The Haunting of Bly Manor - Recensione

La seconda stagione dell'antologia horror Netflix manca il suo vero obiettivo.

The Haunting of Bly Manor - La recensione

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Un racconto di fantasmi che non sembra interessato a spaventare quanto piuttosto a usare il sovrannaturale per raccontare una storia d'amore.
  • Il cast, in particolare quello più giovane, offre un'ottima prova.
  • Anche volendo seguire solamente la narrazione, dimenticando qualsiasi pretesa horror, si correrebbe il rischio di scoprire una storia più banale di quanto l'inizio lasci intendere.

La produzione antologica horror di Netflix, The Haunting, che lo scorso anno aveva esordito con un'ottima stagione dedicata alla rielaborazione del romanzo di Shirley Jackson, L'Incubo di Hill House, torna alle porte di Halloween con nove nuovi episodi raccolti sotto il nome di Bly Manor e leggermente ispirati al racconto di Henry James, Il Giro di Vite.

Prima di continuare vorrei però esporvi un dubbio che mi ha assillato durante tutta la visione: la valutazione di un'opera, specie se in un solco ben definito, deve essere fatta strettamente sull'opera in sé, o il contesto nel quale viene proposta ha un suo peso? Perché nel primo caso The Haunting of Bly Manor è una dimenticabile storia di fantasmi e problemi personali, con un buon cast, scritta da degli sceneggiatori dalla penna interessante. Nel secondo caso Bly Manor non è, ripeto, non è assolutamente un racconto, né dell'orrore, né del terrore, a voler fare i pignoli sul lessico italiano.

Per tanto, chi dovesse avvicinarsi a questa nuova produzione con il ricordo di Hill House e la voglia di salutare l'arrivo dell'autunno provocandosi qualche brivido, rimarrebbe profondamente deluso e profondamente annoiato. Malgrado la presenza di un costante e permeante elemento sovrannaturale, The Haunting of Bly Manor non riesce mai e in nessun caso a suonare le note della paura o dell'angoscia. Fossi desideroso di chiudere in breve, potrei dire che siamo di fronte ad una versione dark del Romeo e Giulietta o a una edulcorata della prima stagione di American Horror Story, dove le molte storie dei personaggi finiscono per intrecciarsi in un unico arazzo il cui disegno finale diventa chiaro solo verso la fine (e anche su questo aspetto spenderò più avanti due parole a riguardo).

Morire, dormire... nient'altro

Purtroppo il problema di Bly Manor non risiede nemmeno nella sua mancata promessa di un intrattenimento orrorifico, ma nel suo fallimento come narrazione a tutto tondo. Certo, chi non prova gusto nel farsi spaventare, ma desidera comunque qualche blando momento di mistero e angoscia, potrebbe assolutamente vedere in questa serie un ottimo punto d'incontro fra le necessità e il piacere, ma andrebbe comunque incontro a un certo grado di delusione.

Pronto a scommettere una moneta che "It's peeerfectly splendid!" diventerà un piccolo tormentone.

Al netto della prova del cast, in particolare della giovanissima e promettente Amelie Bea Smith, e di alcuni dialoghi di spessore – tanto da poter essere estrapolati dall'opera e ripresi come mere citazioni per la vita – The Haunting of Bly Manor soffre di una prevedibilità facile da cogliere, pur frammentata fra i tanti intrecci delle diverse narrazioni dedicate ai personaggi. Alla fin fine, quello che sembra partire come un mosaico complesso e destinato a comporsi tramite scontri e scissioni, o incontri e unioni, particolari e fortuite, si rivela in un disegno molto più banale e scontato.

Pure il disvelarsi dei meccanismi e dei misteri che tengono in piedi quella casata (intesa come famiglia ed edificio) si muovono tanto lentamente da arrivare dopo l'intuizione di chi è al di là dello schermo, questo malgrado una leggera accelerazione finale che riesce, per lo meno, ad aumentare l'elemento fantasmagorico da racconto del falò – seppur chiedendo come obolo la sopportazione di una narrazione frantumata, che in teoria dovrebbe trasmettere il senso di deriva e spaesamento dato dalla condizione delle parti coinvolte, ma alla fine rischia di perdere lo stesso spettatore.

Dormire, forse sognare

Insomma, tornando alla domanda iniziale: The Haunting of Bly Manor come deve essere valutato? Come promessa non mantenuta di un racconto dell'orrore, o come semplice racconto di una serie di personaggi coinvolti in un momento sovrannaturale ma non per questo implicitamente puntato allo spavento? Molto chiaramente dipende dalle aspettative. Chi accende la televisione con l'idea di farsi raffreddare un poco il sangue nelle vene rimarrà profondamente deluso, chi vuole farsi raccontare una storia, una delle tante che la nostra civiltà ha partorito, potrebbe anche non subire lo stesso scotto.

Pur provandoci Bly Manor non riesce a raggiungere lo stesso livello di Hill House. Né narrativamente, né tecnicamente. Basti prendere ad esempio ritmo e costruzione della quarta puntata di The Haunting of Hill House.

Io non nascondo di appartenere alla prima categoria, e a tal proposito vorrei ampliare, come anticipato prima, un pensiero riguardo l'impostazione di Bly Manor. Negli anni ha preso piede un tipo di narrazione horror particolarmente improntata alle vicende personali dei protagonisti. Lo abbiamo visto in American Horror Story, in Hill House e in Bly Manor. Tutte le anime coinvolte hanno qualche scheletro nell'armadio, un segreto che finirà per condizionare comportamenti e risultati. Si tratta di una base narrativa non facile da gestire, già di per sé è più incline a saturare il genere, figuriamoci poi quando non viene gestita bene.

In buona sostanza, all'ennesimo racconto infarcito di flashback, frasi non dette, sguardi spersi in un passato traumatico, viene seriamente da domandarsi quante sono le reali possibilità che delle persone a caso, chiuse insieme in un posto, siano tutte afflitte da retroscena così pesanti e angoscianti. Senza contare poi che, quello che si maschera come un racconto dell'orrore, alla fin fine non è tanto dissimile dalla lavata pubblica di stracci che finisce per chiudere moltissime narrazioni corali da piccolo paese (soprattutto di inizio novecento). Insomma: in una storia di fantasmi, se tutti hanno il loro personale fantasma, dove sta il sovrannaturale?

Verdetto

Il problema di The Haunting of Bly Manor consiste soprattutto nella premessa: vorrebbe vendersi al pubblico horror, ma non è in grado di appagare tale audience. Per il resto, una storia banale porta comunque alla fine grazie a una buona messa in scena e a delle buone prove da parte del cast.

In questo articolo

The Haunting of Bly Manor - La recensione

6.5
Sufficiente
Un racconto di fantasmi che non fa paura. Un racconto d'amore che non emoziona. The Haunting of Bly Manor avrebbe fatto meglio a rimanere strettamente in uno dei due generi.
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