È morto Ruggero Scandiuzzi Si era ammalato di Covid

MASERADA «Ruggero mi lascia in eredità una grandissima pazienza con la vita, una grandissima tenuta d'animo e uno spirito e volontà di arrivare fino in fondo». Con queste parole il maestro Roberto Scandiuzzi, basso trevigiano tra le voci più acclamate dalla lirica mondiale, ricorda il fratello maggiore Ruggero Scandiuzzi, mancato a 67 anni sabato all'ospedale di Vittorio Veneto, dov'era ricoverato per complicanze dovute al Covid. Il virus purtroppo ha compromesso condizioni di salute già precarie, che erano degenerate a seguito di un'ischemia cerebrale che lo aveva colpito sei anni fa, paralizzandogli le gambe e un braccio, e costringendolo ad una lunga riabilitazione in vari istituti specializzati. Da quattro anni era ricoverato presso una residenza per anziani di Pieve di Soligo dove aveva trovato sollievo dalle sue sofferenze e una grande accoglienza, facendosi ben volere da tutti. «Il mio più grande ringraziamento va alle direttrici della struttura dove viveva Ruggero - continua Roberto Scandiuzzi - che si sono sempre prodigate perché mio fratello potesse avere una vita ricca di stimoli e socialità, poteva uscire con la carrozzina elettrica che gli avevo regalato e andare a bersi un caffè al bar, vedere gente. Poi c'è stata la dura prova psicologica del lockdown, e infine purtroppo l'ultima variante del Covid è riuscita ad infiltrarsi, e nonostante la sicurezza grandissima della struttura, il controllo serrato, la salvaguardia di tutti gli ospiti, mio fratello non ce l'ha fatta perché era giunto ad una condizione generale ormai troppo precaria». Ruggero Scandiuzzi era un libero professionista, consulente per molte aziende, celibe e senza figli, appassionato di basket, avendolo giocato in gioventù al Coni di Treviso, estremamente empatico e socievole aveva amici in tutti i luoghi dove ha vissuto, tra Maserada, Treviso e Conegliano, ma anche all'estero, quando accompagnava il celebre fratello in qualche concerto in giro per il mondo. «Ruggero negli ultimi anni della sua esistenza ha pagato la franchezza e la spensieratezza con cui aveva vissuto la prima parte della sua vita - continua Roberto Scandiuzzi - è stato un uomo che ha avuto molti doni, tra cui la bellezza fisica, un'intelligenza brillante, l'empatia spontanea con la gente. Anche nel lavoro era estremamente versatile, amava sondare più tipi di mercato, varie possibilità di commercio, portando sempre a casa buoni risultati, un professionista stimato da tutti». Il dolore accomuna in questi giorni di lutto, oltre al maestro Roberto Scandiuzzi, anche sua figlia Diletta e la mamma di lei Anna Maria, molto legata al cognato Ruggero. I funerali si tengono oggi alle 10.30 nella chiesa di Varago di Maserada e dopo la cerimonia si proseguirà al crematorio di Santa Bona a Treviso. --elena grassi© RIPRODUZIONE RISERVATA