Lo scorso 7 giugno si celebravano i 150 anni dalla nascita di Charles Rennie Mackintosh, il grande architetto, designer e artista scozzese che diede un imprescindibile contributo all’Art Nouveau e fu tra i maggiori esponenti della cosiddetta scuola di Glasgow di fine ‘800.

Anniversario amaro. Dopo appena una settimana dall’inizio delle celebrazioni, la Glasgow School of Art (1897-99), unanimemente considerata il più grande capolavoro di Mackintosh, ha subito un incendio devastante. Non era la prima volta: la scuola d’arte di Glasgow era andata a fuoco già nel 2014, e per questo aveva appena subito un grande restauro. Sarebbe stata inaugurata l’anno prossimo, ma questa volta si è trattato di un vero inferno di fuoco, con danni (sembrerebbe) irreversibili.

Ad ogni modo, siamo certi che gli appassionati non rinunceranno a trascorrere un weekend a Glasgow, per scoprire le altre 12 attrazioni che il Glasgow Mackintosh Group, l’associazione dei curatori delle opere di Mackintosh, ha aperto al pubblico organizzando eventi, tour e visite guidate per commemorare il talento di un artista riscoperto dalla critica soltanto dagli anni ’70.

Charles Rennie Mackintosh nacque nel 1868, quarto di undici figli. Nel 1890 vinse una borsa di studio in architettura classica e tre anni dopo firmò il suo primo progetto, il Glasgow Herald Building, con lo studio Honeyman and Keppie. Charles fu loro partner dal 1903 al 1913, periodo a cui risalgono molti suoi progetti di ville, grandi edifici, e design d’interni.

Firmò molti dei suoi lavori insieme alla collaboratrice Margaret Macdonald (sua moglie dal 1900) e al gruppo The Four: un team informale che dal 1890 produsse alcune delle opere d'arte decorativa e grafica più creative del periodo. Con lei e molti altri, Mackintosh diede vita al cosiddetto Glasgow Style.

L’obiettivo del movimento era duplice: “creare forme nuove e, insieme, valorizzare elementi tipici del linguaggio locale, ricorrendo in parte a tradizioni apparentemente lontane” (così Bertelli, Briganti, Giuliano in Arte nella Storia, ed. Electa). Il riferimento è all’esotismo giapponese, che invase l’Europa dell’epoca attraverso i grandi porti commerciali, proprio come quello di Glasgow.

L’incontro tra forme dell’estremo oriente e i motivi tradizionali della casa inglese, con chiari rimandi all’Arts and crafts di W. Morris, è evidente nella Casa Hill a Helensburgh, tra le attrazioni da scoprire a Glasgow.

Costruita tra il 1902 e il 1904 per l’editore Walter Blackie, la Hill House è il miglior esempio di architettura domestica di Mackintosh. Gli interni e gli arredi sono straordinariamente conservati, e si distinguono per l’equilibrio tra novità formali la razionalità delle strutture.

La Hills House di Mackintoshpinterest
Glasgow Mackintosh.

È al suo interno che troviamo il pezzo di design di Mackintosh più celebre: la sedia Hill House con l’altissimo schienale, elegante, squadrato e rettilineo: una netta cesura con l’Art Nouveau, che nasconde la comodità di una quasi impercettibile curvatura. A dimostrazione che Mackintosh fu pioniere del modernismo, ma non rinunciò mai alla ricerca di una certa grazia anche decorativa. E se la forma riecheggia la secessione viennese (l’artista vi partecipò nel 1900) la struttura in legno ebanizzata rievoca in pieno le lacche giapponesi.

Ad ogni modo, fu col progetto della Scuola d’arte di Glasgow, oggi incendiata, che Mackintosh anticipò, secondo molti, l’architettura razionalista del XX° secolo: la facciata asimmetrica, le grandi vetrate, la linearità dei motivi. L’architetto aveva fuso “tradizione e novità in una visione realmente personale. La sintesi tra passato e futuro si rivela nelle grandi masse murarie e nel frontone triangolare: i prospetti, scanditi dal raffinato inserto dei corpi finestrati, parlano già il linguaggio dell’architettura moderna” (ibid.)

Il rogo ha inghiottito anche gli interni e gli arredamenti disegnati da cima a fondo dai The Four, e che avevano dato alla Scozia un raro esempio di opera d’arte totale. “Come molti suoi contemporanei, - spiegano alla Charles Rennie Mackintosh Society, - Mackintosh credeva che l'architetto fosse responsabile non solo del tessuto di un edificio, ma di ogni dettaglio dell’interior design. Era uno degli esponenti più sofisticati della teoria della stanza come opera d'arte, e creava mobili molto peculiari e di grande raffinatezza formale”.

Anche la splendida biblioteca è andata perduta. Realizzata tra il 1907 e il 1909, è stata spesso indicata come una delle idee più geniali dell'inizio del 20º secolo, per i pilastri lignei staccati dalle pareti, gli incastri, le combinazioni sovrapposte, la scansione ritmica degli elementi anche irrazionali.

Il pubblico potrà consolarsi visitando altre architetture di Mackintosh, come il Daily Record Building, il Glasgow Art Club, o la chiesa di Queen’s Cross a Maryhill (1896), l’unica mai realizzata dall’architetto scozzese: nelle magnifiche vetrate e negli eccezionali rilievi su legno e pietra è ancora evidente la formazione neogotica da cui si sarebbe emancipato in seguito.

Chi volesse invece scoprire i famosi interni delle sale da tè, le Willow Tearooms nel centro di Glasgow, dovrà invece aspettare il 2 luglio. Le quattro sale, sorte tra il 1896 e il 1917, nacquero dalla collaborazione tra Mackintosh e Catherine Cranston, fervida sostenitrice delle tesi anti-alcool e ideatrice delle tearoom artistiche. Anch’esse restaurate, riapriranno sotto un altro nome: Mackintosh at the Willow. Nei loro 3 piani, decorati e arredati interamente dall’artista, sorgerà un ristorante da 200 posti.

La Willow tea room di Mackintoshpinterest
Glasgow Mackintosh

Mackintosh fu anche un pittore di grande talento: dagli splendidi dipinti floreali passò in tarda età ai paesaggi suggestivi del sud della Francia. Dopo il tentativo di mettersi in proprio, nel 1916, firmò il suo ultimo lavoro d’architettura e d’interni, la casa di W.J. Bassett-Lowke.

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Roberto Fiandaca

Roberto Fiandaca è un collaboratore freelance. Per Elledecor.it si occupa di news, di approfondimenti culturali e di progetti di riqualificazione urbanistica e architettonica che promuovano la sostenibilità sociale e ambientale. È nato a Palermo, si è laureato in giurisprudenza a Torino e oggi vive a Roma dove si divide tra giornalismo, scacchi, e sceneggiature per il cinema e la tv.