida: «Sarà per il mio pallore». Antitesi delle dive a caccia di followers, non è sui social («come simbolo di democrazia non mi sembrano un granché»), ha scelto di vivere in campagna in Scozia («una terra di cui amo il calvinismo e la passione: fa freddo fuori, siamo caldi dentro»), adora la solitudine: «Tutti nasciamo e moriamo da soli. La solitudine è quanto di più democratico ci sia. Ed è uno dei grandi tabù della società occidentale. Io ho bisogno della solitudine: è una musica che posso sentire. Potrei vivere sulla cima di una montagna, sola con me stessa. Diciamo così: io non rovino la vostra solitudine, voi non rovinate la mia, facciamoci compagnia».

Di Tilda si è tanto parlato anche per le faccende di cuore. Dopo il matrimonio col pittore John Byrne, papà dei suoi gemelli, Honour and Xavier, oggi 23enni, sul set de Le Cronache di Narnia nel 2004 ha conosciuto l'artista Sandro Kopp, 18 anni meno di lei. Nonostante la differenza d'età, il loro amore procede a gonfie vele. In passato, però, si è stigmatizzato che Tilda vivesse sotto lo stesso tetto con due uomini: John Byrne e Sandro Kopp, appunto. Lei, due anni fa, in un'intervista al Corriere della Sera ha chiarito: «C’è un divertente e diffuso fraintendimento, non ho mai vissuto con due uomini. Da John sono amichevolmente separata da 14 anni, si è risposato e vive a molte ore d’auto di distanza da me; sto insieme a Sandro da undici anni. Non è raro, per famiglie allargate come la nostra, rimanere buoni amici. Penso che certe riviste talvolta preferiscano credere che la mancanza di contese debba nascondere qualcosa di sensazionale». D'altronde per Tilda la solitudine è un bisogno primario anche nelle faccende di cuore: «Amare significa non fottere la solitudine dell’altro. Ed evitare che l’altro fotta la tua». Tenersi in casa due uomini - l'attuale compagno e l'ex marito - non sarebbe stata la scelta più azzeccata per mettere in pratica la sua filosofia.

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