Book Creator | I pupi siciliani
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I pupi siciliani

by Simona Rapisarda

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I PUPI SICILIANI
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Dotati di una ossatura di legno, i pupi sono provvisti di vere e proprie armature, riccamente decorate e cesellate, e variano nei movimenti in base alla “scuola” di appartenenza, palermitana, catanese. Esse differiscono per alcuni aspetti della meccanica e figurativi e per alcuni soggetti.

In generale, l’ossatura è composta da un busto di legno, al quale si collegano le gambe, che fanno un movimento pendolare. Vengono mossi con fili e ferri. Il ferro cosiddetto principale, a cui sono fissati i fili utilizzati per manovrare gli arti, attraversa la testa e la unisce al busto. L’estremità superiore del ferro ha la forma di un uncino: esso viene usato per appendere il pupo, anche quando è sul palco, e, se inclinato, per far muovere la marionetta.

Dal punto di vista figurativo, genericamente si possono distinguere i personaggi con l'armatura (armati) e quelli senza (in paggio) le cui caratteristiche rispondono ad un complesso codice iconografico. Le armature e i costumi delle marionette seguono la moda romantica ottocentesca di rappresentare il Medioevo.
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Tra i personaggi armati, si possono distinguere gli eroi cristiani e quelli saraceni. I guerrieri cristiani hanno volti gentili e tratti simmetrici, indossano un gonnellino (chiamato a Palermo faroncina e a Catania vesti) e presentano gli emblemi del casato su elmo, corazza e scudo permettendo al pubblico affezionato di riconoscere i personaggi. I saraceni, hanno tratti del viso più marcati; indossano spesso pantaloni e turbante e le loro armature sono decorate con mezze lune e stelle. Tra i personaggi in paggio, si distinguono i personaggi comici: a Catania il più noto è Peppininu, maschera popolare che fa da scudiero ad Orlando e Rinaldo ; a Palermo, Nofrio e Virticchio si esibiscono invece nelle farse, di tono licenzioso e buffo, che spesso chiudevano la rappresentazione e che risalgono alle vastasate, rappresentazioni comiche derivate dalla Commedia dell’Arte.
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I VARI PERSONAGGI
Il puparo - detto anche “oprante”, “teatrinaro” e, a Napoli, “pupante” - gestisce il teatro, cura lo spettacolo e anima i pupi dando suggestioni, ardore e pathos alle scene epiche rappresentate; dipinge le scene e i cartelli, talvolta costruisce i pupi (in particolare, il termine puparo indica il costruttore dei pupi anche se oggi è utilizzato in senso più generico). I pupari sono custodi di un vasto patrimonio di storie, codici performativi e tecniche costruttive che ancora oggi si tramandano oralmente di maestro in allievo.
Per promuovere gli spettacoli, venivano esposti fuori dai teatri i cartelli, oggi utilizzati per decorare le pareti dei teatri. Dipinti con colori vivaci, rappresentano i diversi episodi del ciclo carolingio e informavano a che punto della narrazione si era arrivati.
Cliccando sul seguente link è possibile ammirare la creazione di un pupo siciliano a cura del maestro puparo Francesco Salamanca.
Viaggio in Italia nel patrimonio UNESCO:
l'opera dei pupi siciliani
Il teatro dei burattini conosciuto come l’Opera dei Pupi, iscritto nel 2008 nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale, è emerso in Sicilia agli inizi del XIX secolo e ha vissuto un grande successo tra le classi lavoratrici dell’isola.

I pupari hanno raccontato storie basate sulla letteratura cavalleresca medievale e su altre fonti, come le poesie italiane del Rinascimento, la vita dei santi e le storie di noti banditi. I dialoghi in queste rappresentazioni furono in gran parte improvvisati dagli stessi pupari. Le due scuole siciliane siciliane di Palermo e Catania si distinguono principalmente per la dimensione e la forma dei burattini, le tecniche operative e la varietà di sfondi colorati di palcoscenico.
La creazione dei pupi di snoda attraverso fasi che richiedono precisione ed esperienza.
Il gran duello di Orlando e Rinaldo per amore della bella Angelica
Il video tratto da sito "Youtube" mostra la rappresentazione dell'opera dei pupi con particolare riferimento al duello tra Orlando e Rinaldo per conquistare Angelica, nell'opera "Orlando furioso".
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