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Jack London: «Il popolo degli abissi» audiolibro

Da quando ho pensato di mettere online i miei libri, presi dalla soffitta, l’idea di fondo era quella di dare risalto ad opere del passato un po’ dimenticate

Questo romanzo-saggio di London è quasi misconosciuto, dice l’enciclopedia libera

Pubblicato nel 1903, fu definito capolavoro letterario, ma non raggiunse la fama.

E forse anche perché di London si ricordano Zanna Bianca, che è stato anche un serial televisivo americano molto famoso, il “Richiamo della foresta” trasportato nel cinema da Ken Annakin (1972), “l’imperatore del Nord” un altro film di Robert Aldrich (1973) ecc..

London nacque a San Francisco (in California) nel 1876, e nel 1902 a 26 anni, si trova a Londra per un soggiorno di alcuni mesi.

Per uno che viene dagli States la capitale del Regno Unito appare come quella del più vasto, ricco e possente impero mai esistito.

Ma come nasce l’idea di scrivere il romanzo?

Il giovane autore, rifugge dalle rilucenti facciate dei quartieri dell’alta borghesia e si reca nell’East End, estrema periferia, dove vivono emarginati nell’indigenza, nella disperazione e nell’abbandono.

E’ forse il primo racconto di impegno sociale, che scava nelle sofferenze dei disperati della prima società capitalistica.

Il vederli a migliaia in quei quartieri fa scattare in Jach l’idea di dettagliare, quasi fosse una denuncia, la loro condizione.

Ma sono anni lontani dall’emancipazione, il suo è atto di sensibilità, io direi giovanile, che non accetta storie di emarginazione così terribili che solo una morte miseranda pone fine.

Il nostro autore americano, da giovane scrive anche saggi sulla lotta di classe ed un suo personaggio, nel romanzo “Il tallone di ferro“m tale Ernest Everhard, pare abbia ispirato il nome di Ernesto “Che” Guevara, anche perché da più di cent’anni i suoi testi hanno ispirato intere generazioni di socialisti di tutto il mondo.

Forse il romanzo di oggi, della nostra soffitta, benché poco noto, ci consente conoscere un autore che è un colonna della narrativa statunitense, che ha ispirato centinaia di film, che è finito anche in una storia con Topolino e Zio Paperone, che ha parlato di mari, foreste, sole, caverne, isole ed animali, ed anche tale da essere ispiratore dell’ambientalismo.

Ma noi oggi lo ricordiamo per la sua prosa giovanile nel Popolo dell’Abisso, per come ci racconta la vita dei barboni, “On the dos” come chiamavano il vagabondaggio, mentre in America “on the road” è il vivere all’aria aperta.

Li, nel sobborgo londinese il dormire era il problema più grosso… e la giornata…. Ed è meglio continuare… Buona lettura.

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