The Third Day: Recensione della miniserie con Jude Law ambientata su un'isola misteriosa

The Third Day: Recensione della miniserie con Jude Law ambientata su un'isola misteriosa

19 ottobre 2020
3,5 di 5
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La nostra Recensione di The Third Day, la miniserie con Jude Law e Naomie Harris in onda su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV.

The Third Day: Recensione della miniserie con Jude Law ambientata su un'isola misteriosa

Dopo il successo di The Young Pope e The New Pope, entrambe dirette da Paolo Sorrentino, Jude Law continua la sua collaborazione con Sky ed HBO cambiando completamente genere in The Third Day. Protagonista della miniserie è una piccola isola appena al largo della costa britannica, raggiungibile soltanto attraverso una strada che al calare della notte e con l'arrivo della marea viene sommersa dalle acque. In questo luogo enigmatico e inquietante si ritrovano in maniera più o meno fortuita vari personaggi, i quali nel corso della storia dovranno fare i conti sia con le stranezze del luogo che con i propri demoni personali. Creata da Dennis Kelly e Felix Barrett, The Third Day si mostra fin dall'inizio come un puzzle psicologico che nel dipanare i propri misteri allo spettatore tenta di intrigarlo principalmente con un'ambientazione originale e visivamente ipnotica. In attesa del debutto in tv, su Sky Atlantic e in streaming su NOW TV dal 19 ottobre ogni lunedì alle ore 21:15, approfondiamone i contenuti in questa recensione.

La trama di The Third Day: Cosa nasconde l'isola?

Divisa in due atti, Estate e Inverno, ciascuno incentrato su un diverso protagonista, The Third Day ha inizio con la storia di Sam, il personaggio interpretato da Law. dopo aver salvato all'ultimo istante un'adolescente determinata a togliersi la vita, Sam decide di accompagnarla a casa su un'isola misteriosa che, per via della marea, può essere raggiunta soltanto in determinate ore della giornata. Il luogo si rivela immediatamente ospitale e al tempo stesso vagamente strano. L'uomo ha però una fretta estrema di tornare sulla terraferma, in quanto si tratta di un giorno molto importante per il futuro del suo lavoro e della sua famiglia. Fatti piuttosto inspiegabili e in qualche modo inquietanti, però, lo costringeranno a rimanere bloccato sull'isola.

The Third Day

Nel secondo atto, la nominata all'Oscar per Moonlight Naomie Harris interpreta invece Helen, una donna in cerca di un luogo affascinante e possibilmente non troppo costoso dove trascorrere un weekend in relax con le sue due bambine. Per lei e le figlie gli ultimi tempi sono stati a dir poco problematici, e le difficoltà economiche la stanno stritolando. Ma il cottage che Helen ha preso in affitto sull'isola si rivela inaccessibile a causa di un motivo oscuro, e per la famiglia inizia un vagabondare per il luogo che la porterà a incontrare personaggi pericolosi e fare scoperte spaventose.

Un puzzle psicologico che parte bene e migliora andando avanti

Anche se non esplicitamente dichiarato, il genere con cui The Third Day flirta nel corso delle prime puntate è abbastanza chiaramente quello dell'horror psicologico. L'idea di base è infatti quella di personaggi comuni con un bagaglio personale già appesantito che si trovano in circostanze misteriose confinati in un ambiente solo apparentemente normale. Si tratta di un topos del genere che la miniserie vuole sfruttare in tutta la sua forza iconica. Sotto questo punto di vista il "pilot" con protagonista Jude Law funziona a dovere, in quanto l'attore riesce con pienezza a dare spessore umano al proprio personaggio soprattutto nella prima parte dell'episodio. Se la storia semina con dovizia piccoli spunti che fanno procedere la trama nella direzione desiderata, la forza principale della prima parte di The Third Day sta però senz'altro nel fascino dell'ambientazione: una volta che il protagonista arriva nell'isola che funge da teatro principale della serie, la sensazione di trovarsi in un posto dove qualcosa di sinistro si cela dietro le porte chiuse diventa decisamente palpabile man mano che la vicenda progredisce.

The Third Day

Il lavoro certosino sulle scenografie e sulla decorazione dei set fatto in The Third Day consente alla confezione di sprigionare il necessario senso di disagio, che vediamo materializzarsi in tutta la propria forza nel secondo atto. Sono infatti i personaggi di Naomi Harris e delle sue bambina coloro che cominciano a vivere sulla propria pelle, loro malgrado, quanto di terrificante si nasconde nell'isola. Il meccanismo di scoperta progressiva degli orrori umani e non che hanno messo radici in questo luogo funziona in maniera efficace soprattutto perché la messa in scena nasconde invece di mostrare, stimolando la curiosità e insieme il senso di imprevisto del pubblico. In definitiva, The Third Day si dipana come un puzzle psicologico intrigante, notevole da guardare e capace di solleticare lo spettatore.



  • Critico cinematografico
  • Corrispondente dagli Stati Uniti
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