Più che il battesimo di Lilibet Diana, secondogenita del principe Harry e di Meghan Markle, a stupire, nelle ultime ore, è stato il fatto che alla bambina, due anni il prossimo 4 giugno, nel comunicato che informava della cerimonia fosse stato accostato il titolo di «principessa».
Inutile gridare allo scandalo o all'ennesima provocazione perché in questo caso (almeno in questo) Harry e Meghan non hanno fatto nessun passo azzardato. Alla fine del 2022 il principe Harry e Carlo III si sono trovati d'accordo sul fatto che Lilibet e il fratello maggiore Archie Harrison, 3 anni, fossero indicati con i loro titoli, quelli che alla nascita non avevano ricevuto automaticamente perché troppo lontani dalla linea di successione. A rivelarlo, il magazine Hello!, che sottolinea come la decisione sia arrivata prima della pubblicazione di Spare, il libro di memorie con cui Harry attacca un po' tutti i membri della royal family, padre compreso.
A confermare il cambiamento, anche il sito di Buckingham Palace, nella pagina che riporta la linea di successione: i figli di Harry e Meghan sono indicati come «Principe Archie di Sussex» e «Principessa Lilibet di Sussex».
I nipoti di un sovrano, in Gran Bretagna, sono automaticamente «principi» e «principesse». Lo decreta un atto del 1917 firmato da re Giorgio V. Carlo, dal canto suo, avrebbe potuto impedirne l'utilizzo, cosa che invece non è accaduta. I bambini, tuttavia, non hanno il titolo di «Altezze reali», a differenza dei cugini George, Charlotte e Louis, figli di William e Kate Middleton. Ed è questa la differenza sostanziale: le altezze reali possono usufruire dei fondi pubblici e godere della protezione della polizia, anch'essa finanziata pubblicamente, cosa che non spetta ad Archie e Lilibet, così come ai loro genitori da quando hanno deciso di rinunciare ai loro incarichi «reali».
Titolati sì, insomma, ma di fatto solo per ornamento.