L'uomo invisibile - Herbert George Wells - Recensioni di QLibri
Narrativa straniera Fantascienza L'uomo invisibile
 

L'uomo invisibile L'uomo invisibile

L'uomo invisibile

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Griffi, un promettente fisico, cerca la scoperta che gli consenta di avere fama e ricchezza. Scopre la formula che rende invisibili gli oggetti e la prova su se stesso. divenuto invisibile ne approfitta per instaurare un regime di terrore. Scoperto, sarà ucciso dalla folla e riacquisterà la sua forma umana.



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L'uomo invisibile 2022-05-06 06:23:57 68
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68 Opinione inserita da 68    06 Mag, 2022
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Arma letale




Griffin, brillante fisico londinese resosi invisibile, figlio di un desiderio presuntuoso d onnipotenza e di ricevere fama e riconoscimento dalla comunità scientifica oltre che di un senso di vanità del tutto personale, precipita in un boomerang di dissolvenza, ostaggio di un’ arma a doppio taglio.
In “ L’ uomo invisibile “, romanzo di fine ottocento, H.G.Wells, autore britannico considerato, insieme a Jules Verne, il padre della fantascienza, almeno nella prima parte della propria produzione letteraria ( ricordiamo “ La macchina del tempo “ e “ L’ isola del dottor Moreau “ ), e definito dall’ amico Joseph Conrad “ il realista del fantastico “, fa coesistere reale e fantascientifico all’ interno di una trama suddivisibile in due parti.
Una narrazione in terza persona, asettica e in parte ironica anche se piuttosto piatta e poco coinvolgente, caratterizza la prima parte, l’ approdo di una figura losca in una locanda di una località di provincia ( Iping ) suscitando curiosità e sospetto all’ interno della vita comunitaria ( nello specifico l’ autore riprende l’ incipit de“ L’ Isola del tesoro “ ).
Griffin è uno straniero dall’ aspetto piuttosto bizzarro, la testa bendata, un passo svelto e sfuggente, gesti rabbiosi e maniere brusche per allontanare ogni tentativo di curiosità, comportamenti che turbano la gente semplice di provincia.
Nessuno conosce il suo nome ne’ lo ha mai visto, il susseguirsi degli avvenimenti svelerà la verità sottesa, la sua invisibilità, dando il la’ a una confessione al cospetto di una controparte buona, il dottor Kemp, fino a quando, nel cuore di Londra, assisteremo a una caccia all” “ uomo ” e a quello che di lui resta, l’ inqualificabile arroganza e disumanità oltre che l’ irrefrenabile desiderio omicida ottemperato dal proprio egocentrismo e dalla certezza di una superiorità che lo trasformerà in un assassino efferato.
Di fatto lo stesso Wells parla di un certo influsso stevensoniano all’ interno del romanzo, con riferimento allo “ Strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde “ ( si pensi all’ analogia Griffin-Hyde e Kemp-Jekyll ) anche se, ribadiamo, “ L’ uomo invisibile “ è per lo più narrato in terza persona.
In fondo Griffin non è che un essere umano, frutto di un esperimento su se stesso che lo ha sottratto agli occhi altrui, l’ esito controverso ne diviene il limite, i tratti umani si ritorcono contro una realtà inafferrabile e pericolosa sfuggitagli di mano e che tramuta la sua collera in pura follia.
E allora ci si domanda: che cosa significa questo stato di invisibilità per il protagonista?
Mistero, potere, libertà, eppure genialità e privilegi saranno la causa di una solitudine irrefrenabile e del desiderio di vendetta nei confronti del mondo ( possiamo pensare alla creatura mostruosa del “ Frankenstein “ di Mary Shelley ). Improvvisamente è senza un rifugio e senza qualcuno di cui potersi fidare, anche se, e qui la narrazione utilizza la prima persona, “… sono Griffin, dell’ University College, un uomo del tutto normale che si è reso invisibile “…
In questo momento sente il bisogno di privilegiare l’ aspetto personale, di affidarsi a un qualsiasi essere umano e alla sua misericordia ed emergono tutte le cose che un uomo può desiderare e che l’ invisibilità non può restituire, l’ amore, l’ ambizione, la condivisione, rendendosi conto di quello che è, “… un mistero ammantato “…, “….una caricatura avvolta da fasce e bende “….
Ed allora la propria invisibilità si trasforma in collera e malvagità, il tentativo folle di instaurare un regno del “ Terrore “, del tutto fuori controllo, trasformando la scena in una tragicommedia dell’ assurdo con una fine scontata.
Un romanzo con un’ idea interessante, che riprende spunti letterari ( riferimenti a Shakespeare, Stevenson, Christopher Marlowe, ) e aspetti prettamente scientifici, ma che non convince pienamente, perché si mantiene a metà tra letteratura e scienza sfuggendo a una personale definizione.
Che cosa prevale, l’ asettica invisibilità e dotta disquisizione dello scienziato o la tormentata parabola di dissolvenza di un uomo solo che soffre della propria diversità? L’ impressione è di una marcata dicotomia tra le due parti che l’ autore non riesce pienamente a coagulare, generando un’ opera zoppicante con una risoluzione piuttosto scontata.

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L'uomo invisibile 2021-04-19 10:21:47 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    19 Aprile, 2021
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invisibile è chi invisibile fa

Studioso indefesso, fisico geniale, Griffin riesce a trovare la formula dell’invisibilità, l’entusiasmo di un toro sul tappeto rosso steso verso l’Olimpo della scienza.
Votato alla sua causa, più il lavoro lo avvicina alla meta e più egli si aliena dagli affetti e dalla vita sociale, disprezzando sempre più il popolino ignorante.
Dopo i successi consolidati sugli oggetti e sugli animali, decide di testare il suo esperimento su se stesso. Rendersi invisibili è come accecare il resto del mondo, vedere in un mondo di non vedenti colloca l’uomo al di sopra della disabilità altrui.
La brama di potere di Griffin esonda dai confini dell’umana sensatezza, la corsa verso la celebrità lo rende ebbro dei vantaggi di tale situazione acquisita, senza lasciargli il tempo di riflettere sulle difficoltà dell’uomo indistinguibile. Isolato, sempre più solo, il fanatismo malato dello studioso si fa malvagio.

Piacevole romanzo seppur non eccezionale nello sviluppo e nello stile, la lettura scorre veloce su una scrittura non particolarmente pregiata, ma buona è la soglia d’intrattenimento.
I personaggi, avvolti da una certa aura di comicità, strappano un sorriso di troppo, così goffi e grotteschi. La vicenda si esprime così in una commedia, sebbene il contenuto sarebbe stato più consono ad una tragedia.

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L'uomo invisibile 2020-03-28 18:27:39 cristiano75
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cristiano75 Opinione inserita da cristiano75    28 Marzo, 2020
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I 2 uomini invisibili

Esistono due libri che hanno lo stesso titolo, ma appartengono a due autori differenti:
L'uomo invisibile di Ralph Waldo Ellison
L'uomo invisibile di Herbert George Wells

Il primo libro, ad opera di un afroamericano è ormai una rarità, non se ne trovano più copie in commercio e io il libro lo rimediai per pura fortuna anni fa su una bancarella in una piazza di Roma. Con mio profondo stupore non capisco come un'opera così importante non vengo più stampata, tant'è che se la cercate pure su internet è impossibile trovarne la versione tradotta in italiano....forse troverete una qualche remota versione americana.

In questa recensione, naturalmente, invece scriverò dell'opera universalmente conosciuta e ampiamente stampata in molteplici edizioni di Wells.

Entrambe le opere hanno un filo comune: il desiderio o meglio la necessità dell'uomo di scomparire alla vista degli altri per raggiungere i propri obiettivi.
Una ricerca vana, poichè alla fine il mondo ci scoverà, fosse pure che diventiamo completamente invisibili, e distruggerà i nostri sogni e desideri.

E' la prima opera di Wells che leggo e debbo diee, che mi è molto piaciuta, sia per la sottile ironia che pervade il romanzo, nel tipico humor inglese, sia per lo spietato tratteggio psicologico dei vari personaggi che fanno da protagonisti alle vicende del folle e geniale scienziato che riesce a porre in atto quello che molti di noi spesso sognerebbero di diventare: delle realtà invisibili, per vedere quanto potere possa generare una tale condizione fisica.

La vicenda scorre veloce e gli eventi precipitano quasi subito, ma la parte più bella è proprio leggere di come una massa di maldestri idioti, riescano attraverso varie peripezie a far fallire una delle più grandi scoperte che possa fare un uomo: appunto rendersi invisibile agli altri e mantenere la propria struttura fisica, quindi non essere un fantasma, ma un uomo in carne e ossa.....

La cosa che mi ha colpito è la disperazione di questa creatura, che praticamente da quando perde il suo naturale aspetto fisico, invece di guadagnarne potere e ricchezze, sarà invece come un animale braccato e senza scampo.

Molto curata e particolareggiata è la descrizione delle strade di Londra, come Oxford Street, o dei villaggi fuori città, popolati da una mandria di energumeni e fifoni che con la loro idiozia e paura renderanno la vicenda fin troppo drammatica e spietata.

Da questo romanzo sono stati tratti svariati adattamenti cinematografici e nel leggere le pagine tante volte mi sono messo ad immaginare cosa avrei fatto io se fossi stato nel protagonista.....come avrei sfruttato la sua invisibilità, che sensazione potrebbe darmi vedere gli altri senza essere visto, farsi burle del mondo, compiere azioni e rimanere impunito.....insomma uno si immagina chissà quale potere possa tare tale condizione e invece ci si deve ricredere leggendo le geniali pagine di questo scrittore, che ci spiega che questa invisibilità più che un modo per appagare i propri desideri diviene una condanna.....

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L'uomo invisibile di Ellison
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L'uomo invisibile 2019-06-09 13:29:46 martaquick
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martaquick Opinione inserita da martaquick    09 Giugno, 2019
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IL PREZZO DELLA GENIALITÀ

Il quarto romanzo di Wells che ho letto è quello che ho preferito maggiormente e devo dire che lo scrittore mi stupisce ogni volta per la sua genialità e creatività.
Considerando che i suoi romanzi hanno quasi cent'anni lo considero un vero genio per la sua epoca e un grande uomo di cultura.
L'uomo invisibile è il racconto di un esperimento del protagonista , uno scienziato che dedica i suoi studi alla fisica e alla ricerca della formula per rendere la materia invisibile.
Una volta trovata non esita ad applicarla su sé stesso per scopi non proprio onesti.
Il romanzo inizia con la presentazione dell' "aspetto" dell'uomo che per vivere deve acconciarsi nei modi più assurdi: un cappello, dei grandi occhiali da sole, un naso finto e una sciarpa per coprire la bocca, un grosso cappotto e guanti. L'uomo misterioso alloggia in una pensione e la proprietaria, curiosa, spia questa persona strana e irascibile.
A causa della padrona ficcanaso inizieranno una serie di rocambolesche avventure per il protagonista che sicuramente non è una brava persona, attacca la gente e non si cura di far del male al prossimo per salvarsi.
La sua fuga dal paese lo porta a casa di un ex compagno di studi, il dottor Kemp, e qui veniamo a conoscenza della lunga storia che ha portato Griffin all'invisibilità, la difficile situazione economica e i sacrifici per studiare e vivere dignitosamente.
Griffin si fida dell'amico di vecchia data ma costui ha già tremato alle sue spalle chiamando la polizia. Kemp ha paura delle idee folli di Griffin che vuole dominare il mondo con un regime di terrore grazie alla sua invisibilità.
L'epilogo del romanzo, con il cacciatore che diventa cacciato, è adatto al romanzo, visto che Griffin è presentato in chiave negativa e il resto delle persone sono i cosiddetti buoni, ma io per quanto abbia provato antipatia per il protagonista non mi aspettavo questa conclusione.
Dall'inizio alla fine questo romanzo mi è piaciuto moltissimo e l'ho trovato ben organizzato nella narrazione da tutti i punti di vista.
Complimenti a Wells per la sua scrittura!

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L'uomo invisibile 2015-11-15 08:49:22 siti
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siti Opinione inserita da siti    15 Novembre, 2015
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Per curiosità

H. G. Wells pubblica nel 1897 “The Invisible Man” dopo essersi già fatto notare con “The Time Machine” e “The Island of Dr. Moreau”. La sua prima produzione si basa sul connubio tra elemento scientifico e fantastico per cui questi scritti rientrano nel filone che si suole nominare “scientific romance”. Solo successivamente al 1900 si concentrò su romanzi di impronta naturalista e di ambientazione borghese.

“L’uomo invisibile” narra la comparsa di Griffin, ambizioso scienziato-pazzo, in uno scenario ridotto a campagna e villaggi inglesi del Sussex di fine ottocento. Griffin si è reso invisibile o meglio trasparente attraverso la sua ambiziosa ricerca scientifica, ma è alle prese con la difficile gestione di questa condizione. Gira coperto alla meglio, tale da sembrare un fantoccio perché è soggetto al freddo e al caldo, se mangia il cibo non ancora assimilato ed è visibile in trasparenza. Fugge da luoghi prima abitati da lui, con alle spalle una lista de efferatezze compiute nell’incapacità di gestire la sua condizione che in un delirio di onnipotenza, verremo a sapere, gli avrebbe potuto garantire il potere assoluto.
La prima parte del romanzo lentamente presenta l’ingresso in scena, è la parte meno gradevole dello scritto, la successiva che farei coincidere con la metà , presenta in atmosfere sempre più rocambolesche e veloci un epilogo fin troppo scontato. A Griffin si contrappone l’antagonista Dott. Kemp, ex compagno di studi, in una lotta tra bene e male.

Dietro una trama così banale l’intento di Wells, con stile poco curato e ironico, pare sia stato quello di un riscatto tutto personale. Uomo fattosi da sé, dalla giovinezza difficile e disagiata, riuscì a imporsi
all'attenzione del grande pubblico con i suoi romanzi, conobbe il successo ma temette sempre la sua diversità di provenienza ( nel romanzo rappresentata dall'albinismo dello scienziato pazzo) e l’uscita di scena repentina. Sentendosi isolato e diverso propose la storia di una diversità che a dispetto di tutto gli ha regalato celebrità.

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