Quel buono a nulla di Marlon Brando - la Repubblica

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Quel buono a nulla di Marlon Brando

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Il primo film di Marlon Brando dopo Ultimo tango a Parigi fu un western, Missouri. Ultimo tango lo aveva svuotato, non voleva più soffrire davvero in scena, ma solo fingere – il pubblico non se ne accorge, diceva, e in realtà «recita gran parte della storia al tuo posto». Intanto spendeva molto per gli indiani d’America e per la sua isola tahitiana Tetiaroa; quando il compenso più elevato che gli attori riuscivano a spuntare era il 10% sugli incassi, lui chiese l’11,3% (la cifra era a caso, ma gli fu concessa).

Gli esterni del film furono girati nella riserva Crow del Montana; uno splendido fiume la attraversava, e Brando, seduto su una poltrona gonfiabile, si lasciava portare dalla corrente; la sera c’erano feste meravigliose, nel cast c’era l’amico Jack Nicholson, e girava la marijuana (vedi l’Autobiografia scritta con Robert Lindsay). I produttori avevano accettato le sue richieste, ma non presentavano il contratto. L’attore aveva una cattiva fama; a lui avevano accollato le lentezze di Gli ammutinati del Bounty, come a Liz Taylor la lievitazione dei costi di Cleopatra. Brando cominciò a sbagliare le battute.

Una settimana dopo, arrivò nella riserva del Montana uno dei produttori; nella roulotte dell’attore ci fu una scenata; Brando gli scaraventò addosso una Coca-Cola, che si frantumò sulla parete, a pochi centimetri dalla sua testa. Il produttore era un uomo meticoloso, e si mise ad asciugare la Coca-Cola; una volta terminato, disse che c’era stato un equivoco e presto il contratto sarebbe stato firmato; Brando riprese a ricordare le battute.

Su Tetiaroa Brando investì miliardi, ma il complesso alberghiero che aveva creato – 28 bungalow – non riuscì mai a diventare remunerativo; pensava di portare aiuti agli isolani ma scoprì che era impossibile. Gli indigeni non avevano l’idea del denaro; una tahitiana nel cast del Bounty aveva nostalgia del suo ragazzo, e lasciò il set: «Ti chiederemo i danni», le urlarono; «Ho un cane e un paio di capre, potete prenderle», rispose lei (dovettero rigirare le sue scene). L’isola Brando la comprò da un’anziana americana cieca, madame Duran; lei sapeva che era un attore (aveva una radio); quando si ammalò, gliela cedette; lui le giurò che l’avrebbe restituita al suo stato naturale. Arrivando, si mise una noce di cocco triangolare sotto la testa, e i piedi nell’acqua; della sua infanzia con la madre alcolizzata (di gin: quell’alito lo avrebbe poi sempre eccitato sessualmente) ricordò un preside che lo bollava come buono a nulla: «Signor preside, ma perché lei non ha un’isola?».

Sul Venerdì del 3 maggio 2024

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