Bobby Moore, biografia del difensore inglese campione del mondo con l’Inghilterra nel ’66

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Bobby Moore, biografia del difensore inglese campione del mondo con l’Inghilterra nel ’66, nel post a cura di Campioni Calcio

Il bianco e nero appartiene a quella dimensione mistica, nostalgica, anche, del calcio, laddove la memoria non passa, ma attraversa intere generazioni dal passato al futuro. I miti nel mondo dello sport servono soprattutto per ricordare e tramandare ai posteri la loro grandezza e spessore. Qualità afferenti di diritto ad un certo Bobby Moore, che non è proprio l’ultimo designato del calcio inglese.

In questo post a cura di Campioni Calcio vediamo insieme la storia del difensore inglese Bobby Moore, campione del mondo con l’Inghilterra nel ’66. Bentrovati sul nostro portale!

Bobby Moore al West Ham

Bobby Moore, all’anagrafe Robert Frederick Chelsea Moore nasce a Barking il 12 aprile del 1941. Moore è un ex difensore di nazionalità inglese attivo tra gli anni ’60 e ’70. Uno di quei registi di difesa come non se ne vedono più in giro attualmente. Perfetto abbinamento tra classe e senso dell’anticipo. Non a caso è considerato il difensore più forte dell’epoca al pari di Franz Beckenbauer. Anche se la sua figura viene spesso soppiantata dal tedesco.

Chi ha vissuto quel calcio oppure ha visto le partite di quel periodo, sa benissimo che Bobby Moore è stato un calciatore di altissimo livello. La sua carriera inizia ufficialmente nel 1958 quando entra nei ranghi del West Ham. Quella che poi si rivelerà essere la squadra del suo destino.

Il debutto avviene a soli 17 anni in un match di campionato altamente sentito contro il Manchester United. Un battesimo di fuoco che celebra sin da subito la nascita di un potenziale colosso.

Resterà lì per i successivi 16 anni da giocatore professionista. La bandiera in grado di portare a sé un intero ambiente, anche nei momenti più difficili. L’apice dell’esperienza sportiva è il trionfo in FA CUP del 1964 all’interno dello scenario suggestivo di Wembley. Lo stadio, anche questo, entrato di diritto nel suo destino attraverso la conquista della Coppa delle Coppe ai danni del Monaco 1860 l’anno seguente. 

Gioca un totale di 647 presenze con 27 reti complessive.

Bobby Moore a fine carriera 

Dopo aver onorato, in campo e fuori, la maglia del West Ham con dedizione e senso di appartenenza, nel 1974 si consuma il momento più drammatico, calcisticamente parlando, per la tifoseria. Bobby Moore lascia il club per accasarsi al Fulham, militante nella seconda divisione inglese.

Un altro segno del destino, il terzo in carriera, lo metterà di fronte proprio alla sua ex squadra in occasione della finalissima di FA CUP del 1975. Stavolta Moore non riuscirà nell’impresa di alzarla nuovamente al cielo quella coppa. Moore gioca la sua ultima partita in patria per il Fulham il 14 maggio 1977, contro il Blackburn.

Nell’intermezzo si profila per lui il passaggio ai nordamericani dei San Antonio Thunder. Da quella parte del mondo si fa apprezzare in altre 3 società, vale a dire Seattle Sounders, Herning Fremad e Carolina Lightnin. Segnale inequivocabile di una carriera in lento, ma inesorabile declino, chiusa ufficialmente nel 1983.

Bobby Moore in Nazionale

Bobby Moore è stato uno dei pilastri di un’Inghilterra vincente e dominante a livello europeo, ma non solo. Dal 1963 in poi ha indossato la fascia di capitano per diverso tempo.

Il primo Mondiale in carriera lo disputa l’anno prima in Cile. In quella spedizione si ferma ai quarti di finale a vantaggio del Brasile. I Mondiali del 1966 giocati in casa rappresentano l’apice di una gloria messa in mostra in tutta la sua espressione calcistica davanti alla Regina Elisabetta.

Uno degli autentici protagonisti di quella finale leggendaria con la Germania Ovest che vedeva, in un primo momento, soccombere gli inglesi. Nel corso del match sale in cattedra proprio Moore, che con sapienza e guida tecnico/tattica guida i suoi all’unico trionfo continentale dell’Inghilterra fino a questo momento.

Anche solo per questo resta leggenda scolpita nella pietra miliare britannica. La manifestazione iridata del 1970 vede ancora una volta la Nazionale bianca tra i favoriti assoluti. Tuttavia, la rivincita dei tedeschi è servita su un piatto d’argento in occasione dei quarti di finale, persi 3-2 ai supplementari.

Nel 1973 l’Italia diventa il palcoscenico per l’ultima uscita ufficiale di Moore. Quell’amichevole disputata a Torino nel mese di novembre, persa 1-0, rappresenta il punto di arrivo. Ma il risultato, in questo caso, conta relativamente. 

Ciò che resterà negli annali sono le 108 presenze e 2 reti accumulate da Bobby Moore con la maglia della Nazionale inglese. Motivo di vanto e ulteriore orgoglio aver scavalcato, in questo senso, un’altra grande leggenda del calcio anglosassone, come Bobby Charlton

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Bobby Moore dopo il ritiro dal calcio giocato

Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, l’ex difensore tenta l’avventura come dirigente in piccole squadre di provincia, ma ottenendo risultati piuttosto scarsi. Gli anni ’90 sono particolarmente complicati a causa di problemi di salute che lo destabilizzano a tal punto da portarlo alla morte per un cancro. Il 24 febbraio 1993 diviene lutto nazionale per tutta l’Inghilterra.

Inserito di diritto nella Hall of Fame dei migliori calciatori inglesi nel 2002. Il West Ham, per omaggiarlo a dovere, gli ha dedicato la tribuna centrale dello stadio.

Fuori all’ingresso del nuovo Wembley, inaugurato qualche anno fa, si erge una statua mastodontica di Bobby Moore, raffigurato con il pallone sotto ai piedi.

 

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