Tick, Tick… BOOM! (2021): recensione, trama, cast film

Tick, Tick… BOOM! (2021): una storia universale

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Tick, Tick... BOOM! (2021)

Tick, Tick… BOOM!

Titolo originale: Tick, Tick… BOOM!

Anno: 2021

Paese: Stati Uniti D’America

Genere: Musicale, Drammatico

Casa di produzione: Imagine Entertainment, 5000 Broadway Productions

Distribuzione: Netflix

Durata: 115 minuti

Regia: Lin-Manuel Miranda

Sceneggiatura: Steven Levenson

Fotografia: Alice Brooks

Montaggio: Andrew Weisblum

Musiche: Jonathan Larson

Attori: Andrew Garfield, Alexandra Shipp, Vanessa Hudgens, Robin de Jesús, Joshua Henry, Judith Light, Bradley Whitford, MJ Rodriguez

Traile ufficiale di Tick, Tick… BOOM! (2021)

Chi almeno una volta nella vita non ha visto – o almeno sentito parlare – di Rent? Per chi non conosce uno dei più grandi musical di Broadway, che ha rivoluzionato la storia del musical stesso per le tematiche rappresentate e il tipo di narrazione – protagonista di un adattamento cinematografico del 2005 diretto da Chris Columbus – ma soprattutto il suo autore Jonathan Larson, Tick, Tick… BOOM! aprirà un mondo.

Distribuito da Netflix dal 19 novembre, è esso stesso l’adattamento cinematografico dell’omonimo musical, scritto prima di Rent. Un lavoro fortemente autobiografico, che racconta la frustrazione dell’autore Jonathan Larson e la sua crisi intorno ai trent’anni, spinto dalla passione per la scrittura di musical e non ascoltato.

Ad interpretare Jon è Andrew Garfield, al centro dell’attenzione ultimamente per la sua presunta – non confermata – presenza in Spider-Man: No Way Home, che toglie purtroppo la concentrazione da questo film e dalla sua incredibile performance, confermandosi invece un attore poliedrico e, probabilmente, sottostimato.

Tick, Tick… BOOM! vede l’esordio di Lin-Manuel Miranda alla regia di un lungometraggio, dando prova di come sappia padroneggiare il musical in qualsiasi sua forma e sotto diversi punti di vista.

Trama di Tick, Tick… BOOM!

Jon ha trent’anni, un’età in cui il peso delle responsabilità si fa sentire sempre di più ma che ancora fa sperare nel futuro senza accontentarsi di nulla. Il suo sogno è scrivere musical di successo, portando la sua arte allo spettatore di Broadway. La realizzazione sembra ancora lontana, eppure il suo impegno è costante e spesso sacrifica la sua vita privata pur di raggiungere l’obiettivo.

Siamo nella New York degli anni ’90 e tra disagi personali, relazioni fortemente volute e complicate si apre nella vita del protagonista una problematica molto diffusa in quegli anni: il migliore amico di Jon risulta positivo all’HIV.

Nel disperato tentativo di scrivere un musical che ricalca un po’ una versione moderna di 1984, che sarà apprezzato dagli addetti ai lavori ma troppo ambizioso per essere realmente messo in scena, un consiglio sarà il punto di partenza per quella che diverrà la – breve – carriera di Jon: parlare di ciò che ha attorno e conosce meglio.

Recensione di Tick, Tick… BOOM!

Tick, Tick… BOOM! pone un problema personale dell’autore che un qualsiasi essere umano intorno ai 20-30 anni, di qual si voglia nazionalità può provare: un grosso senso d’inadeguatezza correlato alla percezione che chiunque ce la faccia a realizzare il proprio sogno – o per lo meno a trovare un posto nel mondo in cui sentirsi utile – a parte noi.

Una realtà densa di significato negli anni ’90 come 30 anni dopo, in cui l’incertezza cresce sempre di più a dispetto di quelle che sono le convenzioni sociali per ragazzi che devono costantemente provare la loro bravura e la voglia incondizionata di lavorare anche in situazioni non desiderate.

Jon ha già un ottimo punto di partenza: essere pienamente consapevole del suo talento e avere un sogno ben definito per cui lottare, anche a costo della sua vita personale. Un desiderio richiede sforzo ma quando quest’ultimo c’è, senza ottenere risultato alcuno, viene meno anche la voglia.

Per Jon nulla è dato per scontato. Non lo è il lavoro così come non lo è l’amore immenso che prova per la sua fidanzata Susan a cui è disposto a rinunciare per farla realizzare anche se significa allontanarsi.

Andrew Garfield regala ancora una volta un’interpretazione eccellente, dimostrandosi anche un ottimo performer di musical. Nonostante non sia la prima volta che porta sul grande schermo storie reale – La battaglia di Hacksaw Ridge per cui ha ricevuto una candidatura all’Oscar nel 2017, Ogni tuo respiro, Gli occhi di Tammy Faye in uscita nel 2022 in Italia – è inedita la sua partecipazione a un musical cinematografico.

Garfield è riuscito a entrare in punta di piedi in un ruolo pieno di sfaccettature, restituendo una visione accurata dell’idea di Larson e comunicando allo spettatore ben altro che la mera passione, comunque sempre presente.

Ha dato vita ad un artista a tutto tondo, facendogli un enorme omaggio emotivo ed esperienziale. La sua impronta teatrale è ben presente – ha vinto un Tony Award nel 2018 per Angels in America – Fantasia gay su temi nazionali come miglior attore protagonista – e gli ha permesso di dare maggior spessore al personaggio e alla sua opera. Una prova da vero attore che speriamo sia ricordata e ben ricompensata.

Alla regia Lin-Manuel Miranda è riuscito a creare un’opera pregna di sensazioni che giocano su più piani emotivi, dando importanza tanto alla vicenda personale di Jon, quanto a temi più generali come la malattia o la perpetua ricerca della felicità, in questo caso interrotta all’apice per colpa del “destino”.

Jonathan Larson è l’autore di Rent, fortunata opera teatrale del 1996, per il quale ha vinto due Tony Awards e un Premio Pulizer per la Drammaturgia postumi. Un musical che ha scardinato regole narrative di Broadway e che ha riscosso talmente tanto successo da vederne un adattamento cinematografico nel 2005, oltre che a vari omaggi nel corso del tempo da più artisti o altre opere audiovisive. Il suo creatore non è riuscito a vederlo in scena perché la sera antecedente alla prima è tragicamente venuto a mancare a soli 35 anni.

La sua bravura però è stata ripagata e riconosciuta ben oltre la sua breve vita e grazie a Tick, Tick… BOOM! Jonathan Larson è stato omaggiato e ringraziato per il suo contributo all’arte. L’unico vero difetto di questo film è il non poterlo vedere in sala.

Note positive

  • Interpretazione del protagonista
  • Musiche coinvolgenti
  • Scelte stilistiche precise
  • Movimenti di macchina che catturano lo spettatore

Note negative

  • Distribuzione italiana solo su piattaforma
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