"Il segreto di Liberato", al cinema l'anonimato e il suo viaggio
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Al cinema "Il segreto di Liberato", l'anonimato e il suo viaggio artistico

Esce il 9 maggio una specie di documentario musicale sul fenomeno napoletano, mescolando concerti, anime, immagini di backstage, interviste ai collaboratori

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I rituali e la numerologia sono due caratteristiche di Liberato dagli inizi.

E il 9 maggio è una data clou nel suo racconto. E' il titolo del primo brano apparso dal nulla ed è poi diventata una data foriera di annunci, uscite e concerti importanti. Quest'anno il 9 maggio esce al cinema "ll segreto di Liberato", non esattamente un documentario musicale sul fenomeno napoletano, ma una specie di incrocio o connubio multimediale che mescola concerti, anime, immagini di backstage, interviste ai collaboratori dello stesso Liberato. Diretto da Francesco Lettieri con le voci dello stesso rapper, di Simona Tabasco e di Nando Paone. Un frastagliamento anche come simbolo dello stesso producer e del lavoro collettivo (quasi una famiglia allargata) che sta dietro al progetto artistico che si basa essenzialmente su Napoli, l'amore romantico e l'anonimato, scelta che segna in maniera netta una contro-tendenza al narcisistico culto della personalità del nostro contemporaneo.

 

 

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Il segreto di Liberato

  Che importanza ha chi ci sia davvero dietro a Liberato? Nessuna. E non è neanche l'interesse (ovviamente) del documentario in sala. Dopo tanti anni in cui l'interesse social è stato lo scovare il viso dietro a una maschera, importa solo l'idea dietro a Liberato, già nota comunque, e messa in evidenza ne "Il segreto di Liberato": la musica, la descrizione di una Napoli tra tradizione (anche come luogo comune) e incontro con il mondo. Liberato rimane un personaggio che ha saputo rielaborare la Napoli icona, giocando un ruolo nel rinascimento della percezione della città stessa fuori da Napoli, di cui poi di base ama l'essenza più sincera e profonda, lontana dalla patina del folklore di chi la guarda esternamente, derubricandola in maniera semplicistica. Il segreto di Liberato è alla fine un anonimato che ricerca la libertà.

 

 

Cosa c'è dietro Liberato

  Il fenomeno Liberato e il suo anonimato vengono raccontati qui da Francesco Lettieri, sceneggiatore e regista con Giorgio Testi del film documentario, ma anche anima della versione visiva dell'artista (quasi un alter ego), che ha diretto tutti i suoi video iconici. Un'epopea e un viaggio di un progetto nato da zero e che ha mantenuto una dimensione indipendente nonostante il fragore del successo in Italia e all'estero. Emergono tutte le componenti, dalla comunicazione all'immagine, che sono state sviluppate da un lavoro collettivo, orizzontale, nato da un legame tra un team di persone che diventa amicizia. Un team che prende decisamente la scena nel docu-film. Lasciando l'artista invisibile ancora invisibile, come lo abbiamo conosciuto fino a qui, sempre incappucciato nei backstage e sui palchi, e come voce. Anche questo è un altro segreto di Liberato.

 

 

Un gioco

  Nel film che approda in sala, si aggiunge il Liberato animato e romanzato. Una fetta di pellicola è un anime grazie ai disegni di LRNZ e la regia di Giuseppe Squillaci e riguarda l’infanzia e l’adolescenza del producer. Proprio questa porzione della tripartitica pellicola sembra contenere indizi sulla sua vita. I cosiddetti segreti. La maschera di Pulcinella che indossa da bambino non durante il Carnevale, il nonno direttore d’orchestra, i caschi dei Daft Punk, i poster di Diego Armando Maradona e Pino Daniele nella cameretta. Poi la fidanzata del liceo che lo lascia per andare in Giappone. Racconto o realtà? Probabilmente tanti nuovi falsi indizi che Liberato (e i suoi collaboratori) continua a rilasciare, scelta in linea con lo spirito stesso del progetto fin dall'inizio. Un gioco divertito e divertente che continua dal 2017 per stuzzicare tutti coloro che vogliono farsi stuzzicare e partecipare. Un gioco come quello che viene raccontato della creazione di un profilo social di un falso manager che di nome faceva Lungomare Liberato. "Perché ci divertiamo a giocarci su e perché il mistero va alimentato, non va svelato", ha dichiarato Lettieri.

 

Il 9 maggio per Liberato

  "9 maggio" è il primo brano condiviso in Rete da Liberato nel 2017, e il giorno in cui aveva pubblicato il singolo "Tu t’è scurdat’ ‘e me" nello stesso anno. Nel 2018 aveva annunciato il primo concerto live sul lungomare di Napoli al tramonto, mentre l'anno successivo aveva pubblicato il l'album di debutto. Se nel 2020 aveva tenuto un concerto sui social a causa delle restrizioni della pandemia, nel 2021 aveva pubblicato il singolo "E te veng’ a piglià", nel 2022 aveva fatto uscire il secondo disco e nel 2023 aveva presentato il videoclip di "’O core nun tene padrone", con il quale celebrava lo scudetto del Napoli (pubblicato alle 19:26, anno di fondazione della squadra).

 

Liberato torna a cantare: in 30mila per il live a Milano

"Mo' amma fa' 'o burdel", aveva promesso sui social. Dopo il concerto a sorpresa "Miez'o mare" a Procida, capitale della Cultura 2022, Liberato ha recuperato le due date previste nel 2020 a Milano (e rinviate a causa della pandemia), nel concerto unico all'interno del festival Milano Rocks. Cambia il luogo e la situazione e il suo show si adatta agli spazi. Se sull'isola campana era stato un live raccolto e accorato al tramonto con tanto di quartetto d'archi, davanti ai 30mila dell'Ippodromo Snai San Siro, l'artista campano senza identità ha offerto uno spettacolo di luci e suoni roboanti per divertire e ballare.

 

Sul palco le quattro sagome incappucciate hanno proposto i brani dei due album pubblicati, dalle hit "Nove Maggio", "Tu t'e scurdat' 'e mee" alle nuove "Partenope" e "Guaglioncella napulitana" tra synth dance e bassi dubstep. Dal vivo tutte le anime di Liberato si fondono: la tradizione neo-melodica napoletana, quella della tammurriata, l'r&b, la dance, l'elettronica continuano a creare un mix unico e riconoscibile nel panorama italiano. In questo concerto sono stati inseriti anche campioni e stralci di brani di clubbing anni 90 (da "Gypsy Woman" di Crystal Waters a "My Friend" dei Groove Armada) e una chitarra solista (riferimento ai fraseggi e assoli di Pino Daniele?) per pagare pegno alle sue fonti d'ispirazione e dichiarare una volta di più i suoi punti di riferimento.

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