Something in the way she moves, attracts me like no other lover. Una chitarra elettrica accompagnata da una batteria firma l’inizio di un inno all’amore, uno dei più belli che siano mai stati composti. Era il 1969 quando George Harrison, polistrumentista dei Beatles, traduce in musica il suo sentimento per Pattie Boyd. Una canzone semplice, senza pretese, se non quella di raccontare in pochi versi ciò che l’artista a tutto tondo provava in presenza della sua musa.

Patricia Anne Boyd, 1944, è stata tante cose: una fotomodella, un’icona di stile che ha segnato la cultura di un’epoca, il volto dello Swinging London – una tendenza londinese degli anni sessanta - una fotografa e prima di tutto una donna. Effimera ma reale, sensuale, inafferrabile e inarrivabile per fascino e intelligenza. Capace di ammaliare anche le personalità più singolari e illuminate di sempre, come quella di George Harrison con il quale si è sposata nel 1966.

george harrison e patti boyd harrison durante una serata a londra, lei indossa una giacca con il pelo lui un cappellopinterest
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I due si sono conosciuti nel 1964, durante le riprese di "A Hard Day’s Night", film omonimo della band più in voga del momento. È bastato uno sguardo per far scattare la scintilla che ha dato vita a un grande storia d’amore, passionale e non priva di colpi di scena.

La relazione della star del rock e dell’ex modella era fatta di compromessi, di ascolto, ma anche di momenti tragicamente forti. Il loro non era un rapporto che rientrava negli standard canonici, e come sarebbe mai stato possibile altrimenti?! Un amore affamato, che si alimentava del genio dell’uno e dell’altra: George nutriva la sua arte con l’idealizzazione e la realizzazione della sua vita insieme a Pattie, e Pattie immortalava frammenti della loro quotidianità su pellicola, come a volerne testimoniare l’esistenza in un’istantanea che avrebbe avuto lo stesso sapore anche in futuro. Andavano entrambi a intrecciare il racconto del loro stato di coppia con due tecniche differenti, nate da due sensibilità e personalità affini, che trovandosi insieme riscoprivano il meglio di sé. Di questo stesso racconto fanno parte i versi della "più grande canzone d’amore mai scritta", come ne ha parlato Frank Sinatra.

foto della modella e attrice pattie boyd mentre si tiene i capelli tra le dita e in boccapinterest
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Pattie aveva un certo modo di fare, una certa energia e presenza scenica che difficilmente passava inosservata. Oltre a George Harrison, infatti, anche Eric Clapton fu totalmente rapito dal suo savoir-faire, a tal punto da innamorarsene e rubare la musa a uno dei suoi più cari amici. Così, qualche anno dopo la fine del matrimonio con Harrison, Pattie Boyd sposò il principe del rock, consacrando la sua vita a un altro folle artista che le dedicò due pezzi capostipite della storia musicale: "Layla" e "Wonderful Tonight". Ascoltare le tracce dedicate alla Boyd aprono uno scenario fortemente sensuale: come se le note strazianti della chitarra volessero rincorrere la figura della musa in un corteggiamento instancabile, che finisce col sedurla e farla sua, in un veloce riff che alla fine rallenta e sfuma come in un orgasmo.

eric clapton e l'allore fidanzata patti boyd a marzo 1975 durante una uscita di coppia a londrapinterest
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Pattie Boyd è Something, Layla, Wonderful Tonight. Canzoni, queste, che sono un ritratto deciso e disincantato della sua figura, eternamente unica e arrivabile forse solo con la musica.