È coerente Penélope Cruz, nel non voler neppure nominare il Coronavirus, che al momento di questa intervista dilaga in Spagna e ferisce la sua Madrid. Non lo ha fatto, del resto, neanche nel suo ultimo post di Instagram, con cui ha annunciato la donazione, insieme al marito Javier Bardem, di 100mila guanti e 20mila mascherine all'ospedale LaPaz di Madrid, resa possibile dall'aiuto sostanziale del gruppo Inditex (Zara & Co.). Un fatto importante, che Penelope liquida con sobrietà in tre frasi postate sui social: «È stata una faticaccia», ha spiegato ai followers, «ma speriamo di poter presto fare di più». Il ringraziamento, con tanto di emoticon a mani giunte e a cuore, va poi a tutti "gli eroi ed eroine anonimi, pronti a mettere in gioco la propria vita per salvare la nostra".
Con Elle, invece, Penélope Cruz parlerà di sostenibilità, tema indistricabilmente associato al lancio di Botanical, la seconda jewelry collection disegnata per Atelier Swarovski: «Il ricavato aiuterà The Nature Conservancy, partner di Fondazione Swarovski. È un'organizzazione mondiale dedita alla conservazione delle terre e delle acque, dalle quali dipende la vita. Spero che le persone siano felici di sapere che i loro gioielli stanno aiutando l'ecosistema. Il vero valore aggiunto di ciò che abbiamo creato è proprio questo».
In passato ha fatto volontariato in Paesi come Nepal e Uganda. Cosa significa, nella quotidianità, vivere senz'acqua potabile?
Un enorme ostacolo alla salute e allo sviluppo. L'acqua dolce è una risorsa limitata sottoposta a numerose minacce, tra cui i cambiamenti climatici. Un grandissimo numero di persone vive senza una fonte potabile e pulita vicino a casa. Dovremmo essere tutti più responsabili, e non dare mai per scontato di averla.
Se potesse lanciare un messaggio ai potenti, quale sarebbe?
Che oggi la sostenibilità è una priorità, non certo una tendenza. Le nuove generazioni lo sanno, si preoccupano e si informano. È un problema che non può più essere negato o posticipato. I governi e i leader politici dovranno dimostrare tutto il loro impegno.
Che ruolo spetta, invece, ai marchi del lusso?
I marchi della moda e del lusso hanno capito quanto sia importante fondare la loro catena del valore sull'ambiente e sulla società. Le star, poi, possono svolgere un ruolo cruciale nel diffondere questa consapevolezza. A me, per esempio, interessa parlare di questi temi: il mio lavoro con Atelier Swarovski mi permette da un lato di aprire discussioni sulla sostenibilità, e dall'altro di creare prodotti che abbiano un impatto positivo. Stiamo anche dimostrando che lusso e sostenibilità possono andare di pari passo. Sembra ovvio, ma non tutti lo sanno.
A cosa si è ispirata per questa collezione?
Alla bellezza della natura, e in particolare di alcune delle specie floreali più minacciate. Quella precedente, la MoonSun, era invece un omaggio ai miei figli.
A proposito di figli: come li educate al rispetto dell'ambiente?
Le parole servono fino a un certo punto. Per i bambini è fondamentale ciò che vedono a casa. Da Javier e da me imparano a riciclare, a non sprecare cibo, sanno che sulla nostra tavola arrivano solo prodotti stagionali locali. Cose così...
Al di fuori del set, ha sposato molte nobili cause: dall'assistenza alle ragazze indiane senza dimora a un progetto fotografico sulle gang giovanili legate alla droga, dall'aver posato nuda per Peta contro le pellicce al volontariato con Madre Teresa. Cosa l'ha toccata di più?
Assistere Madre Teresa in un lebbrosario. Non so descrivere la forza e la pace che emanava, miste a dedizione. Mi ha insegnato quanto sia importante aiutare qualcuno ogni singolo giorno. Ero più entusiasta di esser lì che di recitare nel miglior film, e mi sono sentita più utile in quel momento che in qualsiasi altro della mia vita.