MADELEINE… ANATOMIA DI UN INCUBO in ALTA DEFINIZIONE!

 

Una giovane donna è tormentata da atroci incubi ricorrenti. Per guarire, il dottore che l’ha in cura le prescrive una strana terapia: vivere liberamente e senza alcun tipo di restrizione morale.

 

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Titolo originale: Madeleine… Anatomia di un incubo
Anno: 1974 I Paese: Italia
Regia: Roberto Mauri
Attori: Camille KeatonRiccardo SalvinoPaola Senatore
 

 

Si comincia subito con un incubo della bella Madeleine (Keaton) in riva al lago: inseguita nel canneto da cinque donne con parrucche colorate (streghe?), assiste all’incendio di un’auto da corsa tra gli alberi d’un bosco, dove un bambolotto viene portato via in una bara aperta come in un cupo funerale pagano. La ragazza soffre di allucinazioni schizofrenico-paranoiche, come ci spiegherà il suo attempato marito (Tranquilli), armatore con l’hobby della psicologia (così dice lei), quindi inutile star troppo a cercar d’interpretare ogni particolare poco chiaro. Si viaggia a metà tra sogno e realtà, con Madeleine che rimorchia un hippie per strada e se lo porta nella splendida villa con piscina dove abita e dove i due amoreggeranno senza preoccuparsi troppo del marito che li spia. Quando però il figlio (Salvino) dell’armatore, di rientro da una gara di F1 appena vinta, torna lì, Madeleine gli si presenterà come la segretaria di suo padre (!). Qual è la verità? Esiste una verità? La verità principale è che non succede molto, nel film: trascorre apparentemente come l’avventura di una giovane moglie annoiata e del suo marito voyeur in attesa che – già lo sappiamo – qualcosa accada nel finale. Qualcosa accadrà, infatti, ma la soluzione, in linea con l’impostazione freudiana suggerita già dal titolo, francamente lascia l’amaro in bocca per la faciloneria con cui viene condotta in porto chiudendo oltretutto con frase beffarda e assurdo finale aperto. Costruito meglio avrebbe forse potuto anche funzionare; sistemato così pare un film abborracciato, portato avanti per esibire la grazia (e le grazie) della splendida Camille Keaton e sfruttare l’ottima colonna sonora di Maurizio Vandelli (eseguita con l’Equipe 84), che offre momenti davvero intensi. Lasciano invece il tempo che trovano le cavalcate romantiche sulla spiaggia deserta, le gite in barca con l’hippy, l’interminabile party in villa colla Senatore alle prese con l’ennesimo striptease (a tempo di musica), i tanti dialoghi che si vorrebbero poter interpretare in chiave di rilettura psicologica della vicenda ma che in realtà fanno solo da debole accompagnamento al resto.

Recensione da Il Davinotti